lillo
Remember
Ieri sera, a Roma, a conclusione delle tre giornate della mostra “Libri come”, è intervenuto Roberto Saviano.
Migliaia di persone affollavano la sala, quasi si trattasse di una qualche star della televisione. Sapevo solo il titolo del suo intervento “Come scrivo: raccontare il Sud attraverso la sua musica”. Ecco, mi sono detto, invece di parlarci della camorra, dei suoi intrecci con la politica, ci viene a parlare della canzone neomelodica napoletana.
Chi introduceva l'autore preannunciava che sarebbe stato anche divertente ascoltare Saviano; altra cosa che ti lascia titubante, quando vai ad ascoltare l'autore di Gomorra e che da anni vive sotto scorta.
All'ingresso, Roberto veniva accolto da un enorme applauso... poi ci siamo tutti alzati ed abbiamo continuato ad applaudire, la cosa era emozionante; ecco, pensavo, la gente ha trovato in lui un'icona, un idolo positivo, che riesce ad esprimere sulla propria carne la voglia di normalità - lui che sicuramente non sa più cosa sia una vita normale - la voglia di giustizia, la voglia di abbattere un potere sempre più uguale a se stesso.
Sicuramente le motivazioni di questo gesto di vicinanza, di fratellanza con questo piccolo grande uomo, saranno state diverse, le più disparate, ma li dentro, in quell'auditorium, c'era una parte della società civile che non vuole arrendersi, che non vuole accettare il fatto che la mafia, la camorra, la 'ndragheta siano realtà ineluttabili come gli eventi naturali, contro cui poco può l'uomo, se non piegarsi aspettando e sperando che anche questa passi per conto suo.
Il tema della serata era tutt'altro che da ridere, lui ci ha mostrato dei video, estratti da you tube, di cantanti locali Tommy Riccio, Gianni Vezzosi, Lisa Castaldi che cantavano canzoni che già dai titoli facevano accapponare la pelle”O' latitante, o' killer, il mio amico camorrista”.
Qua sotto metto due video mostrati da Saviano.
Qualche napoletano di buona volontà potrebbe poi tradurre il testo, ma le immagini già lasciano senza parole.
Queste canzoni, sono responsabili di parte del consenso, che in certe zone d'Italia, la criminalità organizzata riceve dalla gente semplice, priva certamente di cultura, capacità di analisi, e tutto il resto, determinando, a mio parere, un fenomeno di società criminale, su cui si poggia la sensazione di un'impossibilità di porre fine ad un sistema ormai incancrenito.
Non voglio certamente pensare o dire che il meridione sia fatto solo da persone che credono nel sistema criminale – non potrei anche perchè anch'io sono un meridionale – ma certamente tale sistema si base su una sorta di consenso, fatto di omertà, di accettazione, di favori, di paura, di passività che costituisce l'humus sul quale prospera. Mi vengono alla mente le parole di Giovanni Falcone, quando dice che la sicilianità, il senso dell'omertà, il senso meridionale della famiglia e del rispetto fa prosperare la mafia.
Ricordo anche questo video, tratto dal film “I cento passi”.
Roberto Saviano ha concluso con le parole: “Se vedi qualcosa, dì qualcosa”.
Ha ragione lui, solo così si può bloccare un sistema criminale, togliendogli il consenso della gente.
Migliaia di persone affollavano la sala, quasi si trattasse di una qualche star della televisione. Sapevo solo il titolo del suo intervento “Come scrivo: raccontare il Sud attraverso la sua musica”. Ecco, mi sono detto, invece di parlarci della camorra, dei suoi intrecci con la politica, ci viene a parlare della canzone neomelodica napoletana.
Chi introduceva l'autore preannunciava che sarebbe stato anche divertente ascoltare Saviano; altra cosa che ti lascia titubante, quando vai ad ascoltare l'autore di Gomorra e che da anni vive sotto scorta.
All'ingresso, Roberto veniva accolto da un enorme applauso... poi ci siamo tutti alzati ed abbiamo continuato ad applaudire, la cosa era emozionante; ecco, pensavo, la gente ha trovato in lui un'icona, un idolo positivo, che riesce ad esprimere sulla propria carne la voglia di normalità - lui che sicuramente non sa più cosa sia una vita normale - la voglia di giustizia, la voglia di abbattere un potere sempre più uguale a se stesso.
Sicuramente le motivazioni di questo gesto di vicinanza, di fratellanza con questo piccolo grande uomo, saranno state diverse, le più disparate, ma li dentro, in quell'auditorium, c'era una parte della società civile che non vuole arrendersi, che non vuole accettare il fatto che la mafia, la camorra, la 'ndragheta siano realtà ineluttabili come gli eventi naturali, contro cui poco può l'uomo, se non piegarsi aspettando e sperando che anche questa passi per conto suo.
Il tema della serata era tutt'altro che da ridere, lui ci ha mostrato dei video, estratti da you tube, di cantanti locali Tommy Riccio, Gianni Vezzosi, Lisa Castaldi che cantavano canzoni che già dai titoli facevano accapponare la pelle”O' latitante, o' killer, il mio amico camorrista”.
Qua sotto metto due video mostrati da Saviano.
Qualche napoletano di buona volontà potrebbe poi tradurre il testo, ma le immagini già lasciano senza parole.
Queste canzoni, sono responsabili di parte del consenso, che in certe zone d'Italia, la criminalità organizzata riceve dalla gente semplice, priva certamente di cultura, capacità di analisi, e tutto il resto, determinando, a mio parere, un fenomeno di società criminale, su cui si poggia la sensazione di un'impossibilità di porre fine ad un sistema ormai incancrenito.
Non voglio certamente pensare o dire che il meridione sia fatto solo da persone che credono nel sistema criminale – non potrei anche perchè anch'io sono un meridionale – ma certamente tale sistema si base su una sorta di consenso, fatto di omertà, di accettazione, di favori, di paura, di passività che costituisce l'humus sul quale prospera. Mi vengono alla mente le parole di Giovanni Falcone, quando dice che la sicilianità, il senso dell'omertà, il senso meridionale della famiglia e del rispetto fa prosperare la mafia.
Ricordo anche questo video, tratto dal film “I cento passi”.
Roberto Saviano ha concluso con le parole: “Se vedi qualcosa, dì qualcosa”.
Ha ragione lui, solo così si può bloccare un sistema criminale, togliendogli il consenso della gente.