Secondo me gli sceneggiatori sono stati molto bravi, hanno lasciato un finale direi "mezzo" aperto dove ognuno può dare l'interpretazione che vuole e giocare con la propria fantasia.
Si potrebbe interpretare il finale in maniera dantesca. Cioè vedere l'isola come il purgatorio dove i diversi personaggi, che si trovano tutti in un momento difficile della loro vita e che hanno smarrito la retta via, riescono attraverso numerose prove a purificarsi, a ritrovare il giusto sentiero, a pacificarsi col mondo intero e a giungere così al "paradiso". L'isola come una sorta di rituale collettivo che riesce ad esorcizzare le paure più profonde, la solitudine, la follia, la violenza, la disperazione, il lato oscuro che c'è in ognuno di noi. E trovare così la pace con se stessi e con gli altri, la pace assoluta, elemento indispensabile per varcare quella grande porta piena di luce e ricongiungersi con Dio.