Nietzsche, Friedrich

sergio Rufo

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« Ciò che io racconto è la storia dei prossimi due secoli. Io descrivo ciò che viene, ciò che non può fare a meno di venire: l'avvento del nichilismo. Questa storia può già ora essere raccontata; perché la necessità stessa è qui all'opera. Questo futuro parla già per mille segni, questo destino si annunzia dappertutto; per questa musica del futuro tutte le orecchie sono già in ascolto. Tutta la nostra cultura europea si muove in una torturante tensione che cresce da decenni in decenni, come protesa verso una catastrofe: irrequieta, violenta, precipitosa; simile ad una corrente che vuole giungere alla fine, che non riflette più ed ha paura di riflettere. »

F.Nietzsche
 
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Al di là del rispetto che provo per Nietzsche, il nichilismo in se non mi è 'simpatico'... ma non perchè cerca di buttare e distrugere le vecchie idee (se una cosa sia sbagliata, sono la prima di essere d'accordo per eliminarla), ma per quanto non avevano niente con che cosa da sostituire quelle idee che cercavano di distrugere...
Volevano togliere, ma non davano niente in cambio... lasciando solo un vuoto dietro di se...:?
 

wiktor

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Al di là del rispetto che provo per Nietzsche, il nichilismo in se non mi è 'simpatico'... ma non perchè cerca di buttare e distrugere le vecchie idee (se una cosa sia sbagliata, sono la prima di essere d'accordo per eliminarla), ma per quanto non avevano niente con che cosa da sostituire quelle idee che cercavano di distrugere...
Volevano togliere, ma non davano niente in cambio... lasciando solo un vuoto dietro di se...:?
ti pare niente è proprio questo che ti porta a ragionare e a cercare di cambiare ( o almeno a me)
bella citazione quella riportata,ho letto diverse cose dell autore ma ci ho capito veramente poco,forse piu che leggerle bisognerebbe studiarle ma non ce l ho fatta.
 

sergio Rufo

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Noi che abbiamo un altra fede

" Noi, che abbiamo un'altra fede, noi, per i quali il movimento democratico non è solo una forma di decadenza dell'organizzazione politica ma una forma di decadenza e cioè di riduzione dell'uomo, un suo diventare mediocre e perdere di valore: dove dobbiamo rivolgerci noi con le nostre speranze? Verso nuovi filosofi, non rimane altra scelta; verso spiriti abbastanza forti e indipendenti da poter stimolare opposti giudizi di valore e rivalutare e capovolgere «valori eterni»; verso precursori, verso uomini del futuro, che già oggi formano quei lacci e quei nodi che costringeranno la volontà di millenni verso nuove strade. Per insegnare all'uomo che il suo futuro è volontà, dipendente da una volontà umana e per preparare grandi avventure e tentativi collettivi di disciplina e di educazione, per mettere fine in tal modo all'orribile dominazione dell'assurdo e del caso che si è chiamata «storia» - l'assurdo della «maggioranza» è solo la sua forma più recente - perciò sarà necessario un giorno un nuovo tipo di filosofi e di detentori del comando di fronte alla cui immagine tutti gli spiriti nascosti, terribili e benefici che sono esistiti sulla terra, figureranno pallidi e deformi. L'immagine di tali condottieri è quella che ci sta davanti agli occhi - posso dirlo forte, voi spiriti liberi? Le circostanze, che bisognerebbe in parte creare e in parte sfruttare per la loro nascita, le presumibili vie e le prove grazie alle quali un'anima potrebbe giungere a una tale altezza e a una tale potenza da sentire il vincolo a questi compiti, un capovolgimento dei valori sotto la cui nuova pressione e sotto il cui martello una coscienza verrebbe temperata come acciaio e un cuore trasformato in bronzo, così da poter reggere al peso di una tale responsabilità. D'altro canto la necessità di tali condottieri, il terribile pericolo che essi possano mancare o fallire e degenerare, queste sono le nostre vere preoccupazioni e i turbamenti, lo sapete voi, voi spiriti liberi? Questi sono i nostri pesanti, lontani pensieri e le tempeste che passano nel cielo della nostra vita. Ci sono pochi dolori così acuti come l'aver visto, indovinato e partecipato al modo in cui un uomo straordinario si è allontanato dalla sua strada ed è degenerato. Chi però possiede la rara attenzione al comune pericolo che l'uomo stesso degeneri, chi come noi ha riconosciuto la mostruosa casualità che finora ha giocato il suo gioco sul futuro dell'uomo - un gioco al quale non ha partecipato né una mano e neppure un «dito di Dio»! - chi scopre la fatalità che giace nascosta nell’idiota ingenuità e nella fiduciosa credulità delle «idee moderne», e ancor più in tutt'intera la morale cristiano-europea, costui soffrirà un'angoscia con la quale nessun'altra si lascia paragonare, con un unico sguardo egli abbraccerà tutto ciò che con una concentrazione e un incremento favorevole di forze e di compiti ci sarebbe ancora da ottenere con l'educazione dall'uomo, egli sa con tutto il sapere della sua coscienza come l'uomo non sia ancora esaurito per le massime possibilità e come il tipo «uomo» sia stato già spesso vicino a decisioni segrete e a nuove vie, egli sa ancor meglio per un suo ricordo dolorosissimo contro quali miserabili cose un essere in divenire, di altissimo rango, fino ad oggi si sia infranto, sfasciato, sia colato a picco, sia divenuto miserabile. La totale degenerazione dell'uomo giù fino a ciò che oggi appare ai babbei socialisti e alle teste vuote come il loro «uomo del futuro», come il loro ideale, questa degenerazione e deprezzamento dell'uomo a perfetto animale del gregge (o come essi dicono in uomo della «società libera»), questo abbrutimento dell'uomo in bestiola con uguali diritti ed esigenze è possibile, non vi è alcun dubbio! Chi ha pensato a questa possibilità fino in fondo, almeno una volta, conosce una nausea in più rispetto agli altri uomini, e forse anche un nuovo compito!

F.Nietzsche
 

sergio Rufo

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Ciao Wiktor, hai ragione. Non e' poco riflettere sul prima per cambiare nel dopo. Una rinascita e' la parola giusta.
Nietzsche e' il filosofo spartiacqua nel pensiero occidentale: con lui si capovolge la metafisica millenaria che aveva imperversato da Paltone in poi. Finisce il mondo delle " idee".
Si ritorna in terra perche' la vita e' innanzitutto terrena.
Cosa succede con la filosofia di Nietzsche?
succede una cosa semplicissima: l'uomo non guarda piu' verso il cielo, ma guarda l'abisso che lui stesso e'.
Stravolge tutta quella tavola di valori che hanno degenerato l'uomo ad un animale da gregge: capovolge la coscienza individuale e sociale; rilegge la storia a ritroso e si accorge che l'ombra del viandante uomo e' solamente il frutto del pensiero morale e culturale europeo da duemila anni a questa parte. Dalla nascita del Cristianesimo in poi ogni sfacettatura del nostro essere sara' irrimediabilmente contaminata ( anche a nostra insaputa ) da un castello astruso di pre-giudizi
Tutto il cosidetto " progresso" uomo si regge su una premessa ingannevole: che la vita in ogni piccola e grande cosa sia spiegabile con un perche'? e con un "a che scopo?"
Con Nietzsche si " ritorna" felicemente ad un sentimento diveniente, ad una gioia d'ebbrezza vitale, si ritorna ad essere quel bambino che eternamente gioca nel " finito" mondo delle sue possibilita'.
Qui, in terra.

Nicole.
Il nichilismo e' una malattia necessaria e se vuoi benefica.
E' come un malato che si accorge di essere malato e cerca la cura. Non sa come curarsi, ma sa che deve guarire.
E' gia' qualcosa.
Tu pensa che tutta la cultura occidentale ( anche noi...) e' l'esasperazione del nichilismo piu' frenetico: e' la grande malattia dei tempi moderni.

E si sa. Ci vuole buona salute ma per superare certe " crisi", ci vuole un eccesso di buona salute!
 
Parlando sempre di nichilismo, credo che bisogna fare l'attenzione a una cosa...
Adesso ho anche un po' di paura da come saranno accolte le mie parole... per favore, non mi cimentate troppo....
Dunque, io, per come la vedo, credo che la massa è ignorante e debole. Cioè, non è saggia, non è intelligente, non riesce a ragionare, non sa a guardare con i propri occhi....Si lascia manipolare come un bambino di due anni.
Per questo, per sopravvivere ha bisogno dei sostegni. Forse riesce anche a capire che sta usando i sostegni marci, ma siccome si tratta degli unici sostegni che ha, preferisce continuare a usare questi sostegni marci, che piuttosto, rimanere solo sulle proprie forze...e siccome non è intelligente, non sa fabbricarsi i nuovi sostegni. Sani.
Per questo motivo ancora oggi siamo, dove siamo. Nelle mani della Chiesa, tra le grinfie dei politici incapaci per i ruoli che coprono, ed altro....
Finche i nichilisti rimangano sul punto che bisogna distruggere tutto il marcio, ma senza curarsi troppo di offrire le alternative, non avrà il successo e verrà guardata con disprezzo... La massa ha paura dall'ignoto, e dal vuoto
 

wiktor

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accidenti rufo,hai riportatato una bellissima citazione di nietzsche (e le sue parole sono sempre bombe atomiche) e di seguito hai espresso un tuo commento molto esplicativo.mi è piaciuto molto
thanks :)
 

sergio Rufo

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Non esistono i nichilisti in se stessi.
Il nichilismo e' una malattia del tempo, e' l'annichilimento della coscienza o il dis-conoscimento del proprio valore.
E' l'avvento di un" non pensiero" anche laddove si puo' e si pensa di pensare.
Il nichilismo, ad esempio Nicole, e' anche l'uso indiscriminato della tecnica e della tecnologia.
Tu stessa, senza accorgerti , potresti essere una nichilista che non sa di esserlo.
Od anch'io, naturalmente.

Il " niente" o il non senso fanno capolino soltanto nel momento che si ha una presa di coscienza. La presa di coscienza nasce proprio dalla domanda: " ma i valori che vivo, sono miei o no?"
E' questa la domanda alla quale una cultura non piu' " omologata" in valori pre-costituiti, deve rispondere. ma per rispondere deve uscire dall'intorpidimento del proprio essere.
Pasolini, ad esempio, per dire uno tra i moderni, capi' benissimo questo: l'omologazione dell'individuo sociale di oggi si e' traslalta in una altra linea sottile, insidiosa, indolore: il consumismo generalizzato e l'appiattimento di ognuno di noi non solo nel suo agire in conformita' ad un valore " datoci" ma persino nel nostro modo di " desiderare" di essere o di avere.
Il nichilismo puo' essere dunque letto in due fasi: storico e filosofico prima, attuale e pratico dopo.

Essere nichilisti significa rendersi conto di quello che " non siamo piu" perche' non autenticamente nostro" Di quello che ci hanno fatto diventare in un mondo caotico, estremamente veloce, intensamente e fasullamnte comunicativo, accellerato allo spasimo, frenetico nelle reazioni, travolgente nel suo modo di presentarsi, invadente nella sfera personale, massificante sul lavoro, globalizzante politicamente, mascherato in ogni suo dettaglio, reciprocamente diffidente, astioso, aggressivo, violento nella sua imposizione, estremamente commerciale, vero nell'immagine finto nell'essenza, artificioso, falso nella sua iconoclastia ( infatti fa l'esatto opposto: idolatra valori finti)
Un mondo dove nulla ha piu' senso.
Questo e' un mondo nichilista, basta accorgersi.
 

sergio Rufo

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di niente, wiktor.
Se vuoi riportare tu qualche passo...

Ovvio: e' sempre difficile astrarre periodi da un pensiero in generale.
Ma comunque possono essere spunto di discussione anche se andrebbero letti in un contesto piu' generale.
 

Sir

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Secondo voi, ad oggi, quanto è stato veramente compreso di Nietzsche?
Per me, pur tra letture e riletture varie, non si va troppo oltre un 50% - non necessariamente per carenze dei suoi studiosi, s'intende.
Comincio a pensare che il suo "nascere postumo" vada collegato più al 2000 che al '900. :?
 

wiktor

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Io avevo in mente, molto vagamente, il movimento... mi sembra di ricordare che fu in Russia....:?

vado a memoria senza controllare, mi pare che turgenev in padri e figli presentò tra i primi in letteratura un personaggio (si chiamava borozov?) che rappresentava queste caratteristiche di nichilista
ma ce ne saranno tantissimi altri di esempi letterari..
ma forse vado fuori tema:)
 

sergio Rufo

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Sir, quanto e' stato compreso Nietzsche?

ciao Sir, fai un'attenta riflessione: infatti quanto e' stato compeso Nietzsche?
e' una domanda difficilissima.
La filosofia niciana ha impegnato tutto il 900 per trovare una risposta che forse, in fondo, non c'e'.
Pensa, Sir, che anche la politica europea da destra a sinistra ha tentato di prendere lo spunto dal pensiero niciano...; e' questo e' una cosa scandalosa dato che lo stesso Nietzsche avrebbe aborrito la politica di oggi. Lui parlava di " grande politica" ma con una valenza molto piu' pericolosa e profonda.
Come si deve interpretare Nietzsche? a chi chiedere aiuto?
Sicuramente, tra i tantissim, ad Heidegger che dedico' 10 anni di cattedra universitaria proprio a Nietzsche".
Alla fine della sua vita disse: " il filosofo che piu' di ogni altro mi ha fatto impazzire per l'interpretazione ontologica e' Nietzsche".
La sua opera monumentale " Niietzsche" pubblicata in italia da Adelphi consta di 1250 pagine. La filosofia niciana e' interpretata dal punto di vista esistenziale e soprattutto ontologico. Cos'era l'eterno ritorno dell'uguale? e la volonta' di potenza? come intendeva , alla fin della fiera, la vita il grande filosofo tedesco?
E' difficile rispondere, molto difficile, ma ognuno leggendolo puo' cercare in se stesso una " propria" risposta.
Tieni conto, Sir, che ogni filosofo e' plasmabile dalle nostre affinita' con lui...Puoi trovare cose belle che ti si addicono e cose meno belle su cui rimanere perplessi.

Il principio primo di Nietzsche? diciamo che il "diritto" alla vita e' una questione di volonta' di potenza, ovvero, quel quantum di forza che tu sei nel divenire.
 

sergio Rufo

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L'eterno ritorno

Sir, ti posto il primo barlume ( af.341 La gaia scienza) che si affaccio' al pensiero di Nietzche in Val Engandina al di sopra di 6000 piedi d'altezza -,come lui disse -, sul pensiero dell'eterno ritorno che sviluppera' in seguito.
E' un pensiero profondissimo. Se lo leggi bene e lo rifletti in tutte le sue angolature, ti si apriranno mille domande, mille dubbi, mille fascini.
Forse noi stiamo tornando?
Ma se si, sai che capovolgimento totale del nostro pensiero sulla vita???


Che accadrebbe se, un giorno o una notte, un demone strisciasse furtivo nella più solitaria delle tue solitudini e ti dicesse:
"Questa vita, come tu ora la vivi e l'hai vissuta, dovrai riviverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte
e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro,
e ogni cosa indicibilmente piccola e grande della tua vita dovrà far ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione
- e così pure questo ragno e questo lume di luna tra gli alberi e così pure questo attimo e io stesso.
L'eterna clessidra dell'esistenza viene sempre di nuovo capovolta-
e tu con essa granello di polvere!"
- Non ti rovesceresti a terra, digrignando i denti e maledicendo il demone che così ha parlato?
Oppure hai forse vissuto una volta un attimo immane, in cui questa sarebbe stata la tua risposta:
"Tu sei un dio, e mai intesi cosa più divina!"?
Se quel pensiero ti prendesse in suo potere, a te, quale sei ora, farebbe subire una metamorfosi, e forse ti stritolerebbe;
la domanda che ti porresti ogni volta e in ogni caso:
"Vuoi tu questo ancora una volta e ancora innumerevoli volte?"
graverebbe sul tuo agire come il peso più grande!
Oppure, quanto tu dovresti amare te stesso e la vita, per non desiderare più alcun'altra cosa che quest'ultima eterna sanzione, questo suggello?

F.Nietzsche La gaia Scienza Aforisma 341
 

Mizar

Alfaheimr
Io apprezzo tanto il Nostro N. ma detesto e derido la teoria dell'Eterno Ritorno.
Per il resto, ho sviluppato una morbosa dipendenza da poema sinfonico straussiano - lo ammetto e taccio.
 

sergio Rufo

New member
ah, mizar, felice che detesti la teoria dell'eterno ritorno, ma quale teoria? dicamo la dottrina.
per quante innumerevoli volte dovrai tornare a detestarla? :D ( preparati)
 

Sefora

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Nichilismo

Nella storia della filosofia l'origine del termine si fa di solito risalire alla polemica Jacobi- Ficthe (omissis..., poco importa.) Hegel ne parla negativamente, come N. logico, nel senso che la logica si oppone dialetticamente alla realt�; in Schopenhauer occorre nullificare il mondo delle apparenze per giungere
all'ascesi. Invece Max Stirner, allievo di Hegel e pensatore originalissimo, ne "L'unico e la sua propriet� 1845" usa il termine in senso positivo. Sostiene che la libert� dell'uomo � assolutamente singolare e condanna ogni subordinazione a ideologie, gerarchie e modelli sociali. Nietzsche gli deve parecchio.....Alla prossima, se interessa.:wink::wink:
 

sergio Rufo

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ciao sefora conosco bene Stirner: filosofo per cui ci vuole uno stomaco forte.
Non da tutti.
Fa piacere che qualcuno lo abbia letto.

Il mio diritto e' il dovere dell'altro e il mio dovere e 'il diritto altrui.
Cosi', con due parole, Stirner risolse tutta la dialettica tra diritto e dovere sociale.

Nietzsche deve moltissimo a questo filosofo che probabilemnte consoceva bene anche se non e' assolutamente sicuro.
Nella biblioteca ricostruita a Weimar ( Archivio) non si e' trovata nessuna copia del volume di Stirner.
Sicuramente Nietzsche non lesse nemmeno Marx.

Piuttosto: come chicca dei libri ritrovati vi e' una copia di Stifter, Tarda Estate ( o Estate di San Martino) capolavoro dell'800 ma poco conosciuto.
Un libro romantico, dolce, intenso, forte. Un libro vitalista, se cosi' si puo' dire.

Schopenhauer non appartenne piu' al pensiero niciano quasi dal momento del suo allontanamento da Wagner e da tutta la concezione cristiana della vita.
Ma il mondo come volonta' e rappresentazione , a mio avviso, e' un libro unico, una testimonianza filosofica delle piu' alte nel pensiero occidentale.

Il nichilismo e' necessario, si puo' dire cosi', proprio per essere definitivamente liberi-
 
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