Faber, Michael - Sotto la pelle

Ero un discreto autostoppista. Forse per tal motivo la lettura di questo libro mi inquietò molto.

C'è una signora, non bellissima, che a bordo della sua utilitaria, percorre le nebbiose strade del nord della Scozia. Trova giovani autostoppisti, belli forti resistenti. Li carica, preme un pulsante e questi si addormentano. Quando si svegliano si ritrovano in un luogo asettico, con luci bianche, corde vocali recise e castrati. (Cappone, Maiale, tutti animale che castrati danno carne migliore e ingrassano meglio). Ma qui parliamo di umani, o meglio di vodsel, è così infatti che un misterioso popolo alieno ha chiamato quegli strani esseri subnormali che vivono su due zampe. Nonostante siano strani esseri, la loro carne è una delizia per il palato dei ceti benestanti del loro pianeta. Ed allora Isserley, così si chiama la giovane donna, si occupa della caccia a giovani vodsel.
Il finale mi rimette sulle strade, ma sempre con una certa inquietudine.

Non saprei dirvi se è bello o brutto. Posso però dirvi, che non è un libro che passa senza ricordarvi nulla.

Diversissimo da "Il petalo cremisi ed il bianco".

Buona lettura ed evitate di fare l'autostop, soprattutto se siete maschi, bianchi e anche leggermente in carne.
 

SALLY

New member
Che trama curiosa....mi ricorda un pò Ansel e Gretel...per adulti :OO
 

Juice

New member
Noooooooooooooooooooo!
Scusate, la mia iscrizione è avvenuta circa 10 minuti fa e una delle discussioni che ho cercato per prima è stata quella su questo libro, uno dei miei preferiti in assoluto.
Non si può presentare questo libro in questo modo! Lo fa sembrare un libretto di fantascienza mezzo horror... e pure di bassa lega!
Non puoi svelare tutto così!
Uno degli aspetti più intriganti del libro è proprio quello di non capire se si stia parlando di un essere umano o meno! Per metà libro siamo semplicemente dubbiosi, le descrizioni fisiche non corrispondono del tutto a quelle di una donna, qualche dettaglio non torna, me lo sto immaginando o lei è strana? Se tu subito spiattelli che è un alieno rovini almeno la prima metà del libro!!! Il senso del libro è proprio quello di confondere la linea di confine tra l'alieno e l'umano e portarli sullo stesso piano di due universi distinti. Per farlo non svela la natura di Isserley se non nel momento in cui emerge la brutale finalità del suo operato, l'apparente mostruosa realizzazione del loro piano di sterminio, che a nient'altro ci riporta a pensare se non quanto sia simile al comportamento di noi esseri umani.
Ovviamente il libro può piacere o non piacere, portare a riflessioni diverse, ma questa presentazione è invalidante e svilente, se non anche uno spoiler!
 

Book McBook

New member
Il messaggio che l'autore vuole dare è chiaro (non lo rivelo per chi non avesse ancora letto il libro), ma non è certo con l'introduzione di elementi splatter che si riesce a lasciare il segno nel lettore... Libro molto molto modesto.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Ogni giorno Isserley fa su e giù per l’autostrada A9, sia che piova, nevichi o ci sia un sole rovente. E’ il suo lavoro: lei va alla ricerca di autostoppisti. Ma non carica autostoppisti qualunque: devono essere maschi, robusti, tanti muscoli e poco grasso, meglio se disoccupati e senza familiari che li aspettano a casa. Isserley conversa con loro, ne sonda le abitudini ed i legami e, se superano l’esame, preme un pulsante situato vicino al volante della sua Toyota ed i malcapitati si addormentano. Al loro risveglio si ritroveranno alle viscere della terra, nei sotterranei di una fattoria sulla costa, mutilati e chiusi in un recinto in attesa di essere macellati. In breve tempo saranno il cibo prelibato di un popolo superiore, gli umani, di cui Isserley fa parte. Il suo corpo è stato mutilato e modificato chirurgicamente per darle sembianze simili a quelle dei Vodsel, gli animali che caccia, le bestie che ogni giorno cerca sulle strade del mondo, di un mondo che non è il suo, ma che è il premio per il suo enorme sacrificio.
Questa è la storia che l’olandese Michel Faber cerca di raccontare nel suo primo libro, edito da Einaudi nel 2000. In realtà questo è decisamente un libro strano e sono molto indecisa su come giudicarlo. Il modo in cui gli autostoppisti vengono “raccattati” da questa “donna”-mutante è assolutamente inquietante ed anche abbastanza realistico e questo potrebbe essere un merito, se non fosse che la descrizione dei vari casi si trascina per più di metà libro. Questo mi ha reso la lettura particolarmente noiosa, ma di quella noia rassicurante, alla quale alla fine ci si abitua, non so se mi spiego… Il messaggio che Faber vorrebbe trasmettere è che “sotto la pelle siamo tutti uguali” e proviamo tutti le stesse emozioni, siamo affascinati dalle stesse bellezze ed abbiamo grossomodo tutti le stesse esigenze. Per capirlo, però, bisogna arrivare quasi a fine libro, superando oltre centocinquanta pagine di racconto della quotidianità di un essere (Isserley) del quale non si capisce bene la natura. In questo romanzo vi è, infatti, un’inversione tra umano ed alieno, tra uomo ed animale, tra predatore e preda, ma anche questo diventa chiaro se si supera la metà del libro. In definitiva, immaginando una moderna fattoria degli animali, Faber avanza una critica all’opulenza della società, al degrado degli ideali e del rispetto per il mondo che ci circonda e per gli esseri viventi, siano essi simili o diversi da noi. Alla fine di questo mio commento, non ho ancora deciso se consigliarvelo o no… decidete voi, se vi ispira leggetelo… in fin dei conti, a dispetto di uno stile sin troppo lineare, il messaggio intrinseco è pregevole. Per quanto mi riguarda, se prima non mi attraeva l’idea di fare l’autostop, ora di sicuro ci penserò cento volte prima di farmi dare un passaggio da sconosciuti!
 
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