Qui i punti sono diventati due:
1- Io voglio proprio sapere voi cosa ne pensate del fatto che noi non conosciamo molte opere del passato per come sono nate, e ho capito che alcuni di voi pensano che l'opera è buona così come ci è arrivata anche se rimaneggiata nei secoli...io invece mi pongo il problema e ancora non riesco a capire come possa essere meglio un'opera che non arrivi a noi nella versione "originale", io penso che forse sarebbe meglio conoscere di cosa si trattava in principio...potrei pensare che si possa trattare sennò di un'opera d'arte creata a mestiere e quindi senza l'elemento fondamentale che è l'autore.
Probabilmente v'è una diversa maniera di considerare l'artista; per quanto mi riguarda - e non sono il solo, qua dentro - colui il quale spenda la sua esistenza tra i suoi strumenti e le sue
creazioni, assume mera veste di
veicolo. Egli conduce tra i vivi forme schiuse soltanto alle sue doti: ha occhio maggiormente dotato dei suoi simili, nonché mano forgiata da tecnica e talento. La sua egemonia, tuttavia, si conclude con la realizzazione della forma (in senso aristotelico, naturalmente) - tradotto nel linguaggio umano dell'arte il messaggio eterno che in lui ha voluto transitare, non ha alcun diritto sulla sua creatura.
Da questo discende per necessità che la bellezza di un'opera sia indipendente in ogni sua parte dai trascorsi personali, addirittura storici - utili a contestualizzare, campire, non di più - di chi ha avuto in dono dalla natura gli strumenti cognitivi/emotivi tali da.
Parlavo prima di godimento estetico.
Alla luce della scarna premessa posta sopra, cosa importerà un nome e un cognome cui far aderire la nostra vanità? Forse che un'opera sia suscettibile di non-validità quando e se anonima? Diceva Miz, e a ragione: non abbiamo conoscenze sufficienti nemmeno per accertare l'esistenza di Omero, questo vuol dire che l'Iliade sia una porcheria? Od invece è e rimane un testo capitale per tutto l'Occidente, seppur anonima de facto, o, il che è lo stesso, rispondenti ad innumere schiere di uomini diversi per tempo e per luogo?
Altro esempio si presta, ancor più incisivo: come considerare la Bibbia, frutto plurigenito di uomini differenti nelle lingue, culture, ubicazioni, credenze, usi e costumi? Un'opera sottoposta nei secoli a continue mortificazioni filologiche, non rimane uno dei libri più belli mai scritti da alcuno?
Non v'è identità tra un artista e la sua opera; questa vive di vita propria, entro l'occhio di chi la guarda, e di più, nell'universalità di cui sa farsi tramite, nel suo essere valida sempre e per tutti, trova ragione di esistere; per stimare
bello uno scritto od altro, non occorrono notizie e curiosità sul creatore, sono del tutto superflue acrobazie psicologistiche atte a determinare e cesellare, tanto che - e la dimostrazione la abbiamo data - non esiste identità tra non-bellezza e anonimia.
2- Appunto parlo dell'autore: io non dico che un capolavoro non sia un capolavoro senza sapere chi l'ha fatto
Iliade; Odissea; Bibbia; Popol Vuh; Upanishad, mille e una notte chi li ha scritti? O non li stima capolavori?
Per tacere di scritti filosofici greci o di romanzi che mandarono su tutte le furie il caro Jacobi.
però penso che conoscere la vita artistica e privata dell'autore e quindi inoltre contestualizzare l'opera anche in un determinato momento storico/artistico, possa aiutare ad apprezzare ed a capire e ad analizzare meglio un'opera...
esempio cinematografico perchè sono più preparato che in letteratura dove sono poco preparato: Citizen Kane (Quarto potere) è un grande film, e lo è in ogni caso, che si conosca o no il regista, e che si sappia o no che è stato fatto nel 1941, però lo apprezzi e ti rendi conto che si tratta di un capolavoro se sei a conoscenza di tutti questi elementi, cioè se sai che Orson Welles è stato il primo ad usare in un certo modo la camera.
Welles potremmo chiamarlo arbitrariamente Signor x, le pare cambi la sostanza?