Il "paniere" per la misura del benessere di una nazione

Fabio

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Membro dello Staff
Come ben sapete, oramai il considerare la crescita o decrescita del PIL di un paese come indicatore del suo benessere è alquanto "old school". Si sta (con o senza accento?) sempre più diffondendo l'indicatore del "benessere interno lordo".

Se voi foste "i tipi dell'ISTAT" e voleste creare un indicatore del livello di benessere della nazione come fareste? Supponiamo che ci sia da creare un "paniere" di 10 misurazioni da fare e da queste definire il benessere interno lordo, che misurazioni proporreste?

Io farei:
- misura del numero di laureati 5 anni rispetto totale popolazione;
- spesa media in sanità di una famiglia;
- definirei un indicatore globale del ritardo dei mezzi pubblici urbani;
- rapporto costo di latte, pasta e formaggio su stipendo medio;
- numero di omicidi su totale abitanti;
- numero di carcerati su totale abitanti;
- risparmio medio in banca rispetto PIL;
- etc.

Voi?
Quale indicatore potrebbe essere utile per misurare se un Paese sta "andando meglio o peggio"?
 

lettore marcovaldo

Well-known member
Aggiungerei :

Un indice che esprima il costo "abitazione" ( affitti e acquisti ).
Numero di brevetti e innovazioni tecnologiche.
Alfabetizzazione informatica + copertura della "rete" .
Accesso e utilizzo fonti di informazione ( tv, web , giornali, libri, ecc... )
Costo ( e trasparenza ) dei servizi finanziari.
 

Apart

New member
Bella questa discussione. E' difficile, forse impossibile, pensare di poter "misurare" il benessere. Ad ogni modo, per assurdo:

- relazioni significative (no internet), quali amicizia, amore, instaurate per ogni abitante

Quando poi me ne vengono in mente altre le aggiungo.
 
Ultima modifica:
Discussione interessante.
Diciamo che l'indice di benessere dipende da cosa intendiamo per benessere.
E' errato basarlo sulla capacità di consumo, secondo me, perchè lo si pensa come soddisfazione di ciò che si ha.
Penso che il benessere, allora, sia connaturato da ciò che si è.

Siccome non sono paurosa e l'insicurezza non mi ha contagiata, mi chiedo cosa c'entri il numero di detenuti (posto che molti delinquenti non sono in galera) o il tasso assoluto degli omicidi (irrilevante peraltro).
Oppure cosa giova al mio benessere, o a quello della mia comunità, rilevare come indicatore il numero di laureati considerato che tale valore può dipendere da un dato finanziario anzichè un dato culturale? In parole povere, con il sistema italiano - tasse universitarie e costi di studio elevati - considerare il numero di laureati come indicatore di ben-essere è analisi prettamente economica, visti i costi.

Dalle mie parti il concetto passa sotto l'espressione "buen vivir" e i miei indicatori sono sperimentati in modo dinamico, senza troppe fissità:
- tasso di abbandono scolastico e analisi della continuità educativa (scelta degli indirizzi, opportunità e possibilità di integrazione tra i diversi corsi di studio)
- autogestione e partecipazione attiva alle scelte della comunità (indicatori possono essere la partecipazione ad assemblee, comitati, consigli,costituzione di associazioni, etc.)
- tasso di occupazione/disocupazione su base territoriale (zone urbane, periferiche, agricole, industriali)
- gestione del tempo libero (indicatore bellissimo è il grado di OZIO CREATIVO - ve ne parlerò molto volentieri)
- numero di BAMBINI e BAMBINE (dato importantissimo per garantire le capacità creative di un popolo, adulti permettendo :) )
e molto altro che magari rimando ad altro post.

Non chiamerei paniere il contenitore di queste indagini, visto che il termine fu coniato proprio per dare una connotazione economica al senso di benessere della popolazione, infatti non è un caso che le prime indagini sociali dell'ISTAT siano datate anni '60, tempi in cui i nostri genitori pensarono di "vivere bene" grazie all'acquisto della 500 (che, per la verità, è e rimane la macchina più bella mai esistita!)

bon, per ora.
 

isola74

Lonely member
Sinceramente a me non è mai piaciuto questo critierio di misurazione del benessere del Paese... è la solita storia che mangiamo 10 polli all'anno pro-capite e poi c'è chi ne mangia 20 e chi nessuno... come si fa a trovare un indicatore valido?? ardua impresa:?
 
- numero di BAMBINI e BAMBINE (dato importantissimo per garantire le capacità creative di un popolo, adulti permettendo :) )

Non credo che questo è l'indice giusto, o che ci può indicare qualche cosa.... soprattutto perchè sempre un anno prevale il numero dei neonati maschietti, e l'anno sucessivo dei neonate feminuccie, o casomai dopo due/tre anni... Poi, specialmente, in una copia c'è sempre, o quasi la diferenza d'età...
 

SALLY

New member
Un ottimo misuratore del benessere del paese sono le lotterie:
più un paese spera nella fortuna,più e povero e disgraziato :mrgreen:
 

elesupertramp

Active member
Un ottimo misuratore del benessere del paese sono le lotterie:
più un paese spera nella fortuna,più e povero e disgraziato :mrgreen:

esattamente! avete fatto caso che a settembre, quando uscì Win For Life, durante la pausa pranzo c'era una fila enorme nelle tabaccherie/ ricevitorie?:OO
 
Ciao Nicole.
Ritengo importante il dato sulla presenza di bambine e bambini non per la falsa preoccupazione di futuro ma per la capacità che ha un popolo giovane di innovare e sperimentare.
Ogni volta che un amico sudamericano viene a farmi visita resta sorpreso del ridotto numero di bambini che incontra. Me lo ripete ogni volta, è talmente fissato che mi scrive il numero di bambini che incontra per confrontarlo con il mio.
Per mia fortuna io ne incontro un bel po', ma conoscendo quei posti posso dirti che la "stanchezza" del popolo italiano è dovuta anche alla presenza di pochi bambini.
E' una stanchezza che non nasce dalla mera assenza ma dall'incapacità di vederci adulti che educano. Da qui nasce anche la mancata attenzione al mondo giovanile e la completa esclusione degli adolescenti dalle decisioni sulle questioni che li riguardano.
L'indicatore BAMBINI/BAMBINE, quindi, è una vera provocazione che renderebbe il "ben-vivere" un concetto creativo e non un semplice dato statistico.
Chau.
 
Su questo punto di vista, Julia, concordo in pieno... si tratta del problema che riguarda non solo l'Italia, ma tutti i paesi svilupati... purtroppo. Molto spesso i numeri di persone anziane supera il numero di bambini presenti in paese (cioè: mortalità > natalità), il che comporta in se tutte quelle conseguenze che hai nominato...
 

kikko

free member
Io vedrei questi dati:
-Tasso di occupazione (non di disoccupazione, non è la stessa cosa)
- livello di efficienza della sanità pubblica
-rapporto crimini commessi/ arresti/ pena effettivamente scontata
-considerare il reale costo della vita e non l'inflazione (anche qui paniere molto discutibile)
-Investimenti nella ricerca scientifica
 

Apart

New member
Io comincerei a sgombrare il campo da tutti quegli indicatori che fanno riferimento al reddito, alla spesa per consumi, ai beni materiali che si possiedono. A parità di risorse diponibili, infatti, persone diverse possono conseguire un tenore di vita differente a causa delle differenti abilità soggettive con cui ne fanno utilizzo. Ad esempio: un persona con disabilità che percepisce lo stesso reddito di una persona senza disabilità ha più difficoltà a tirare avanti e dovrà disporre di risorse in quantità probabilmente superiori a quelle che occorrono a una persona senza disabilità. Uno straniero immigrato che percepisce lo stesso reddito di un autoctono ha più difficoltà a trovare alloggio se nel paese che lo accoglie ci sono forti pregiudizi sugli immigrati. La condizione di benessere deve essere dunque letta non solo come possesso di reddito, o di risorse materiali, ma come possesso anche delle capacità dell'individuo di utilizzare tali risorse per realizzare determinate condizioni di vita. Questo è il punto.
 
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