Heidegger, Martin- Il concetto di tempo

Mesnilgrand

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Il concetto di tempo è la conferenza che Martin Heidegger tenne nel luglio del 1924 dinanzi ai teologi di Marburgo. Non è dato sapere se la conferenza sul Concetto di tempo del luglio 1924 rappresenti la forma originaria di Essere e tempo, non esistono elementi sufficienti per dimostrarlo.
Il trattato sul concetto di tempo mira a chiarire la dimensione storica mediante la discussione della temporalità e della storicità di chi pone il problema, l'esserci. In sostanza Heidegger pone le domande: che cos'è il tempo? In che maniera influisce sull'esserci? e cerca, attraverso la temporalità dell'esserci, di interpretare il concetto di tempo in maniera piu' originaria e di decostruire l'ontologia tradizionale.
 
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sergio Rufo

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sicuramente un tema fondamentale nel pensiero di questo grandissimo filosofo. Uno dei piu' grandi in assoluto nella storia del pensiero occidentale.
Per farla breve: ex-sistenza come venire fuori dall'essere ( o nulla) in un esser-ci come temporalizzazione di questo venire alla luce.

Il tempo ridotto a coscienza di esser-ci.
 

Mesnilgrand

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sicuramente un tema fondamentale nel pensiero di questo grandissimo filosofo. Uno dei piu' grandi in assoluto nella storia del pensiero occidentale.
Per farla breve: ex-sistenza come venire fuori dall'essere ( o nulla) in un esser-ci come temporalizzazione di questo venire alla luce.

Il tempo ridotto a coscienza di esser-ci.

Esattamente.
Hai letto Essere e tempo?
 

sergio Rufo

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si, letto, assolutamente letto. Una bibbia filosofica.
In sunto la filosofia heideggheriana e' una " mia" filosofia. Mi ha conquistato.

Lineare , affascinante, "radicale".
Essere, esserci, tempo e spazio. Infine mondo.
Forii dall'essere ( con richiami vagamente Eclkiartiani) o dal nulla nel suo non essere niente o essere tutto l'esser-ci di ognuno di noi viene alla luce nel momento del suo esser gettato del tutto a caso nell'ex-sistenza. Nasce cosi' il proprio pro - getto, che presuppone la " cura" di se stessi nel proprio esserci qui e ora. E l'insieme delle possibilita' ( Sartriane) a disposizione dell'uomo ( l'uomo e' cio' che fa) si offre a ventaglio nella nostra scelta. L'esser-ci diventa cosi' il " tempo" che ognuno di noi ripone nell'essere una scelta piuttosto di un altra nel futuro ma non scordando il passato dato che queste scelte sono da sempre date come le uniche possibili, ( il dado di Nietzsche)
Ed e' in questo passo che si ricollega l'uniformita' del tempo che noi siamo perche' la cura ha inizio e fine nel non esser-ci.
Autenticita'...ma il discorso e' lungo.

Come non amare un filosofo cosi?
 

Mesnilgrand

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Credo che con la sua analitica storica-ontologica , sia riuscito a chiarire ed ad approfondire molti degli argomenti proposti in parte solo in maniera e forma superficiale da molti filosofi, come pr esempio Nietzsche o Junger.
Prima o poi dovrò assolutamente leggerlo Essere e tempo.
 

sergio Rufo

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leggilo e rileggilo , te lo consiglio.
Su Nietzsche andrei cauto, forse e' il contrario mio caro Mesn...
La sua opera monumentale 1400 pagine s'intitola : Nietzsche.
Lo insegno' alla cattedra di filosofia ( Corso solo su Nietzsche) per dieci anni, e alla fine della sua opera, ricordando tutti i suoi studi , Heidegger disse: " in tutta la mia vita il filosofo che mi ha fatto impazzire e' stato Nietzsche. Ho tentato in tutti i modi di riuscire ad interpretarlo e comprenderlo fino in fondo, ma mi ha messo alla dura prova. Ne sono uscito stremato".

Il Nietzsche di Heidegger, comunque, rimane un'opera difficilissima ma bellissima. Anche laddove Martin critica il suo connazionale , o lo smentisce, in quella dialettica tra i due si apre un pensiero fecondo che piu' fecondo e' difficile immaginare.
 

Mesnilgrand

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Si bè, è indubbio che sulla filosofia nietzschiana si sia adoperato in maniera immane ed eccelsa, difatti hai ragione, piu' che approfondimenti su di essa, ci ha regalato un interpretazione maggiormente veritiera di Nietzsche.
Da non dimenticare il suo lavoro per rieditare completamente la Volontà di potenza in modo di certo piu' conforme al pensiero di Nietzsche, rispetto a quella pubblicata dalla sorella.
 
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