nicole
b
“Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto piú spesso e piú a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me. Queste due cose io non ho bisogno di cercarle e semplicemente supporle come se fossero avvolte nell’oscurità, o fossero nel trascendente fuori del mio orizzonte; io le vedo davanti a me e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza"
( la conclusione della Critica della ragion pratica di Immanuel Kant, e la frase che ho citato nel titolo è anche stata scritta sulla sua lapide)
………..
- Non farmi la morale…!!!
- Tieni la tua morale fuori….
- Ognuno ha la sua morale e non ne esiste una per tutti...
- La morale nasce anche dalla sensibilità del singolo, dal suo carattere, dal suo modo di pensare.
- La moralità di chi? La mia, la tua, del sig. x. Di chi?
- ….riguardo alla moralità, non mi riferivo alla mia, ma in generale….
(alcune di frasi citate ho copiato dal topic precedente, estraendole dal loro concetto originale, solo con lo scopo di elencare le numerose varianti di frasi simili che spesso si sentono nella vita quotidiana. In altre parole detto: non chiamo in causa nessuno dei autori delle frasi sopra citate, ne tanto meno voglio discutere sul loro concetto in quale sono state pronunciate, quello ovviamente riguardano il tema discusso nel altro topic, e non hanno niente a che vedere con questo che cerco di introdurre . Mi sono servite solo come l’input per introdurre la tema. Cercavo i soliti modi di dire, ma molto spesso mi trovi a corto di essi. Dunque, chiedo scusa se con questo forse ferisco sensibilità di persone convolte (involontariamente), e se non approvano questo mio metodo, garantisco che cancellerò all’istante le frasi).
Quante volte abbiamo sentito queste, e molte altre, simili frasi…. LA MORALE.
Ma che cosa è la morale?
È uguale per ogni persona?
Se non lo è, perché?
Quale e la morale della nostra società?
La condividete?
Quanto ci influenza nella vita quotidiana la ‘nostra morale’?
Quali sono i vostri principali codici morali?
Serve la morale nella vita reale, o credete che sia impossibile da metterla in pratica?
Poi ci sono alcuni legami: morale – sesso, morale-religione ( la religione non solo ci dice come dobbiamo comportarci, ma, ci spiega anche perché dovremmo comportarci in quel determinato modo! La religione giustifica le nostre azioni morali nella prospettiva della ricompensa o della punizione ultraterrena; perché mi devo comportare bene? perché se non lo farai brucerai all'inferno!). Come li vedete voi: reali, veri o pensate che si tratta dei pregiudizi….?
Ci sono ancora tante domande che possono uscire da questo tema… vi va di parlare?
Per inizio riporto una definizione che dovrebbe più o meno darci una vaga idea di che cosa parliamo:
La morale rappresenta la condotta diretta da norme, la guida secondo la quale l'uomo agisce. Detto in altre parole: l'assieme di valori, norme e costumi di un individuo o di un determinato gruppo umano.
Da distinguere dalla moralità => assieme di convenzioni e valori di un determinato gruppo sociale in un periodo storico (o semplicemente di un individuo), concetto ben distinto da moralismo con il quale si intende la corruzione della moralità
Mi sembra carino riportare un breve riassunto di due grandi filosofi, che tutti noi ricordiamo soprattutto come i filosofi di etica e che personalmente amo molto e cerco di seguire come la ‘mia morale personale’:
Immanuel Kant - in breve, la morale interna è presentata come la specificità dell'essere umano ("l'io indivisibile") in contrapposizione alla finitezza umana, che, invece, è restituita dallo spettacolo dell'universo -
rispetto all'universo l'uomo è una creatura animale finita, ma dentro di sè, nella connessione necessaria con la legge morale, autoevidente proprio come le stelle, egli supera la mortalità animale, sperimenta un'esistenza indipendente dal mondo sensibile che, scrive Kant, "non è ristretta alle condizioni e ai limiti di questa vita, ma si estende all’infinito".
Ciò che Immanuel Kant voleva dire era semplicemente che l' essere umano nasce già con la consapevolezza di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, di ciò che è in armonia col creato e ciò che non lo è. Riportato ai giorni nostri Kant afferma praticamente che chi dice che la normalità non esiste sta mentendo sapendo di mentire in quanto il concetto di normalità è impresso nel suo essere dalla nascita e si affianca al concetto di vivere in armonia con tutto ciò che ci circonda. Anormale è tutto ciò che rompe quell'armonia. Kant aveva questa visione dell' armonia totale dell’universo, dal mondo fisico a quello metafisico. => questo è ciò che sosteneva Kant
Ha cercato anche di dare una forma (mettere i limiti) alla legge morale, e da qui escono i suoi imperativi:
1." Agisci in modo che tu possa volere che la massima delle tue azioni divenga universale ".
2. " Agisci in modo che la tua volontà possa istituire una legislazione universale".
3. " Agisci in modo da trattare l'uomo così in te come negli altri sempre anche come fine, non mai solo come mezzo ".
Un altro filosofo, che si occupò di etica, molto famoso e conosciuto da tutti (almeno nelle sue più grandi idee) fu Socrate (quasi si potrebbe dire che fu fondatore di l’etica, anche se prima di lui furono altri, ma quelli non sono riusciti a lasciare l’impronta propria cosi forte come l’aveva lasciato Socrate)
Socrate soprattutto si era occupato della virtù – ma bisogna dire che il termine greco della virtù non coincide tanto al nostro concetto della parola virtù. Oggi la virtù per noi comprende fede, speranza, carità, ma il termine aretè (greco – virtù) significa "capacità", "valore", "eccellenza", quindi sviluppo e realizzazione di facoltà umane.
Secondo Socrate ogni virtù corrisponde ad un sapere, ad una certezza priva di ombre e di dubbi. È scienza.
Non è possibile realizzare l'aretè (virtù) se non si sa in cosa consiste.
Non si può realizzare il coraggio se non si sa cosa sia, nè essere gusti se non si conosce la giustizia.
In pratica tutte le virtù si riducono ad una: il conseguimento del vero sapere, cioè la conoscenza di cosa è bene per l'uomo.
Questo tipo di sapere non solo è necessario, ma perfino sufficiente a produrre retti comportamenti.
Perciò il vizio è anche originato dall'ignoranza. La conseguenza è che l'uomo non fa il male, non commette ingiustizie volontariamente, ma per ignoranza di cosa è bene per lui.
(Chi agisce per un fine malvagio è dunque insensato, non sa incontro a quali disgrazie sta andando.)
Socrate ritiene sia possibile, dunque, pervenire ad una conoscenza della giustizia, non attraverso casi particolari, esempi di giustizia, ma proprio sapendo che cosa è.
Perchè è solo sapendo che "cosa è", secondo Socrate, noi possiamo comportarci giustamente.
Questo "che cosa" deve essere infatti identico in ogni uomo giusto e in ogni azione giusta.
Questo carattere, o tratto distintivo, rinvenibile in ogni individuo considerato giusto o in ogni azione valutata come giusta, è in sostanza un'idea, un concetto, un tratto universale.
Per non dilungare troppo sulla filosofia di Socrate, concludo con la sua massima con la quale anche lui ha finito la sua vita: è meglio subire un'ingiustizia invece che commetterla.
.................
Oltre questi due citati filosofi, ci sono numerosi altri, se volete riportate anche la loro visione, ma soprattutto, raccontatemi la vostra…. Le vostre opinioni, pensieri, i dubbi, e tanto altro ancora che in qualche modo riguarda la morale….
( la conclusione della Critica della ragion pratica di Immanuel Kant, e la frase che ho citato nel titolo è anche stata scritta sulla sua lapide)
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- Non farmi la morale…!!!
- Tieni la tua morale fuori….
- Ognuno ha la sua morale e non ne esiste una per tutti...
- La morale nasce anche dalla sensibilità del singolo, dal suo carattere, dal suo modo di pensare.
- La moralità di chi? La mia, la tua, del sig. x. Di chi?
- ….riguardo alla moralità, non mi riferivo alla mia, ma in generale….
(alcune di frasi citate ho copiato dal topic precedente, estraendole dal loro concetto originale, solo con lo scopo di elencare le numerose varianti di frasi simili che spesso si sentono nella vita quotidiana. In altre parole detto: non chiamo in causa nessuno dei autori delle frasi sopra citate, ne tanto meno voglio discutere sul loro concetto in quale sono state pronunciate, quello ovviamente riguardano il tema discusso nel altro topic, e non hanno niente a che vedere con questo che cerco di introdurre . Mi sono servite solo come l’input per introdurre la tema. Cercavo i soliti modi di dire, ma molto spesso mi trovi a corto di essi. Dunque, chiedo scusa se con questo forse ferisco sensibilità di persone convolte (involontariamente), e se non approvano questo mio metodo, garantisco che cancellerò all’istante le frasi).
Quante volte abbiamo sentito queste, e molte altre, simili frasi…. LA MORALE.
Ma che cosa è la morale?
È uguale per ogni persona?
Se non lo è, perché?
Quale e la morale della nostra società?
La condividete?
Quanto ci influenza nella vita quotidiana la ‘nostra morale’?
Quali sono i vostri principali codici morali?
Serve la morale nella vita reale, o credete che sia impossibile da metterla in pratica?
Poi ci sono alcuni legami: morale – sesso, morale-religione ( la religione non solo ci dice come dobbiamo comportarci, ma, ci spiega anche perché dovremmo comportarci in quel determinato modo! La religione giustifica le nostre azioni morali nella prospettiva della ricompensa o della punizione ultraterrena; perché mi devo comportare bene? perché se non lo farai brucerai all'inferno!). Come li vedete voi: reali, veri o pensate che si tratta dei pregiudizi….?
Ci sono ancora tante domande che possono uscire da questo tema… vi va di parlare?
Per inizio riporto una definizione che dovrebbe più o meno darci una vaga idea di che cosa parliamo:
La morale rappresenta la condotta diretta da norme, la guida secondo la quale l'uomo agisce. Detto in altre parole: l'assieme di valori, norme e costumi di un individuo o di un determinato gruppo umano.
Da distinguere dalla moralità => assieme di convenzioni e valori di un determinato gruppo sociale in un periodo storico (o semplicemente di un individuo), concetto ben distinto da moralismo con il quale si intende la corruzione della moralità
Mi sembra carino riportare un breve riassunto di due grandi filosofi, che tutti noi ricordiamo soprattutto come i filosofi di etica e che personalmente amo molto e cerco di seguire come la ‘mia morale personale’:
Immanuel Kant - in breve, la morale interna è presentata come la specificità dell'essere umano ("l'io indivisibile") in contrapposizione alla finitezza umana, che, invece, è restituita dallo spettacolo dell'universo -
rispetto all'universo l'uomo è una creatura animale finita, ma dentro di sè, nella connessione necessaria con la legge morale, autoevidente proprio come le stelle, egli supera la mortalità animale, sperimenta un'esistenza indipendente dal mondo sensibile che, scrive Kant, "non è ristretta alle condizioni e ai limiti di questa vita, ma si estende all’infinito".
Ciò che Immanuel Kant voleva dire era semplicemente che l' essere umano nasce già con la consapevolezza di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, di ciò che è in armonia col creato e ciò che non lo è. Riportato ai giorni nostri Kant afferma praticamente che chi dice che la normalità non esiste sta mentendo sapendo di mentire in quanto il concetto di normalità è impresso nel suo essere dalla nascita e si affianca al concetto di vivere in armonia con tutto ciò che ci circonda. Anormale è tutto ciò che rompe quell'armonia. Kant aveva questa visione dell' armonia totale dell’universo, dal mondo fisico a quello metafisico. => questo è ciò che sosteneva Kant
Ha cercato anche di dare una forma (mettere i limiti) alla legge morale, e da qui escono i suoi imperativi:
1." Agisci in modo che tu possa volere che la massima delle tue azioni divenga universale ".
2. " Agisci in modo che la tua volontà possa istituire una legislazione universale".
3. " Agisci in modo da trattare l'uomo così in te come negli altri sempre anche come fine, non mai solo come mezzo ".
Un altro filosofo, che si occupò di etica, molto famoso e conosciuto da tutti (almeno nelle sue più grandi idee) fu Socrate (quasi si potrebbe dire che fu fondatore di l’etica, anche se prima di lui furono altri, ma quelli non sono riusciti a lasciare l’impronta propria cosi forte come l’aveva lasciato Socrate)
Socrate soprattutto si era occupato della virtù – ma bisogna dire che il termine greco della virtù non coincide tanto al nostro concetto della parola virtù. Oggi la virtù per noi comprende fede, speranza, carità, ma il termine aretè (greco – virtù) significa "capacità", "valore", "eccellenza", quindi sviluppo e realizzazione di facoltà umane.
Secondo Socrate ogni virtù corrisponde ad un sapere, ad una certezza priva di ombre e di dubbi. È scienza.
Non è possibile realizzare l'aretè (virtù) se non si sa in cosa consiste.
Non si può realizzare il coraggio se non si sa cosa sia, nè essere gusti se non si conosce la giustizia.
In pratica tutte le virtù si riducono ad una: il conseguimento del vero sapere, cioè la conoscenza di cosa è bene per l'uomo.
Questo tipo di sapere non solo è necessario, ma perfino sufficiente a produrre retti comportamenti.
Perciò il vizio è anche originato dall'ignoranza. La conseguenza è che l'uomo non fa il male, non commette ingiustizie volontariamente, ma per ignoranza di cosa è bene per lui.
(Chi agisce per un fine malvagio è dunque insensato, non sa incontro a quali disgrazie sta andando.)
Socrate ritiene sia possibile, dunque, pervenire ad una conoscenza della giustizia, non attraverso casi particolari, esempi di giustizia, ma proprio sapendo che cosa è.
Perchè è solo sapendo che "cosa è", secondo Socrate, noi possiamo comportarci giustamente.
Questo "che cosa" deve essere infatti identico in ogni uomo giusto e in ogni azione giusta.
Questo carattere, o tratto distintivo, rinvenibile in ogni individuo considerato giusto o in ogni azione valutata come giusta, è in sostanza un'idea, un concetto, un tratto universale.
Per non dilungare troppo sulla filosofia di Socrate, concludo con la sua massima con la quale anche lui ha finito la sua vita: è meglio subire un'ingiustizia invece che commetterla.
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Oltre questi due citati filosofi, ci sono numerosi altri, se volete riportate anche la loro visione, ma soprattutto, raccontatemi la vostra…. Le vostre opinioni, pensieri, i dubbi, e tanto altro ancora che in qualche modo riguarda la morale….