McCarthy, Cormac

sergio Rufo

New member
Lo conoscerete senz'altro tutti; forse e' uno dei migliori scrittori al mondo, oggi vivente.
Per quanto mi riguarda, giocando con questi stupidi parametri, io tolgo il forse , e con Saramago non vedo niente di meglio su questo pianeta. ( e' personale, ovvio)
Il grande scrittore americano, in un certo senso, e' unico: per tutti i profili che voi vorrete metterci.
Stile: impareggiabile
La scrittura dell'americano e' assolutamente perfetta: epica, poetica, magnificiente, corale, forte, dolce, cadenzata a ritmo vitale.
Offre un ampio respiro, per poi salire a vette serrate e fulminanti( dialoghi)e ridiscendere come un fiume in piena, ma piu' avvolgente, nella narrazione( il raccontato)
Ambientazioni: apocalittiche. Madre natura e' il Grande palcoscenico e la vita stessa assume il ruolo di protagonista.
In McCarthy tutto e' vita, anche le pietre del deserto ( un panteista)
Personaggi: indimenticabili.
Su tutti un Galton o un Giudice, uomini forti per un sentimento forte.
Trame: perfette
Contenuto e visione: beh, signori, il pensiero di McCarthy e' un pensiero duro, denso, temprato.
Madre natura e' padrona in assoluto; l'eterno conflitto tra condizione umana e condizione naturale , qui in queste pagine, ha un concerto melodioso.
Lontano da ogni moralismo di bassa lega; lontano da ogni etica pregiudiziale, o da ogni teoria ideale, il grande scrittore americano si assume un ruolo, se si vuole, politicamente scorretto, ma talmente onesto e talmente sincero da apparire come l'unica filosofia ( uomo) possibile nella sua autenticita'.
Il western di McCarthy e' simbolo di un palcoscenico che non solo e' il teatro del fine 800, ma bensi' e' lo sfondo di ogni epoca.
L'espansione ( confine), la violenza ( potenza) e l'affermazione ( al di la' del bene o del male) esistenziale come individuo, sono i valori esistenzialmente atavici dell'uomo.
Meridiano di sangue, lo considero, uno dei massimi libri di tutto il secolo.
Per chi ancora non lo conoscesse, buona lettura davvero.
 
Ultima modifica di un moderatore:

sergio Rufo

New member
Meridiano di sangue o Rosso di sera nel West. ( recensione.)

La rappresentazione definitiva di cosa sia il panico terrore del West è opera di Cormac McCarthy e si intitola Meridiano di sangue. Malgrado la sua prima pubblicazione risalga a poco più di un quarto di secolo fa, questo romanzo è ormai entrato nel sublime limbo dei libri senza tempo. Harold Bloom lo ha definito «il vero romanzo apocalittico americano », ponendolo un gradino sopra a quanto di meglio hanno scritto maestri quali Don DeLillo, Philip Roth e Thomas Pynchon. Follie sanguinarie senza un perché Ciò nonostante, Meridiano di sangue rimane un capolavoro per addetti alla scrittura. Spesso la sua scarsa presa sul grande pubblico è spiegata con la lingua ostica e barocca di Mc- Carthy. La letteratura abbonda però di testi ben più complessi che sono comunque diventati best seller o quasi. La vera ragione va dunque cercata altrove, probabilmente in ciò che ha indotto qualcuno a considerare Meridiano di sangue il libro più cruento e raccapricciante dopo l'Iliade. In teoria, nemmeno questo dovrebbe costituire un problema, visto che l'uso gratuito della violenza è ormai una costante nelle produzioni cinematografiche e letterarie più commerciali. Per giunta, il romanzo di Mc- Carthy ricalca i tipici motivi del genere western. Riducendolo all'osso, in esso si raccontano le truculenti peripezie di un ragazzo che diventa adulto al seguito di una banda di feroci cacciatori di scalpi. A sconcertare il lettore non è che i personaggi si scannino in continuazione, bensì che la loro prepotente ineluttabile follia sanguinaria non abbia alcun perché. Comunque lo si voglia intendere, il West di Meridiano di sangue è il caos allo stato brado. Ma forse «caos» non è la parola adatta. Forse è più giusto parlare dell'ira di un ordine che trascende l'umana comprensione, un ordine così superiore da schiacciarci con la più assoluta e insensata indifferenza. Con quella che a noi nostri occhi sembra assoluta e insensata indifferenza. McCarthy non offre la minima consolazione. Una mattanza perenne, la guerra sempiterna: così è, se vi pare.
 

sergio Rufo

New member
La storia non si evolve.

“Se Dio avesse voluto interferire nella degenerazione dell’umanità, non l’avrebbe già fatto? I lupi selezionano i lupi, amico… e ancora… Tutte le cose del mondo sbocciano, maturano e muoiono, ma in quelle dell’uomo non c’è tramonto e il mezzodì del suo fiorire è già l’inizio della notte. Per lui (l’uomo), il meridiano è insieme il crepuscolo e la sera del giorno. Tutto rinascerà ancora e ancora e ancora”
Giudice Holden.

Cormac McCarthy. Meridiano di sangue.
 

sergio Rufo

New member
Quando sognerai di un mondo che non è mai esistito o di uno che non esisterà mai e in cui sei di nuovo felice, vorrà dire che ti sei arreso.
(La strada)
 

sergio Rufo

New member
Senza pieta'.

In McCarthy , in tutti i suoi libri in tutti i suoi personaggi, non esiste la questione psicologica. Non c'e' la benche' minima questione emotiva: tutto accade, tutto ci accade, tutto diviene in modo inarrestabile. Determinato. Il soggetto stesso in McCarthy e' negato. Non esprime nessuna visione soggettiva. Il grande scritore americano puo' benissimo essere paragonato ad Avedon il grande fotografo della natura statunitense. Grandi scenari osservati con disincanto.
Ed ammirazione.
McCarthy non esprime nessuna benevolenza verso i propri personaggi: non distingue il buono dal cattivo; il benevolo dal malvagio; non aiuta i poveri; non si dispiace per i bambini; non una parola pietosa.
Il tempo: tutto e' ora , il passato non esiste, il futuro e' gia' qui. Se c'e' un futuro.
 

wiktor

Member
non lo so,presto lo leggerò ma a me gli americani (e soprattutton lo stereotipo americano) piacciono poco (ormai è risaputo) nel cinema e nella letteratura a parte de lillo e fante (sono americani del tutto?)
ci provero col massimo impegno ma pure questo tema epico ,come dici tu,all iliade mi piace poco nei romanzi con ambientazione americana.
 

Croyd

New member
Ho letto Figlio di Dio e il primo (Cavalli Selvaggi) della Trilogia della Frontiera (appena finisco un libro che sto leggendo, attacco con gli altri 2), è uno scrittore fantastico, a tratti scarno, poetico nelle descrizioni dei paesaggi di confine, forse troppo lento, ma se riesci ad immergerti in quel ritmo, lo ami (altrimenti ti risulterà pesante).
Sicuramente leggerò Meridiano di sangue, La strada e Suttre in seguito.
 

ziggy

New member
Suttre

Ho letto Figlio di Dio e il primo (Cavalli Selvaggi) della Trilogia della Frontiera (appena finisco un libro che sto leggendo, attacco con gli altri 2), è uno scrittore fantastico, a tratti scarno, poetico nelle descrizioni dei paesaggi di confine, forse troppo lento, ma se riesci ad immergerti in quel ritmo, lo ami (altrimenti ti risulterà pesante).
Sicuramente leggerò Meridiano di sangue, La strada e Suttre in seguito.

Sono nuovo, anzi nuovissimo di questo forum e non potevo che iniziare con l'immenso McCarthy.

Ho letto e riletto tutto di questo Autore che considero uno dei mie 4 prefetti in assoluto. Scrivo quotando il post sopra in quanto vorrei sapere se alla fine ha poi letto Suttre e quale impressione ha avuto.
A mio avviso è un libro di rara bellezza anche se, forse, se l'Autore fosse riuscito a mantenerlo all'interno dei suoi standard di numero pagine sarebbe stato il suo capolavoro.
Figlio di Dio e Il buio fuori rimangono i mie preferiti.
Certo, La Strada…..che dire…!!
E il magnifico Sunset Boulevard che ti rapisce fino all'ultima riga e il cui adattamento filmico non reca giustizia.

Grazie per aver avuto l'occasione di iniziare in questo forum così!!

Ziggy
 

Miian

New member
Il primo (e unico) libro che ho letto di McCarthy è Suttree.
L'ho abbandonato a metà, senza una ragione particolare.
Credo che non sia un libro che puoi leggere per distrarre il tempo, per esempio aspettando il treno. Forse è per questo che mi perdevo spesso durante la lettura, leggevo spezzoni e non capivo la trama.
Dovrò riprenderlo appena possibile, perchè sono rimasta incantata dallo stile così particolare, dalla maestosità delle descrizioni...
Ho anche trovato Suttree un personaggio molto enigmatico, quasi sfuggente, come se non fosse il vero protagonista, solo uno spettatore un po' distratto.
 

fabiog

New member
Ho letto " Oltre il confine " e " Meridiano di sangue ", due romanzi che ho trovato profondamente diversi tra loro, ma entrambi di grande potenza letterraria. Quello che fino ad ora ho apprezzato nei romanzi di McCarthy è il suo costruire trame e il suo suo stile letterario, McCarthy costruisce dei " romanzi di formazione ", almeno in questi due casi, in cui è la violenza, la natura a formare i suoi giovani protagonisti. Potente è il suo modo di descrivere la natura, quasi sempre distaccata dagli eventi che accadono, i suoi dialoghi spesso fulminei, laconici, altre volte , come nei discorsi del giudice in " Meridiano di sangue " ricchi di filosofia e apocalittici.
Una delle descrizioni che mi è rimasta più impressa è quella che in " Meridiano di sangue " annuncia la comparsa del giudice, figura descritta seduta su una roccia nel deserto, come fosse un demonio sputato dall'Inferno.
Un autore di cui leggerò ancora altro per potermi immergere appieno nel suo mondo
 

polvere

New member
A volte credo che un'opera sfugga al suo creatore, sfugga al suo interprete e diventi tutta di chi l'ammira. Questo mi è successo con le sue storie. Qualcuno dice che chi legge non è mai solo, però quando ho finito di leggere le sue opere mi sono sentito profondamente solo... Sono sicuro che altri autori avranno avuto lo stesso effetto su altri viaggiatori.
 
Alto