Ho iniziato a leggere questo libro forse con troppe aspettative e in qualche modo ne sono stato un po' deluso.
Vi si narra la storia di Suttree, personaggio che in qualche modo esce dalla società per viverne ai margini.
L'autore è ellittico sui motivi e si concentra sulla narrazione delle vicende del suo protagonista. Lunghe, lunghe descrizioni, avvenimenti che scorrono pigramente, una serie di diapositive di disagio, incomunicabilità, disperazione. In qualche modo mi ha ricordato i film di Antonioni, cosi come certe narrazioni di Steinbeck e Jack Kerouac. Di Faulkner direi si ritrova solo in parte l'ambientazione.
Un libro sulla solitudine autoimposta ma forse inevitabile. Le relazioni tra i persoggi non riescono quasi mai a superare lo scoglio della incomunicabilità e anche quando paiono riuscirvi si avviano a un finale pessimistico. 560 pagine mi sono sembrate troppe anche per le intenzioni dell'autore.
Vi si narra la storia di Suttree, personaggio che in qualche modo esce dalla società per viverne ai margini.
L'autore è ellittico sui motivi e si concentra sulla narrazione delle vicende del suo protagonista. Lunghe, lunghe descrizioni, avvenimenti che scorrono pigramente, una serie di diapositive di disagio, incomunicabilità, disperazione. In qualche modo mi ha ricordato i film di Antonioni, cosi come certe narrazioni di Steinbeck e Jack Kerouac. Di Faulkner direi si ritrova solo in parte l'ambientazione.
Un libro sulla solitudine autoimposta ma forse inevitabile. Le relazioni tra i persoggi non riescono quasi mai a superare lo scoglio della incomunicabilità e anche quando paiono riuscirvi si avviano a un finale pessimistico. 560 pagine mi sono sembrate troppe anche per le intenzioni dell'autore.