Grangè, Jean-Christophe - Miserere

Cold Deep

Vukodlak Mod
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Parigi, chiesa armena di Saint-Jean-Baptiste. Nell'aria riecheggiano ancora le terrificanti grida dell'esule cileno Wilhelm Goetz, organista e direttore del coro di voci bianche, appassionato cultore del Miserere di Gregorio Allegri. Il corpo dell'uomo giace ormai inerte in una pozza di sangue, riverso sull'organo, i timpani perforati con indicibile violenza. Accanto al cadavere, le impronte di un bambino. Lionel Kasdan, parrocchiano di quella chiesa e poliziotto in pensione, segugio d'altri tempi, testardo quanto acuto, è il primo ad accorrere sulla scena del delitto, Un delitto apparentemente inspiegabile, considerata la reputazione di Goetz, un uomo tranquillo e riservato, dedito solo alla musica con una passione quasi maniacale. Ma dietro quell'immagine immacolata ben presto Kasdan, insieme a Cédric Volokine, poliziotto della Squadra protezione minori, capisce che c'è ben altro, Ci sono rapporti ambigui e oscuri che Goetz instaurava con gli allievi del coro, ma non solo. Ci sono anche verità inconfessabili, ferite insanabili risalenti agli anni della dittatura in Cile. E mentre prosegue l'indagine, gli interrogativi si rincorrono: Goetz era veramente un testimone contro i torturatori del regime di Pinochet o un attivo collaboratore dei fascisti? Le risposte vanno trovate, e in fretta, Perché i delitti si susseguono, uno dopo l'altro, tutti orchestrati secondo le stesse modalità.

ultimo romanzo di Grangè, ritroviamo il suo stile narrativo appassionante, ricco di colpi di scena e avvenimenti apparentemente senza collegamento che vanno a creare lo sfondo di questa storia. anche se l'autore insiste sui "soliti" personaggi, il poliziotto veterano ed uno giovane che non segue le regole, il libro non annoia ma lascia perplessi la velocità del finale.

4/5 TUNZZZ
 

Kriss

blonde member
Appena finito. Che dire?
Inizio piuttosto incalzante. Ottima descrizione dei due personaggi principali,l’armeno Kasdan e il russo Volokine, hai proprio l’impressione di vederli davanti a te con tutte le loro paranoie e le loro fobie. Anche l’ambientazione del primo omicidio è azzeccata e ti invoglia ad andare avanti per vedere cosa succederà poi.
Ho trovato anche inconsueto per un thriller/giallo l’approfondimento di alcune vicende storiche del colpo di stato in Cile, mi ha colpita positivamente.
Io personalmente prediligo nei thriller un finale più “ragionato”, dove i protagonisti per la soluzione del caso usano una logica schiacciante che ti lascia esterrefatto.
Qui abbonda la violenza con le relative descrizioni e a me non ha entusiasmato molto doverla leggere… anche la vastissima cultura del tossico Volokine è poco credibile e mi ha fatto un po’ sorridere.

Nell’insieme direi che si può leggere, ma è un libro che non lascerà una gran traccia di sé.
:?
 
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