Sesia, Giovanni

Apart

New member
Giovanni Sesia, pittore, fotografo, artista della memoria. Le sue opere sono un'elaborazione del passato, che l'artista ripercorre attraverso l'opera pittorica e fotografica, affinchè il ricordo non venga perduto. Giovanni Sesia si serve della fotografia come strumento della memoria, per raggiungere l’emozione attraverso la sua pittura, sublimando anonime tracce di vita in una proiezione verso l'eternità.

( da http://www.giovannisesia.it)


83senzatitolotecnicamis.jpg
 
Ultima modifica:

Apart

New member
Inserisco alcune sue opere.

84senzatitolotecnicamis.jpg
 
Ultima modifica:

Apart

New member
Giovanni Sesia è nato a Magenta, provincia di Milano, il 3/8/1955. Artista particolare, si pone a metà fra pittura e fotografia, rielaborando lastre e scatti con tratti ad olio. L'origine va ricercata nel ritrovamento di pellicole e lastre antiche che vengono ristampate su tavola e poi ritoccate con colori ad olio, polveri di ferro e rame e ricoperte da una fitta scrittura, che diventa anch'essa segno pittorico. Tra i suoi più recenti cicli di opere è degna di nota una serie nata dal ritrovamento di pellicole e lastre appartenenti all'archivio di un istituto psichiatrico lombardo che ritraggono volti dagli anni Trenta agli anni Cinquanta. Una volta, infatti, i manicomi dipendevano dal ministero della giustizia e i suoi malati erano considerati alla stregua di carcerati, per questo venivano segnalati con fotografie. Sesia riscatta gli sguardi dimenticati dall'indifferenza, dall'anonimato la memoria di questi individui. Ciò che l'artista vede è che nella loro scomparsa è in gioco la sua stessa perdita, nel terribile oblio che, come un velo, avvolge l'esistenza in ogni istante e che, denso come lo strato di polvere che copre oggetti e fotografie del passato, si compie nella spietatezza di un tempo scandito dagli orologi.
L'azione gestuale di Sesia sulle fotografie s'imprime come segno d'intensa partecipazione, ad un volto, ad un abito sgualcito, ad una piega casuale, effimera come la vita, ad un oggetto stratificato di memoria. La sua azione sull'immagine è la sofferta consapevolezza di poter svelare il mistero del tempo solo rivelando nuovamente il passato, salvandolo dal rischio d'essere definitivamente "archiviato"; come per le foto dei "matti", resi nella sua opera testimoni dell'unica vera follia: quella del tempo, che trascina via il presente del nostro vivere.

(http://www.archimagazine.com/msesia.htm)
 
Mi è piaciuta tanto la prima fotografia...:D
Anche quella che rappresenta la madre con la figlia, non mi risulta male, ma avrei prefferito che lasciasse solo una figura di loro, che invece moltiplicarli....:)
 
Alto