Tolstoj, Lev - Il Grande Genio

Clik

New member
Amo molto questo artista e lo considero uno dei Geni dell' umanita'.
Si parla molto di Tolstoj per le sue opere scritte, immense, si parla meno invece delle sue opere nella vita.
Non tutti sanno forse che e' stato un uomo di una bonta' infinita, nella sua vita ha aiutato concretamente con i fatti e non solo a parole molte persone.
Ha istituito scuole per bambini e per i suoi contadini, naturalmente a sue spese, creando anche un nuovo modo di insegnare.
Ha salvato persone di una regione della Russia andate in miseria per colpa della peste con i propri mezzi e istituendo raccolte economiche facendosene promotore.
E' riuscito a far emigrare in Canada ragazzi che erano perseguitati in patria perche' obiettori di coscienza seguendo le teorie di Tolstoj stesso.
Andava nei campi a lavorare insieme ai suoi contadini dalla mattina alla sera.
Ha forse trascurato la propria famiglia, la moglie questo non glielo ha mai perdonato, facendolo passare per un padre e un marito manchevole nei confronti della famiglia, forse un po' a ragione, io dico, pero', che Lui aveva qualcosa di piu' grande dentro di se a cui pensare "Gli Altri", quelli che avevano bisogni veramente di Lui, mentre la sua famiglia poteva avere molto grazie alle proprie ricchezze.
Non dimentichiamo che Tolstoj fu amato molto dai propri figli.
Molti tendono a dividere la sua vita in due parti, prima e dopo la conversione cristiana.
Io dico che invece la sua e' stata una vita in crescendo dal punto di vista morale, una maturazione avvenuta giorno dopo giorno, fino a diventare il grande Tolstoj che tutti conisciamo e che credo tutti possiamo riconoscere in lui il grande Genio del XIX sec.

Che ne pensate?
Ciaoooooooooooooooo:wink::paura:

 

Zefiro

da sudovest
Ciao, Clik ben arrivato/a nel forum.

Ti scrivo per rifilarti subito subito subito un messaggio di propaganda elettorale, che te la dice lunga peraltro su ciò che penso di Tolstoj.

Se vuoi partecipare al Gruppo di Lettura (vedi sezione salotto letterario) è aperto un sondaggio in cui puoi votare Guerra e pace, il titolo proposto da me

Siamo alla XXIX edizione, di cui in questo momento è aperto il sondaggio appunto.

In pratica un gruppo di lettura funziona così: gli utenti propongono ogni volta quindici titoli, che poi vanno in votazione. Il più votato lo si legge insieme e lo si commenta nel forum.

La regola è che se voti e il libro vince poi devi partecipare al gruppo di lettura, ossia leggerlo insieme agli altri. Se invece pensi di non farlo, allora è buona norma astenersi dal votare.

Ah! Tranquillo! (tranquillla?) Non è sempre e non sono tutti così. Sono l'unico che si diverte a rastrellare voti quando sono aperti i sondaggi... :mrgreen:

E' un bel forum e se ti piace leggere ti troverai bene.

Ciao :wink:
 

Vladimir

New member
Senza dubbio è stato un gigante della letteratura mondiale. Ha portato il realismo a vette siderali (becnhé il suo stile lasci abbastanza a desiderare a volte) ed ebbe una notorietà tale all'estero a cavallo fra XIX e XX secolo fra gli intellettuali europei girava questa battuta: "In Russia ci sono due zar: Tolstoj e poi Nicola". Fu, indubbiamente, anche un filantropo e, generalmente, un uomo impegnato nel sociale.
Sinceramente, però, non mi trovo concorde sul fatto che la sua vita sia solo una crescita costante e la divisione in due periodi è più che opportuna. La frattura fra il "primo" e l' "ultimo" Tolstoj è drammatica. Dopo il fraintendimento di Anna Karenina(1878), personaggio che, nelle sue intenzioni, doveva essere negativo e deprecabile e invece suscita solo la compassione e l'immedesimazione del lettore, Lev Nikolaevic comincia a dedicarsi alla filosofia e allo studio esegetico e filologico delle sacre scritture, nel tentativo di placare la sua sete di fede e i suoi dubbi esistenziali.
Tutto inutile. Comincia così a produrre una serie di racconti che culminano con Una sonata Kreutzer(1890), novella di pregevole fattura, ma profondamente misogina e a tratti pesantemente moralista. Non basta. Circa sette anni dopo, scrive il saggio Che cos'è l'arte in cui proclama (in maniera furente oltrettutto) l'inutilità dell'arte prendendosela soprattutto con la musica in quanto "sconveniente" perché induce l'uomo ad un sentimento di trasporto. Ma il fondo, a mio modesto avviso, lo tocca con Ressurrezione: in quest'opera, scritta in un russo pessimo, l'artista, il grande Tolstoj non c'è più. Il genio ha lasciato il posto ad un'ombra di sè stesso distorta che concentra tutto il suo sforzo sull'insegnamento morale, commettendo lo stesso errore che la Chiesa ha fatto tante volte: crede che l'uomo sia stato creato per i precetti e non il contrario. L'umanità in quanto tale, con i suoi difetti, vizi, virtù, non è più all'attenzione del grande scrittore, che vive in una spasmodica, quanto inutile, volontà di seguire puntigliosamente il Vangelo.
 

Clik

New member
Sinceramente, però, non mi trovo concorde sul fatto che la sua vita sia solo una crescita costante e la divisione in due periodi è più che opportuna..

Non capisco se intendi dire, con questa frase, che Tolstoj è stato un apportunista, se così è non sono proprio d'accordo perchè non credo che avesse avuto bisogno di essere opportunista.
Non si inventa un nuovo modo di essere così su due piedi e portarlo avanti tutta una vita o quasi senza crederci, e Tolstoj invece credeva molto in cio' che faceva.
Che poi le sue convinzioni si possano giudicare non lo metto in dubbio, ma certamente la conversione c'è stata ed e' stata più che consapevole e veritiera.

Comunque sono d'accordo nel dire che negli ultimi anni era calato come scrittore, ma sicuramente era cresciuto come uomo.
Come uomo morale e spirituale, al di fuori che ognuno di noi possa crederlo o no.
Tutte quelle cose che ha fatto come uomo sono tutte documentate nella sua biografia non c'è nulla di inventato ed è questo che volevo far capire, mettere in evidenza non tanto il Tolstoj scrittore ( che a me fa impazzire) ma soprattutto il Tolstoj uomo.

Un errore che vedo si commette spesso e' considerare Tolstoj un sempliciotto con idee da bar, non e' così, non confondiamo la semplicità con la stupidita' o altro.
Poi ricordo che è stato scomunicato dalla chiesa quindi non credo che abbia fatto gli errori che ha fatto sempre la chiesa stessa.
Lui aveva un' ideologia anarchica della cristianita' e metteva come priorita' Dio e L'Uomo come una cosa unica dove ciascuno ha bisogno dell'altro per vivere.
Questo comunque è un discorso complesso, però ti assicuro che non è affatto un discorso o un pensiero cosi' banale come puo' sembra in apparenza.

Nella mia vita non dico di essere stato un grandissimo lettore, ma abbastanza e ti dico con sincerita' che le emozioni che ho provato leggendo Tolstoj non le ho mai provate n'è prima n'è dopo.
Forse Ressurrezione non sarà il suo piu' grande romanzo, ma hai mai provato ha leggere il suo incipit?
Se non lo avessi fatto ti consiglio di farlo.:wink:
E poi insegna a donare, a liberarsi di tutte le sfarzosita', a dedicare la propria esistenza al servizio dei dimenticati, ora dimmi, cosa c'è di pi'ù bello nella nostra vita che essere capaci di fare ciò?
E lui lo ha fatto.

Ben vengano questi scambi di idee e piccole-buone discussioni.
Ciao e buona lettura.:)
 

sergio Rufo

New member
click, fai bene a difendere Tolstoj, ma cio' non toglie la poverta' d'idee di quest'ultimo o comunque, ad esser generosi, una confusione mentale che ha del paradossale.
Si prenda la sua idea del socialismo , la si giri, la si rigiri e vien da ridere; oppure quella dell'uomo concepito come rassegnato e schiavo di una morale ricca di precetti da seguire per trovare un senso ( religioso e non umano) .
La liberta' del donare di Tolstoj assomiglia tanto alla favoletta della volpe e dell'uva: non avendo niente da " prendere" perche' incapace a farlo ( l'uomo senza volonta') l'uomo tolstoiano si da' al dare.
Ma ci si chiede: qualcuno gli ha chiesto qualcosa?
 

Clik

New member
Sergio non cerco di difendere Tolstoj, ma il suo pensiero.
Sicuramente Tolstoj è stato molto contraddittorio nella sua vita, ma dimmi quale altro grande scrittore o artista non lo è stato.
A Roma si dice "ci sta' come il cacio sui maccheroni".

Comunque, mi dispiace, ma se un uomo come Tolstoj va insegnando o dicendo che è bello e giusto dedicare la propria vita agli altri, a chi ne ha bisogno, e qualcun' altro lo definisce per questo un povero senza idee e soprattutto paragona la sua vita, il suo pensiero
alla favoletta della volpe e dell'uva, allora credo che ci si debba fermare un attimo, riavvolgere il registratore all'inizio e ricominciare a registrare facendo attenzione questa volta a non catturare suoni fastidiosi provenienti da chissà dove, che possano distorcere la registrazione stessa.

Poi, sinceramente, se a un uomo che a bisogno di aiuto, noi cerchiamo di aiutarlo con tutto noi stessi, non credo che costui ci risponda "Ma io non ti ho chiesto niente".

E questa è solo una piccola parte del vasto mondo Tolstojano contraddittorio-confuso o no.

Ciao.
 

sergio Rufo

New member
ciao clik capisco bene la tua considerazione.
Tolstoj ha scritto capolavori impareggiabili come Guerra e Pace ed altre opere. La dottrina tolstojana, o meglio ancora la visione del mondo dell'autore russo, puo' sicuramente essere intesa in un modo costruttivo e sotto il profilo morale ed etico persino come un insegnamento. Nessuno lo discute seppure vi siano molte contraddizioni.
Ma questo Clik non dimostra niente di niente; anche il Vangelo insegna e predica; e cosi' tante filosofie esistenziali.
Piuttosto si tratta di scegliere e noi non scegliamo l'uomo tolstojano. Che dio ce ne scampi.
Tolstoj era un pessimo psicologo, una sorta di miope anche un po' disonesto; laddove c'e' il " meglio" la' c'e' la volonta' di dominio perche' l'uomo altro non e' che questo. Persino la vita stessa e' volonta' di dominio sulla morte e sulla stasi. Tutto cio' che si " muove e diviene" e' dominio , e' manifestazione di forza, di esuberanza.
L'uomo Tolstojano, invece, si avvia pian pianino alla rassegnazione, alla sfiducia, alla speranza: all'uomo tolstojano incapace di volere e di determinarsi non resta altro che la resurrezione in altri cieli.
Insomma: povero di spirito deve inventarsi delle sue " malattie" qualcosa di virtuoso.
La bonta' e' sempre stetta parente della debolezza.

Ecco perche' si chiede: chi ha chiesto qualcosa?

Infine: leggasi l'interpretazione tolstoiana della campagna Napoleonica.
Alla fine non si capisce bene cio' che si sta leggendo: storia o ciarlataneria morale? Se Tolstoj avesse avuto un minimo di pudore non avrebbe dovuto raccontare una " storia" al di la' di lui.
Troppo in alto per un piccolo come lui.
 

Vladimir

New member


Non capisco se intendi dire, con questa frase, che Tolstoj è stato un apportunista, se così è non sono proprio d'accordo perchè non credo che avesse avuto bisogno di essere opportunista.
Non si inventa un nuovo modo di essere così su due piedi e portarlo avanti tutta una vita o quasi senza crederci, e Tolstoj invece credeva molto in cio' che faceva.
Che poi le sue convinzioni si possano giudicare non lo metto in dubbio, ma certamente la conversione c'è stata ed e' stata più che consapevole e veritiera.

Comunque sono d'accordo nel dire che negli ultimi anni era calato come scrittore, ma sicuramente era cresciuto come uomo.
Come uomo morale e spirituale, al di fuori che ognuno di noi possa crederlo o no.
Tutte quelle cose che ha fatto come uomo sono tutte documentate nella sua biografia non c'è nulla di inventato ed è questo che volevo far capire, mettere in evidenza non tanto il Tolstoj scrittore ( che a me fa impazzire) ma soprattutto il Tolstoj uomo.

Un errore che vedo si commette spesso e' considerare Tolstoj un sempliciotto con idee da bar, non e' così, non confondiamo la semplicità con la stupidita' o altro.
Poi ricordo che è stato scomunicato dalla chiesa quindi non credo che abbia fatto gli errori che ha fatto sempre la chiesa stessa.
Lui aveva un' ideologia anarchica della cristianita' e metteva come priorita' Dio e L'Uomo come una cosa unica dove ciascuno ha bisogno dell'altro per vivere.
Questo comunque è un discorso complesso, però ti assicuro che non è affatto un discorso o un pensiero cosi' banale come puo' sembra in apparenza.

Nella mia vita non dico di essere stato un grandissimo lettore, ma abbastanza e ti dico con sincerita' che le emozioni che ho provato leggendo Tolstoj non le ho mai provate n'è prima n'è dopo.
Forse Ressurrezione non sarà il suo piu' grande romanzo, ma hai mai provato ha leggere il suo incipit?
Se non lo avessi fatto ti consiglio di farlo.:wink:
E poi insegna a donare, a liberarsi di tutte le sfarzosita', a dedicare la propria esistenza al servizio dei dimenticati, ora dimmi, cosa c'è di pi'ù bello nella nostra vita che essere capaci di fare ciò?
E lui lo ha fatto.

Ben vengano questi scambi di idee e piccole-buone discussioni.
Ciao e buona lettura.:)

Non dico affatto che Tolstoj fosse un opportunista, o un sempliciotto con idee da bar e credo che chiunque affermi il contrario sia o idiota o in malafede. Io sostengo solo (e molti altri studiosi che ne sanno molto più del sottoscritto) che l'anarco-evangelismo abbracciato negli ultimi vent'anni di vita ci restituisca il Tolstoj peggiore sia a livello umano che artistico. A parte la sufficienza e a volte la crudeltà con cui trattava i suoi famigliare durante quel periodo (lo dimostrano i diari della moglie e i suoi frequenti tentativi di suicidio dopo il 1900), il tolstojsmo credo rimanga un qualcosa di indistinto, indefinito, vagheggiante e spesso autoreferenziale. Prova ne sono sia la contraddizione della vita stessa di Tolstoj, che falciava il fieno con i suoi contadini ma dal 1881 in poi non si faceva troppi problemi a trascorrere gli inverni nella confortevole magione di Mosca. Il suo errore, a mio avviso, non era tanto il predicare "la rinuncia al male" (Ghandi ci fece la rivoluzione seguendo in parte il tolstojsmo), quanto lo sprofondare in un moralismo cieco e integralista tipico di una certa mentalità pre-petrina. Condannava tutto senza riserve: progresso (anche medico), moltissimi capolavori letterari (rinnegò persino Pushkin), arte, scienza. Non credo che un uomo che rinnega sé stesso e tutto ciò che, dal punto di vista culturale, lo ha fatto essere un "illuminato" abbia compiuto un grande passo avanti. Al contrario, secondo me è involuto.
Per quanto riguarda Resurrezione credo sia un romanzo a dir poco orrendo. A tratti è una bruttissima copia di Delitto e castigo: soprattutto l'epilogo e la vita da prostituta della Maslova (ricorda la Sonja di Raskol'nikov ma l'umanità straordianaria di quel personaggio si perde nelle valutazioni morali). L'ho letto quasi tutto in russo e poi in italiano e sinceramente non riesco a trovareci quasi nulla di positivo. Sull'incipit però ti do ragione: sembra di riscoprire il Tolstoj di Guerra e pace.
 

Clik

New member
Non dico affatto che Tolstoj fosse un opportunista, o un sempliciotto con idee da bar e credo che chiunque affermi il contrario sia o idiota o in malafede. Io sostengo solo (e molti altri studiosi che ne sanno molto pi� del sottoscritto) che l'anarco-evangelismo abbracciato negli ultimi vent'anni di vita ci restituisca il Tolstoj peggiore sia a livello umano che artistico. A parte la sufficienza e a volte la crudelt� con cui trattava i suoi famigliare durante quel periodo (lo dimostrano i diari della moglie e i suoi frequenti tentativi di suicidio dopo il 1900), il tolstojsmo credo rimanga un qualcosa di indistinto, indefinito, vagheggiante e spesso autoreferenziale. Prova ne sono sia la contraddizione della vita stessa di Tolstoj, che falciava il fieno con i suoi contadini ma dal 1881 in poi non si faceva troppi problemi a trascorrere gli inverni nella confortevole magione di Mosca. Il suo errore, a mio avviso, non era tanto il predicare "la rinuncia al male" (Ghandi ci fece la rivoluzione seguendo in parte il tolstojsmo), quanto lo sprofondare in un moralismo cieco e integralista tipico di una certa mentalit� pre-petrina. Condannava tutto senza riserve: progresso (anche medico), moltissimi capolavori letterari (rinneg� persino Pushkin), arte, scienza. Non credo che un uomo che rinnega s� stesso e tutto ci� che, dal punto di vista culturale, lo ha fatto essere un "illuminato" abbia compiuto un grande passo avanti. Al contrario, secondo me � involuto.
Per quanto riguarda Resurrezione credo sia un romanzo a dir poco orrendo. A tratti � una bruttissima copia di Delitto e castigo: soprattutto l'epilogo e la vita da prostituta della Maslova (ricorda la Sonja di Raskol'nikov ma l'umanit� straordianaria di quel personaggio si perde nelle valutazioni morali). L'ho letto quasi tutto in russo e poi in italiano e sinceramente non riesco a trovareci quasi nulla di positivo. Sull'incipit per� ti do ragione: sembra di riscoprire il Tolstoj di Guerra e pace.


Ok Vladimir ora ho capito meglio il tuo pensiero e sono d'accordo con te nel dire che Tolstoj nell'ultimo periodo della sua vita era sicuramente confuso e insicuro di se e di cio' che voleva fare.
Sono d'accordo anche che in questo ultimo periodo ha avuto un calo artistico, pero' non sono d'accordo nel dire che ha avuto anche un calo umano, questo no.
Secondo me, anche nella sua confusione, ha voluto dirci e insegnarci qualcosa di importante e che noi facciamo pero' fatica ha capire oggi.
Per quanto riguarda la sua famiglia ho potuto apprendere che era molto amato dai suoi figli, soprattutto la figlia che lo ha accompagnato nel suo ultimo viaggio, diciamo anche che la moglie ha sempre vissuto con grande frustazione il "genio" del marito, quindi non darei molto per scontato cio' che ha scritto sui suoi diari, ho l'impressione che fosse un po' la Santippe dell' 800.
Poi Puskin, a me risulta che lo ha sempre ammirato, dichiarandolo anche in una sua intervista, che stimava molto il lavoro di costui,come anche quello di Dostoevskij e Gogol.
So' che ha avuto da dire di Shakespeare e qui non mi e' piaciuto perche' era il tempo che giudicava un po' l'arte e ovviamente non mi trovo d'accordo con lui qui.

Comunque anche con i suoi alti e bassi per me rimane il miglior scrittore mai esistito e che il libro piu' bello dell'intera umanita', e non sono solo io a dirlo ma molti critici e altri che ne capiscono piu' di me, e' e rimane "Guerra e Pace".
Si puo' magari mettere in discussione il Tolstoj moralista, idealista (seppure anche qui ha avuto molto da dirci) ma mi trovo d'accordo comunque nel definirlo confuso e troppo moralista , ma il Tolstoj scrittore, semi-poeta non si discute.
Spero che su questo siamo d'accordo.
Ciao:wink:

N.B.
Che incipit eh.
 

Vladimir

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Ok Vladimir ora ho capito meglio il tuo pensiero e sono d'accordo con te nel dire che Tolstoj nell'ultimo periodo della sua vita era sicuramente confuso e insicuro di se e di cio' che voleva fare.
Sono d'accordo anche che in questo ultimo periodo ha avuto un calo artistico, pero' non sono d'accordo nel dire che ha avuto anche un calo umano, questo no.
Secondo me, anche nella sua confusione, ha voluto dirci e insegnarci qualcosa di importante e che noi facciamo pero' fatica ha capire oggi.
Per quanto riguarda la sua famiglia ho potuto apprendere che era molto amato dai suoi figli, soprattutto la figlia che lo ha accompagnato nel suo ultimo viaggio, diciamo anche che la moglie ha sempre vissuto con grande frustazione il "genio" del marito, quindi non darei molto per scontato cio' che ha scritto sui suoi diari, ho l'impressione che fosse un po' la Santippe dell' 800.
Poi Puskin, a me risulta che lo ha sempre ammirato, dichiarandolo anche in una sua intervista, che stimava molto il lavoro di costui,come anche quello di Dostoevskij e Gogol.
So' che ha avuto da dire di Shakespeare e qui non mi e' piaciuto perche' era il tempo che giudicava un po' l'arte e ovviamente non mi trovo d'accordo con lui qui.

Comunque anche con i suoi alti e bassi per me rimane il miglior scrittore mai esistito e che il libro piu' bello dell'intera umanita', e non sono solo io a dirlo ma molti critici e altri che ne capiscono piu' di me, e' e rimane "Guerra e Pace".
Si puo' magari mettere in discussione il Tolstoj moralista, idealista (seppure anche qui ha avuto molto da dirci) ma mi trovo d'accordo comunque nel definirlo confuso e troppo moralista , ma il Tolstoj scrittore, semi-poeta non si discute.
Spero che su questo siamo d'accordo.
Ciao:wink:

N.B.
Che incipit eh.

Si ho capito e rispetto il tuo punto di vista anche se non lo condivido. Poi stai parlando con uno che fra l'eterna e spesso insensata "battaglia" fra Tolstoj e Dostoevskij è un partigiano accesissimo dell'ultimo. Non so se Guerra e pace sia il più grande libro della letteratura russa, probabilmente no. È senz'altro verissimo che, assieme ad Anna Karenina è uno dei vertici della letteratura russa e mondiale, ma per rimanere in ambito russo secondo me il primato lo meritano altri due (sempre parlando di XIX secolo ovviamente): l'Onegin di Pushkin (in russo a tratti è commovente per la bellezza delle rime) e Delitto e castigo e/o I fratelli Karamazov. Ora ti spiego anche il perché. Tolstoj, nella sua produzione, ha osato abbastanza poco. Si è sempre attenuto al realismo più stretto, non sconfinando pressoché mai in altri generi (se non sbaglio ha scritto un paio di racconti fantastici che non sono neanche stati tradotti in italiano). Al contrario gente come Pushkin o Dostoevskij è stata in grado di spaziare tranquillamente fra generi diversi: pensa per esempio a quante chiavi di lettura offre Delitto e castigo: romanzo realista classico, sociale se vogliamo; romanzo a tema religioso; giallo; romanzo politico. Oppure pensa solo alle numerosi punti di vista che offrono I racconti di Belkin di Pushkin, o opere ingannevolmente semplici come Le veglie alla masseria di Dikan'ka e Mirgoroddi Gogol'.
 

Clik

New member
Si ho capito e rispetto il tuo punto di vista anche se non lo condivido. Poi stai parlando con uno che fra l'eterna e spesso insensata "battaglia" fra Tolstoj e Dostoevskij � un partigiano accesissimo dell'ultimo. Non so se Guerra e pace sia il pi� grande libro della letteratura russa, probabilmente no. � senz'altro verissimo che, assieme ad Anna Karenina � uno dei vertici della letteratura russa e mondiale, ma per rimanere in ambito russo secondo me il primato lo meritano altri due (sempre parlando di XIX secolo ovviamente): l'Onegin di Pushkin (in russo a tratti � commovente per la bellezza delle rime) e Delitto e castigo e/o I fratelli Karamazov. Ora ti spiego anche il perch�. Tolstoj, nella sua produzione, ha osato abbastanza poco. Si � sempre attenuto al realismo pi� stretto, non sconfinando pressoch� mai in altri generi (se non sbaglio ha scritto un paio di racconti fantastici che non sono neanche stati tradotti in italiano). Al contrario gente come Pushkin o Dostoevskij � stata in grado di spaziare tranquillamente fra generi diversi: pensa per esempio a quante chiavi di lettura offre Delitto e castigo: romanzo realista classico, sociale se vogliamo; romanzo a tema religioso; giallo; romanzo politico. Oppure pensa solo alle numerosi punti di vista che offrono I racconti di Belkin di Pushkin, o opere ingannevolmente semplici come Le veglie alla masseria di Dikan'ka e Mirgoroddi Gogol'.

Ok Vladimir, ognuno ha i propri punti di vista, ma il bello e' proprio questo.

Comunque ho letto l'Eugenio Onegin di Puskin e sono pienamente d'accordo con te e' favoloso, romanzo-poetico, spettacolare.
Iniziero' ha breve la lettura di Delitto e Castigo, ti faro' sapere.
Di Dostoevskij comunque ho letto le Notti Bianche, Il Sosia e alcuni racconti, e' straordinario ma Tolstoj per me rimane unico, soprattutto per il suo modo di scrivere, un talento inimitabile.:wink:
Ciao.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Clik, Vladimir,

parlare di Tolstoj è sempre un piacere.

Tolstoj aveva tante idee.
Alcune, semplici.

Una delle più belle e ricorrenti (Kitty e Levin, La felicità coniugale, la fine dei protagonisti di Guerra e Pace) è la ricerca dell'equilibrio personale dosando Lavoro e Famiglia dove per Famiglia non s'intende un matrimonio di convenienza ma di Amore.
Sembra una favola per educande.
Poi, nella vita, non nei libri, può capitare che di esser corrisposto in amore dalla persona giusta e si voglia costruire insieme qualcosa: una casa (affitto o mutuo), le bollette, una Opel Corsa del 96, un bambino o forse due, i genitori anziani da accudire, un lavoro da conservare senza buttar via la propria dignità...
Essere nella condizione di dire << nel ns piccolo potremmo essere dei personaggi di Tolstoj: vediamo se ce la facciamo! >> è duro ma anche una grande soddisfazione.
Con tutto rispetto per Dostoevskij, prefirisco cercare di vivere come qualche personaggio di Tolstoj.

Alcuni suoi personaggi, avevano Fede.
Io non ne ho e in genere il discorso mi puzza di ipocrisia.
Pare che anche Tolstoj fosse un uomo di fede ma a volte a me sembra che si sforzasse di conservarla o che fosse solo un mezzo per imbastire un insieme di valori.
Messo così, il suo Cristianesimo è pieno di carisma e fascino perchè è vero e umano; ovviamente è più vicino al contadino russo che al pastore samaritano, ma non importa, sono solo dettagli legati allo spazio e al tempo. Anzi, mi piace più il Gesù che aveva in testa Tolstoj che quello dei Vangeli.

Resurrezione è scritto in maniera scadente?
L'ho letto anch'io nell'introduzione e si porta come scusa il fatto che andasse di fretta per far cassa ed aiutare a scappare in Alaska una setta di matti come lui... ma non essendo in grado di leggere la versione originale, non posso giudicare e se devo dire la verità, nemmeno m'importa tanto.
M'interessano invece i due protagonisti principali e soprattutto il divario che separa le due classi sociali. Quando lei rifiuta lui senza nemmeno capire perchè diavolo l'avesse seguita fino in Siberia, ti mette davanti ai disperati che non possono nemmeno concepire l'amore o la convivenza vera e prolungata con membri di altre classi sociali.

Un saluto e grazie per la discussione.
 

Aindreas

New member


Non capisco se intendi dire, con questa frase, che Tolstoj è stato un apportunista, se così è non sono proprio d'accordo perchè non credo che avesse avuto bisogno di essere opportunista.
Non si inventa un nuovo modo di essere così su due piedi e portarlo avanti tutta una vita o quasi senza crederci, e Tolstoj invece credeva molto in cio' che faceva.
Che poi le sue convinzioni si possano giudicare non lo metto in dubbio, ma certamente la conversione c'è stata ed e' stata più che consapevole e veritiera.

Comunque sono d'accordo nel dire che negli ultimi anni era calato come scrittore, ma sicuramente era cresciuto come uomo.
Come uomo morale e spirituale, al di fuori che ognuno di noi possa crederlo o no.
Tutte quelle cose che ha fatto come uomo sono tutte documentate nella sua biografia non c'è nulla di inventato ed è questo che volevo far capire, mettere in evidenza non tanto il Tolstoj scrittore ( che a me fa impazzire) ma soprattutto il Tolstoj uomo.

Un errore che vedo si commette spesso e' considerare Tolstoj un sempliciotto con idee da bar, non e' così, non confondiamo la semplicità con la stupidita' o altro.
Poi ricordo che è stato scomunicato dalla chiesa quindi non credo che abbia fatto gli errori che ha fatto sempre la chiesa stessa.
Lui aveva un' ideologia anarchica della cristianita' e metteva come priorita' Dio e L'Uomo come una cosa unica dove ciascuno ha bisogno dell'altro per vivere.
Questo comunque è un discorso complesso, però ti assicuro che non è affatto un discorso o un pensiero cosi' banale come puo' sembra in apparenza.

Nella mia vita non dico di essere stato un grandissimo lettore, ma abbastanza e ti dico con sincerita' che le emozioni che ho provato leggendo Tolstoj non le ho mai provate n'è prima n'è dopo.
Forse Ressurrezione non sarà il suo piu' grande romanzo, ma hai mai provato ha leggere il suo incipit?
Se non lo avessi fatto ti consiglio di farlo.:wink:
E poi insegna a donare, a liberarsi di tutte le sfarzosita', a dedicare la propria esistenza al servizio dei dimenticati, ora dimmi, cosa c'è di pi'ù bello nella nostra vita che essere capaci di fare ciò?
E lui lo ha fatto.

Ben vengano questi scambi di idee e piccole-buone discussioni.
Ciao e buona lettura.:)
Sono d'accordo con te.
Tolstoj è stato uno scrittore che ha cercato di formare e di istruire i proprio lettori. Ha voluto mettere la propria arte al servizio dell'umanità. Non ha mai lasciato nulla al caso e in ogni racconto ha voluto cercare di dare qualche insegnamento sulla vita, di spingere le persone alla riflessione.
Se tutti gli abitanti della terra leggessero Tolstoj, il mondo sarebbe migliore.

Tolstoj è tuttora uno dei più grandi scrittori di sempre, un maestro.
Gandhi si ispirò al pensiero Tolstojano per portare avanti le sue battaglie in India.
 

Aindreas

New member
parlare di Tolstoj è sempre un piacere.

Tolstoj aveva tante idee.
Alcune, semplici.

Una delle più belle e ricorrenti (Kitty e Levin, La felicità coniugale, la fine dei protagonisti di Guerra e Pace) è la ricerca dell'equilibrio personale dosando Lavoro e Famiglia dove per Famiglia non s'intende un matrimonio di convenienza ma di Amore.
Sembra una favola per educande.
Poi, nella vita, non nei libri, può capitare che di esser corrisposto in amore dalla persona giusta e si voglia costruire insieme qualcosa: una casa (affitto o mutuo), le bollette, una Opel Corsa del 96, un bambino o forse due, i genitori anziani da accudire, un lavoro da conservare senza buttar via la propria dignità...
Essere nella condizione di dire << nel ns piccolo potremmo essere dei personaggi di Tolstoj: vediamo se ce la facciamo! >> è duro ma anche una grande soddisfazione.
Con tutto rispetto per Dostoevskij, prefirisco cercare di vivere come qualche personaggio di Tolstoj.

Alcuni suoi personaggi, avevano Fede.
Io non ne ho e in genere il discorso mi puzza di ipocrisia.
Pare che anche Tolstoj fosse un uomo di fede ma a volte a me sembra che si sforzasse di conservarla o che fosse solo un mezzo per imbastire un insieme di valori.
Messo così, il suo Cristianesimo è pieno di carisma e fascino perchè è vero e umano; ovviamente è più vicino al contadino russo che al pastore samaritano, ma non importa, sono solo dettagli legati allo spazio e al tempo. Anzi, mi piace più il Gesù che aveva in testa Tolstoj che quello dei Vangeli.

Resurrezione è scritto in maniera scadente?
L'ho letto anch'io nell'introduzione e si porta come scusa il fatto che andasse di fretta per far cassa ed aiutare a scappare in Alaska una setta di matti come lui... ma non essendo in grado di leggere la versione originale, non posso giudicare e se devo dire la verità, nemmeno m'importa tanto.
M'interessano invece i due protagonisti principali e soprattutto il divario che separa le due classi sociali. Quando lei rifiuta lui senza nemmeno capire perchè diavolo l'avesse seguita fino in Siberia, ti mette davanti ai disperati che non possono nemmeno concepire l'amore o la convivenza vera e prolungata con membri di altre classi sociali.

Un saluto e grazie per la discussione.

Condivido pienamente la tua osservazione.

Resurrezione mi è piaciuto molto, anche se il Tolstoj di Guerra e Pace è lontano anni luce.
 
P

ParallelMind

Guest
Un uomo nella vita deve liberarsi di molte zavorre, specialmente un artista,uno scrittore.
Ciò a cui più aspira un animo è la libertà e riuscire a trasmettere qualcosa agli altri. Quanto più è grande umanamente tanto più trasmette con le sue opere.
Io personalmente credo molto nei grandi dell'ottocento e del novecento, e tra questi c'è Tolstoj e Dostojevski, entrambi molto credenti.
Credo però anche in Freud e nello studio della psiche.
Molti grandi della storia della letteratura tra cui Hesse, Pirandello,etc ricevevano dalle famiglie uno stress esagerato che influiva sulla loro vita e quindi sul loro modo di scrivere.
Fù poi Bukowski che disse: tra sopravvivere lavorando alle poste e scrivere morendo di fame,scelsi di morire di fame.
Allora cosa voglio dire.. che la scelta a favore dell'arte,della poesia,della vita vera va fatta a costo di rinunciare a tutto il resto.
Un uomo di fede questo non riesce a farlo, più ha problemi e più si rinchiude in se stesso, che però è una forzatura del vero sè libero.
 

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Fù poi Bukowski che disse: tra sopravvivere lavorando alle poste e scrivere morendo di fame,scelsi di morire di fame.


Sono d'accordo, infatti Tolstoj ha scelto di diventare uno dei più grandi scirttori dell'umanità.

Ricordo a tutti che e' stato scomunicato dalla chiesa dopo aver scritto Ressurrezione, quindi non credo che Tolstoj sia da paragonare a un uomo di fede qualunque e banale; è cosi' che purtroppo viene spesso identificato, e ripeto purtroppo.
Quando nel letto, in agonia, i pretonzoli gli hanno chiesto di redimersi lui li a mandati letteralmente a quel paese.

I suoi pensiere vanno oltre il semplice essere uomo di fede ottuso e ipocrita.
Era si, uomo di grande fede, ma a modo suo, e non nei modi convenzionali della chiesa e ha cercato di comunicarli anche agli altri, che ci sia riuscito o no non è importante, importante è che a differenza di altri, che si nascondo dietro il semplice fatto che tutto è brutto tutto è catastrofico tutto è morte e fine, lui ci ha provato, e ci ha provato con cio' che gli riusciva meglio, cioe' la scrittura, e credo gli sia riuscito anche molto bene.

Insomma, non credo che la chiesa lo avrebbe scomunicato se era un cosi' grande fedele ligio alle forme e alle convenzioni.
Sono sicuro che alla domanda di Bukowski avrebbe scelto di morire di fame anche lui.
Gli è toccato nascere ricco, ma non credo questo sia colpa sua.

Comunque sul fatto che sia stato uno dei più grandi scrittori non ci piove, questa è un' affermazione che prescinde dai nostri pareri, è così, volente o nolente.

Noi possiamo dire solo a me piace o a me non piace.................

Ciao a tutti...........:D:D:D:D
 
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