Cvetaeva, Marina Ivanovna - Dopo una notte insonne si fa debole il corpo

shvets olga

Member
Dopo una notte insonne si fa debole il corpo,

gentile diventa e non suo, - di nessuno.

Nelle vene lente di nuovo gemono frecce –

e sorrisi alla gente, come un serafino.


Dopo una notte insonne si fan deboli le braccia

e profondamente indifferente e il nemico e l’amico.

L’arcobaleno intero – in ogni suono casuale,

e nel ghiaccio profumo di Firenze ad un tratto.


Dolcemente lucenti si fanno le labbra, e l’ombra più dorata

intorno agli occhi incavati. E’ la notte che ha acceso

questo lucentissimo viso, - e per la notte scura

in noi scuri si fanno soltanto – gli occhi.


(trad. di G. Ansaldo)
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
bellissima, è vero che di questa poesia ogni parola è necessaria, Nelle vene lente di nuovo gemono frecce – che immagine stupenda, richiama lo scorrere lento del tempo nella sonnolenza e lo stesso il dolore che penetra. Grandissima.
 

Vladimir

New member
È senza dubbio, assieme all'Achmatova e ad Ol'ga Bergol'c - la mitica poetessa dell'assedio di Leningrado- , una delle più grandi poetesse sovietiche. Ha uno stile fresco e, come la Achmatova, ebbe il merito di saper rivalutare la tradizione culturale del Secolo d'Oro, che dagli inizi del 900 stava marcendo in un accademiume retrogrado e bifolco.
Come artista niente da dire, come persona qualcosina da eccepire ci sarebbe. È stato dimostrato, sulla base di documenti dell'archivo storico statale, che sia lei che i marito Efrom fossero due spie e due delatori fra gli emigranti russi (spesso dissidenti politici) Berlino; il sistema era questo: convincevano il disgraziato di turno a rientrare in URSS, informandolo di false riabilitazioni o amnistie; questi si fidava, tornava. e veniva prontamente arrestato dalla sezione politica dell'NKVD. Niente male vero?
 

shvets olga

Member
Come artista niente da dire, come persona qualcosina da eccepire ci sarebbe. È stato dimostrato, sulla base di documenti dell'archivo storico statale, che sia lei che i marito Efrom fossero due spie e due delatori fra gli emigranti russi (spesso dissidenti politici) Berlino; il sistema era questo: convincevano il disgraziato di turno a rientrare in URSS, informandolo di false riabilitazioni o amnistie; questi si fidava, tornava. e veniva prontamente arrestato dalla sezione politica dell'NKVD. Niente male vero?

Si e' male se fossero vero. Ho letto biografia di Cvetaeva tanti anni fa, ma dopo il post di Vladimir ho deciso sbrogliare la facenda (come potevo). Non ho messo tutta biografia di Cvetaeva, comincio dagli anni Venti:
"Alja (figlia) nonha ancora dieci anni, quando, nel 1922, lascia con la madre la Russia bolscevica. A Berlino le raggiunge Sergej, che durante la guerra civile ha militato con i Bianchi. La famiglia Efron si trasferisce prima in Cecoslovacchia, dove nel febbraio del ’25 nasce Georgj (Mur), il figlio maschio tanto desiderato, e poi in Francia, dove gli Efron vivono nei sobborghi di Parigi, in condizioni di vera e propria indigenza."(Ariadna Efron. L’illusione crudele di Marina Argenziano)
da libro Marina Cvetaeva: " Alla fine degli anni Venti Marina Cvetaeva frequentava una cerchia di persone legate al movimento eurasico ( Berdiaev, Karsavin, Fedorov con le respettive mogli e sostenitori degli eurasici, come il compositore Prokof’ev). Come mai tanti prestigiosi intelletuali erano attratti dalle dottrine eurasiche? L’eurasismo forniva una giustificazione storica al regime bolscevico: un regime forte e autocratic avrebbe portato la Russia all’armoniosa coesistenza dei popoli europei e asiatici che abitavano il suo territorio.Convinti che molte delle proprie opinion e finalita coincedessero con quelle del governo sovietico, gli eurasici tentarono un riavvicinamento con le madrepatria sperando di diffondervi la propria ideologia e di influenzare la politica. Il 31 luglio 1927 Cvetaeva scriveva a Lev Shestov: " C’e stata una seria di partenze eurasiche (segrete) per la Russia..." La Cvetaeva come molti eurasici ignorava pero' che di quelle "partenze segrete" erano perffetamente a conoscenza I servizi segreti sovietici.
Lei scriveva alla Teskova il 22 gennaio del 1929 : "Il professore Alekseev ( e altri) sostengono che Sergej e’ un agente della Ceka e un comunista. Se dovessi incontrarlo-ho paura di me stessa…"
(...У евразийцев раскол... <…> Проф<ессор> Алексеев (и другие) утверждают, что С<ергей> Я<ковлевич> чекист и коммунист. Если встречу — боюсь себя... Проф<ессор> Алексеев... <…> негодяй, верьте мне, даром говорить не буду. Я лично рада, что он уходит, но очень страдаю за С<ережу>, с его чистотой и жаром сердца. Он, не считая еще двух-трех, единственная моральная сила Евразийства. — Верьте мне. — Его так и зовут “Евразийская совесть”, а проф<ессор> Карсавин о нем: “золотое дитя евразийства”. Если вывезено будет — то на его плечах (костях)...
Uomini che erano fuggiti dalla Russia quando al governo c'erano Lenin e Trotskij furono inspiegabilmente attratti dall'ancora piu' brutale Russia di Stalin. Cvetaeva tracciava un’acuta analisi di questi eventi quando, in una lettera alla Teskova del 16 ottobre 1932, scriveva a proposito del marito: “ Sergei e' completamente perso dietro la Russia sovietica, non vede nulla, in lei vede solo cio’ che vuole".

"Efron aveva infatti cominciato a collaborare con la GPU. Fatti ormai noti a tutti, mostrano che egli prese parte al pedinamento e all'organizzazione dell'uccisione del figlio di Trotskij, Andrej Sedov, e di Ignatij Rejs, un agente della CEKA. Efron si andò così a nascondere nella Spagna repubblicana in piena guerra civile, da dove partì per la Russia." "Marina, sconvolta e all’oscuro di tutto, non vuole credere all’evidenza, nega di sapere..."

Ma nelle lettere a Teshkova, a Beria Cvetaeva scrisse che sapeva di L'Unione per il Rimpatrio e di Spagna ( к Берии:"... Когда, в точности, Сергей Эфрон стал заниматься активной советской работой — не знаю, но это должно быть известно из его предыдущих анкет. Думаю — около 1930 г. Но что я достоверно знала и знаю — это о его страстной и неизменной мечте о Советском Союзе и о страстном служении ему. Как он радовался, читая в газетах об очередном советском достижении, от малейшего экономического успеха — как сиял! («Теперь у нас есть то-то... Скоро у нас будет то-то и то-то...») ...Не зная подробности его дел, знаю жизнь его души день за днем, все это совершилось у меня на глазах, — целое перерождение человека.О качестве же и количестве его советской деятельности могу привести возглас парижского следователя, меня после его отъезда допрашивавшего: «Mais Monsieur Efron menait une activite sovietique foudroyante!» («Однако, господин Эфрон развил потрясающую советскую деятельность!») Следователь говорил над папкой его дела и знал эти дела лучше чем я (я знала только о Союзе Возвращения и об Испании)."


"...Alja va maturando anche un avvicinamento sempre piu entusiastico alle idee bolsceviche; collabora con l’Unione per il Rimpatrio e lavora per la rivista dei rimpatrianti, “Naša rodina”. Suo punto di riferimento e' ora il padre, che, gia dall’inizio degli anni Trenta, considera la scelta della militanza con i Bianchi come il piu tragico errore della sua vita e si dichiara disposto a tutto, pur di ritornare nel suo grande Paese, che, unico al mondo, sta creando sotto la guida di Stalin una societa piu libera e giusta. Marina Cvetaeva non condivide certo l’entusiasmo di Alja e Sergej, che ha contagiato anche Mur, per l’Unione Sovietica; ne denuncia con lucida coscienza la mancanza di liberta, ancora piu soffocante per un artista, e, con chiarezza, coglie l’invadenza del
regime, che chiude, fin dall’infanzia, qualsiasi spazio di vita privata ... Ma per Alja e Sergej, che nell’emigrazione si sentono come spettri viventi, senza nazionalita, ne cittadinanza, senza prospettive ne speranze, l’Unione Sovietica rappresenta il futuro, un futuro luminoso, che loro stessi, ritornando, contribuiranno a creare. Sono anni di lacerazioni; e Alja, fino a quattordici anni attratta nel cerchio magico della forte personalita materna, se ne strappa quasi con furore. Marina e vista come l’unico ostacolo alla felicita della famiglia; vive nel passato, nel ricordo di una Russia, che ormai non c’e piu. Ma per la Cvetaeva non e questione di passato o di futuro, l’amore per la patria e una necessita del sangue; oltretutto lei sa, con la forza ineludibile del sentimento, a quale tragedia portera il ritorno: “Vivo sotto la nube near della partenza. Ancora nulla di concreto, ma a me - per i sentimenti - non occorrono i fatti” .
Alja, radiosa e carica di doni come una sposa, parte il 15 marzo del ’37. L’arrivo a Mosca e pieno di emozioni: “Cammino sulla Piazza Rossa, che ricordo da quando ero bambina... Ma ora ci sono io, vera, sulla vera Piazza Rossa! I primi giorni non facevo che guardare, guardare, senza mai saziarmene ... prendevo il metro, il filobus, l’autobus, il tram, il taxi e guardavo, guardavo dal finestrino... Grande Mosca, cuore di un grande paese! Come sono felice di essere qui! ...Il mio oggi e nelle mie mani, e lo e anche il mio domani, e ancora molti, moltissimi e gioiosi “domani” senza fine ... Non conosco altro paese, in cui l’uomo tanto libero respiri ... Nell’ottobre la raggiunge Sergej, Marina e Mur rimangono a Parigi. Alja, sempre presa da un’incrollabile esaltazione, vive un periodo di “cosciente felicita”: lavora alla “Revue de Moscou”,tutte le sera ritorna con lui nella dacia di Bol’ševo, dove vive anche Sergej." (Ariadna Efron. L’illusione crudele di Marina Argenziano).

Cvetaeva non voleva tornare: “Marina – disse Pasternak – era in dubbio se restare a Parigi o tornare in patria. Chiese la mia opinione. Io non avevo un’opinione precisa, non sapevo che cosa consigliarle…” Ma probabilmente con tutte le repressioni di massa che erano seguite all’assassinio di Kirov, Pasternak avrebbe potuto consigliare a Marina qualcosa di più chiaro e preciso. Fu per questo che, dopo la morte di Marina e la rovina della sua famiglia Pasternak si rimproverò e si sentì in qualche modo responsabile della sua morte. “Se è vero che Marina è morta, la colpa è mia, e quale colpa . Nessuno potrà mai perdonarmelo”, disse quando gli fu recata la funebre notizia." http://www.liberolibro.it/marina-cvetaeva-grande-poetessa-e-donna-contro/

Llettere di Cvetaeva a Teshkova:
Медон, февраль 1928 г.
Была бы я в России, всё было бы иначе, по — России (звука) нет, есть буквы: СССР, — не могу же я ехать в глухое, без гласных, в свистящую гущу. Не шучу, от одной мысли душно. Кроме того, меня в Россию не пустят: буквы не раздвинутся. (Sesam, thue Dich auf!) [Сезам, отворись! (нем.)] В России я поэт без книг, здесь — поэт без читателей. То, что я делаю, никому не нужно.

25 февраля 1931 г.
Всё меня выталкивает в Россию, в которую я ехать не могу. Здесь я ненужна. Там я невозможна.

1 января 1932
Ехать в Россию? ... Там мне не только заткнут рот непечатанием моих вещей — там мне их и писать не дадут.
Словом, точное чувство: мне в современности места нет.

15 февраля 1936

...Не знаете ли Вы, дорогая Анна Антоновна, хорошей гадалки в Праге? Ибо без гадалки мне, кажется, не обойтись. Все свелось к одному: ехать или не ехать. (Если ехать — так навсегда.)
Вкратце: и С<ергей> Я<ковлевич> и Аля и Мур — рвутся... Жить мне — одной — здесь не на что. Эмиграция меня не любит. Посл<едние> Нов<ости> (единственное платное место: шутя могла бы одним фельетоном в неделю зарабатывать 1800 фр<анков> в месяц) — П<оследние> Нов<ости> (Милюков) меня выжили: не печатаюсь больше никогда. Парижские дамы-патронессы меня терпеть не могут — за независимый нрав.
Наконец — природа: просторы.
Это — зa.
Против: Москва превращена в Нью-Йорк: в идеологический Нью-Йорк, — ни пустырей, ни бугров — асфальтовые озера с рупорами громкоговорителей и колоссальными рекламами: нет, не с главного начала: Мур, к<оторо>го у меня эта Москва сразу, всего, с головой отберет. И, второе, главное: я — с моей Furchtlosigkeit, я не умеющая не-ответить, я не могущая подписать приветственный адрес великому Сталину, ибо не я его назвала великим и — если даже велик — это не мое величие и — м. б. важней всего — ненавижу каждую торжествующую, казенную церковь.


7 июня 1939 г.
Спасибо за ободрение. Вы сразу меня поняли... <…> но выбора не было: нельзя бросать человека в беде, я с этим родилась( non si puo' lasciare l'uomo nei guai), да и Муру в таком городе как Париж — не жизнь.

12-го июня в еще стоящем поезде
До свидания! Сейчас уже не тяжело, сейчас уже — судьба. (Arrivederci, adesso gia non e' gravemente, adesso gia e' fatalita).

"Nel giugno del 1939, dopo 17 anni di emigrazione, Marina Ivanovna Cvetaeva col figlio Mur partiva dalla Francia. Il marito, Sergej Jakovlevič Efron, coinvolto nell'assassinio organizzato dall'NKVD di un esule in Svizzera, era rientrato di nascosto in Unione Sovietica già nell'autunno 1937, mentre la figlia Alja era arrivata in patria ancora prima, nella primavera del 1937, piena di speranze e di illusioni. Per Marina fu una scelta sofferta, pressata com'era dall'ostilità della comunità russa a Parigi e dalla volontà del figlio di partire per l'URSS. Già un anno prima, a margine di una lettera a Sergej nei giorni della rivoluzione in cui scriveva "Se Dio compirà questo miracolo - se Vi conserverà in vita, io Vi seguirò ovunque come un cagnolino", annotava: "E infatti ora lo seguo, come un cagnolino (21 anni dopo)".

Al tempo dell'arrivo di Cvetaeva, il 19 giugno 1939, Sergej Jakovlevič e la figlia vivevano nell'entroterra di Mosca, a Bolscevo, nella casa N° 4/33, oggi via Cvetaeva della città di Korolёv. Nella dacia, messa a disposizione della famiglia Efron dall'NKVD, Marina capì presto che "la nota dominante di tutto" era "l'orrore".

"..Per Alja, un fatto particolare non può compromettere ciò che è grande e resta grande. Accecata, continua, nonostante gli evidenti segnali negativi, a credere con granitica certezza agli esiti felici del regime comunista, che nel totalitarismo staliniano sta mostrando il suo vero volto di crudeltà e di morte. La sua “cosciente felicità” sembra rinsaldarsi con l’arrivo a Mosca nel giugno del ’39 di Marina e Mur. La famiglia è di nuovo riunita! Ma la notte tra il 27 e il 28 agosto, una macchina governativa, un “corvo nero”, si ferma davanti alla dacia di Bol’ševo e Alja viene arrestata. E’ ritenuta complice del padre, accusato di tradimento. In
prigione Alja è torturata, picchiata, costretta a stare scalza, senza vestiti. E’ condannata a otto anni di lager. Forse le sue crudeli certezze si vanno incrinando e forse Alja comincia ad accorgersi che il sole ingannatore l’ha abbacinata e incendiata. Nell’autunno viene arrestato anche Sergej, che sarà fucilato il 16 ottobre del ‘41."


"La domenica 31 agosto del 1941, rimasta da sola a casa, la Cvetaeva salì su una sedia, rigirò una corda attorno ad una trave e si impiccò. Lasciò un biglietto, poi scomparso negli archivi della milizia. Nessuno andò ai suoi funerali, svoltisi tre giorni dopo nel cimitero cittadino, e non si conosce il punto preciso dove fu sepolta."

"«Care Lilia e Zina! Domani parteciperт per la prima volta a un combattimento. La morte и terrificante, certo, il pericolo immenso. Ma ho tutte le speranze che non morirт. Sono certo che la mia stella mi guiderа attraverso tutta questa guerra». Invece l' unica stella che Mur vide, il 18 giugno 1944, fu quella sul berretto del sergente che gli sparт dritto in fronte: sergente sovietico, del battaglione di punizione dell' Armata Rossa, nel quale il cittadino sovietico Georgij Sergejevic Efron, noto come Mur, era stato arruolato. Secondo altre versioni, la morte arrivт in combattimento."

http://archiviostorico.corriere.it/...ron_storia_vite_bruciate_co_9_040828093.shtml

Cvetaeva piaceva non a tutti “altera, orgogliosa, regale, aggressiva, tutta limiti, tutta no, tutta pareti e tutta rifiuti”(Olga Ivinskaja , la “Lara” del dottor Zivago, l’amante di Psternak), ma non era spia e ha pagato carissimo prezzo perche' ha dato una volta promessa a suo marito che non e' stato capace difendere la sua donna "Se Dio compirà questo miracolo - se Vi conserverà in vita, io Vi seguirò ovunque come un cagnolino", annotava: "E infatti ora lo seguo, come un cagnolino (21 anni dopo)"

Con me non bisogna parlare,
ecco le labbra: date da bere.
Ecco i miei capelli: carezzali.
Ecco le mani: si possono baciare.
- Meglio perт, fatemi dormire.



Povera terra che nasce grandi poeti, ma anche grandi monstri, meno male che due (Lenin e Stalin) gia sono morti.

Cheido scusa per gli errori e perche' ho messo il testo russo senza traduzione.
 
Ultima modifica:
Alto