L'essenzialità dell'inutilità

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Parafrasando una citazione che va per la maggiore su questo forum (L'invisibile è essenziale) io direi che l'inutile è essenziale nella società, altrimenti come si spiegherebbe che c'è gente che spende 1000 euro per una borsa?
spiegatemi come certi comportamenti possano essere considerati essenziali :?
 

Nikki

New member
altrimenti come si spiegherebbe che c'è gente che spende 1000 euro per una borsa?

STATUS

giusto o sbagliato, bello o brutto, utile o inutile, non ci si può far nulla, è così, da sempre! un tempo erano altre cose, ora sono le borse da 1000 euro (e anche oltre, ben oltre!!) :boh:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
STATUS

giusto o sbagliato, bello o brutto, utile o inutile, non ci si può far nulla, è così, da sempre! un tempo erano altre cose, ora sono le borse da 1000 euro (e anche oltre, ben oltre!!) :boh:

io sono ideologicamente schierata ma anche chi sta in altri punti dell'emisfero ideologico pensa che questi bisogni siano perlomeno falsati? perchè io altrimenti mi trovo a vivere in un mondo di cui non ho la misura
 

Nikki

New member
io sono ideologicamente schierata ma anche chi sta in altri punti dell'emisfero ideologico pensa che questi bisogni siano perlomeno falsati? perché io altrimenti mi trovo a vivere in un mondo di cui non ho la misura

Di quale bisogno parli? Io parlo del "bisogno" (ma userei la parola "ambizione") di appartenere ad una determinata classe sociale e di esibirlo... insomma, che sia chiaro a tutti! Ebbene, io credo che sia una ambizione antica quanto l'uomo ed esisterà sempre. Poi possiamo discorrere finché vuoi sui requisiti che oggi occorrono per accedere a questa non meglio precisata categoria sociale (la vogliamo definire "alta borghesia"? :?? o passatemi il termine). Intendo dire che oggi per fare soldi a palate non serve certo avere chissà quali pregi umani o doti culturali, a differenza forse di altre epoche in cui l'appartenenza ad una determinata fascia sociale medio alta permetteva anche di accedere ad un mondo erudito, colto, una elite intellettuale, e di divenirne parte. Oggi no, le due cose viaggiano su livelli completamente diversi.
Proprio per questa ragione, per la completa assenza di altri "meriti" associati a questa classe sociale, l'esibizione di certe "targhette" mi fa sempre sorridere, e molto. Voglio dire, si sta esibendo la mera appartenenza fine a se stessa, che non è indice assolutamente di nulla all'infuori di sé. Io non ne andrei così fiera.. sorge sempre un po' il dubbio che non ci siano altre maggiori qualità di cui andare fieri... ma per carità, al mondo non esistono regole, soprattutto in materia di catalogazione sociale. Parlo di mie impressioni personalissime, del mio vissuto.

Del bisogno della borsa in sé, invece, no, credo proprio che non ci sia ragione alcuna. Ma, come ho detto, non si tratta di quello, secondo me. :wink:
 

Mesnilgrand

New member
Parafrasando una citazione che va per la maggiore su questo forum (L'invisibile è essenziale) io direi che l'inutile è essenziale nella società, altrimenti come si spiegherebbe che c'è gente che spende 1000 euro per una borsa?
spiegatemi come certi comportamenti possano essere considerati essenziali :?

Il fatto è che non c'è una vera e propria cultura dell'inutilità o dell'utilità, cioè l'idea dell'utile e dell'inutile cambia da persona a persona.
Anche dal mio punto di vista spendere esagerazioni solo per piaceri puramente estetici è pleonastico, però chissà sembrerà strano a me e a te, ma c'è della gente (la maggior parte) che considera tutto cio' "utile".
Ovviamente sempre dal mio punto di vista, questa gente è altrettanto inutile come lo sono le cose che loro considerano "utili".
 

stellonzola

foolish member
Io conoscevo una ragazza molto ricca che si vestiva con abiti di buona fattura e di conseguenza di costo elevato. Del resto poteva permetterselo e riteneva utile comperare "roba buona". Ma essendo abituata al suo tenore di vita non sfoggiava marche di moda o borse da 1000 euro solo per far vedere di averle!
Conosco invece moltissime persone, che tra l'altro non se lo potrebbero permettere, che rischiano di indebitarsi per un "D&G" o una borsa di Cavalli. Arrivano addirittura a cercare chi vende quelle rubate pur di averle a basso costo!:paura:
Io non condivido. Spendere tanto per queste cose è inutile per me.
Forse qualcuna di queste persone penserà che spendere per i libri sia altrettanto inutile... :?
 

lettore marcovaldo

Well-known member
Forse qualcuna di queste persone penserà che spendere per i libri sia altrettanto inutile... :?

Recentemente ho avuto l'ennesima conferma che molto probabilmente, presso una buona parte dei nostri connazionali, la spesa in libri è considerata assolutamente superflua. Quasi come usare i soldi per accendersi una sigaretta :??

Forse ,in generale, il vero problema è la spesa per la spesa. La gratificazione di mettere mano al portafoglio ( avendolo adeguatamente rifornito :mrgreen: ).

p.s.
Salve nuovi arrivati , che vi vedo numerosi in questi giorni !! :D
 

Lucripeta

New member
Condivido l'opinione di marcovaldo, ovvero molti godono nel piacere di spendere per il gusto di spendere.

Tanti anni fa nel sermone di una domenica si diceva che la felicità non và cercata nelle cose. Credo sia vero perchè ritengo questo tipo di felicità, qualora si abbia, non duratura e richiedente una continua ricarica. Di qui il continuare a spendere.

Riguardo al fatto di spendere 1000 euro per una borsa però non sono totalmente d'accordo nell'indignazione :?.
Io penso che se qualcuno guadagna i soldi col proprio lavoro è liberissimo di spenderli come meglio crede.
Ogni persona ha una propria scala di valori, c'è chi li spende mangiando raffinatamente, chi acquistando borse da 1000 euro e chi migliorando il mondo.
Io ovviamente preferisco chi li spende per il bene comune, ma non mi sento di criticare chi non lo fà, anche perchè, come diceva Socrate, ogni cosa che facciamo è rivolta al nostro di bene...

Ciò non toglie che mi facciano rabbia a prescindere perchè se tutti agissero diversamente sarebbe un mondo migliore.

Un discorso a parte meritano i mantenuti e chi i soldi non se li guadagna ma li prende in altro modo.
 

SALLY

New member
Anchio trovo assurdo certe spese,ma siamo nella società dell'avere e non dell'essere,abbiamo perso di vista il vero valore delle cose,e il senso del denaro,un buon cotone D&G costa un patrimonio,lo stesso cotone anonimo costa,ma mai così caro,però molti di noi pur di avere il capo firmato fanno salti mortali,perchè la firma è un passepartout...li fà sentire meglio,accettati,altra cosa è per i più che benestanti,probabilmente per loro 1000 euro per una borsa equivalgono ai miei 50,il tutto proporzionato alle entrate.Però è vero,non spendono capitali nei libri.....
 

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
La prima necessità dell' uomo è il superfluo.

N. ha scritto:
la vogliamo definire "alta borghesia"?

Ricordiamo un uomo di molti anni fa condannare dalle colonne dei suoi articoli le colpe dei padri, il delitto di non ammettere al mondo altra storia che non sia quella della borghesia, la viltà insita nel sostenere con forza che la povertà sia il peggiore dei mali possibili. Ricordiamo fascismi invitti nei movimenti silenziosi di omologazione, di mescenza ibrida di identità perdute nella loro autentica definizione. Ma utilizzare termini come autentico ed inautentico è pericoloso, richiama all'attenzione un tipo di esistenza del tutto vana, sciocca, insipida, spesa in tutta la sua estensione al procacciamento del superfluo. Di cosa staremmo discorrendo, infatti, se non che si compra, si vuole secondo dettami impersonali, frivoli? Smarrisco il soggetto che io stesso sono e lo affido ad un amalgama superficiale, il quale sarà ben felice di proiettare la mia felicità tra le cose del mondo, ma non tra enti a caso: tra ciò che posso consumare. Ed accade che gli dèi crescono sui banconi dei centri commerciali, che la felicità sia riposta in nient'altro che un acquisto. Compra, e la tua vita avrà un senso; almeno fino alla prossima spesa.
Se, come nota la mia squisitissima, in passato un atteggiamento era sintomatico di appartenenza, di qualche cosa di rinviante ad altro, oggi siamo circondati da uomini e donne smarriti da se stessi, privi di un centro e di una esistenza autentica: il loro accanito rincorrere il superfluo non è più un rituale di adesione ad uno status, è invece una misera rassicurazione, una ostentazione vuota e fine a se stessa di vanità. Non v'è niente al di là della pelliccia di ermellino, solo frammenti di uomo moderno sparsi chissà dove.
 

Apart

New member
La prima necessità dell' uomo è il superfluo.



Ricordiamo un uomo di molti anni fa condannare dalle colonne dei suoi articoli le colpe dei padri, il delitto di non ammettere al mondo altra storia che non sia quella della borghesia, la viltà insita nel sostenere con forza che la povertà sia il peggiore dei mali possibili. Ricordiamo fascismi invitti nei movimenti silenziosi di omologazione, di mescenza ibrida di identità perdute nella loro autentica definizione. Ma utilizzare termini come autentico ed inautentico è pericoloso, richiama all'attenzione un tipo di esistenza del tutto vana, sciocca, insipida, spesa in tutta la sua estensione al procacciamento del superfluo. Di cosa staremmo discorrendo, infatti, se non che si compra, si vuole secondo dettami impersonali, frivoli? Smarrisco il soggetto che io stesso sono e lo affido ad un amalgama superficiale, il quale sarà ben felice di proiettare la mia felicità tra le cose del mondo, ma non tra enti a caso: tra ciò che posso consumare. Ed accade che gli dèi crescono sui banconi dei centri commerciali, che la felicità sia riposta in nient'altro che un acquisto. Compra, e la tua vita avrà un senso; almeno fino alla prossima spesa.
Se, come nota la mia squisitissima, in passato un atteggiamento era sintomatico di appartenenza, di qualche cosa di rinviante ad altro, oggi siamo circondati da uomini e donne smarriti da se stessi, privi di un centro e di una esistenza autentica: il loro accanito rincorrere il superfluo non è più un rituale di adesione ad uno status, è invece una misera rassicurazione, una ostentazione vuota e fine a se stessa di vanità. Non v'è niente al di là della pelliccia di ermellino, solo frammenti di uomo moderno sparsi chissà dove.

Condivido quanto dici. Tuttavia, trovo che il richiamo della "vita borghese" sia davvero potente. Non tanto per le cose materiali che possiede, quanto per quello che accade. Luogo delle frivolezze, degli istinti, dell'effimero. A volte scendere nel mondo comune diventa quasi una necessità. E' quasi come smettere per un po' di pensare.
 
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Apart

New member
Mi viene in mente un passo del Vangelo (non ricordo quale e non lo ricordo con esattezza, perdonatemi. Lauretta aiutami!) in cui Gesù diceva che per rivelare la parola di Dio, l'amore per l'uomo, bisogna stare fra gli uomini. Non si può pensare di fare ciò standosene isolati, chiudendosi in casa o nelle università. Bisogna stare in fra la gente, scendervi in mezzo.
 
Ultima modifica:

Apart

New member
E poi credo sarebbe meglio porre la questione parlando di autenticità o inautenticità dell'esistenza, piuttosto che parlare di utilità o inutilità. La cultura dell'utilità è pericolosa, ed oggi è assai diffusa: vuole dall'uomo soltanto ciò che è utile, chiede all'uomo di fare soltanto ciò che utile, anzichè ciò che è bene o giusto.
 

Mizar

Alfaheimr
Parafrasando una citazione che va per la maggiore su questo forum (L'invisibile è essenziale) io direi che l'inutile è essenziale nella società, altrimenti come si spiegherebbe che c'è gente che spende 1000 euro per una borsa?
spiegatemi come certi comportamenti possano essere considerati essenziali :?
E' semplice. Spendere 1000 euri per una borsa non è affatto inutile: ha funzioni cementificatorie, referenziali, identificative, culturali.
 

sergio Rufo

New member
Spendere 1000 euro per una borsa puo' essere autenticamente vero.
Dipende perche' si compra quella borsa.
Non comprendo il richiamo al concetto di borghesia. La borsa non e' uno status sociale, la borsa puo' essere un capriccio di chiunque anche di un proletario. E si sa: la vita e' fatta di piccoli capricci.

Se invece la borsa diventa riconoscimento colmativo di un uomo ( come tutto il consumismo) allora condivido D=i: frammenti di un uomo moderno sparso qui e li' e la si faccia finita una buona volta con questo tipo di societa'. Troppo con la pancia piena.

Quando il Senato Romano decise, in ragione di un raccolto favorevolissimo, di arricchire il vitto dell'esercito in guerra, i soldati vedendo arrivare scorte cosi' fornite, dissero: " Perche' tanto mangiare, tanto cibo, non ne abbiamo bisogno"
Loro erano in guerra da qualche parte della Macedonia, l'uomo moderno e' a passeggio per il Carrefour...
Sono stato capito?
 

darida

Well-known member
io sono ideologicamente schierata ma anche chi sta in altri punti dell'emisfero ideologico pensa che questi bisogni siano perlomeno falsati? perchè io altrimenti mi trovo a vivere in un mondo di cui non ho la misura

Io non sono ideologicamente schierata da nessuna parte,e non li definirei "bisogni"...
Posso dirti la mia dal mio sporco :mrgreen: individualismo

Sono dell'idea che con i propri soldi e nel lecito, ognuno possa fare cio'che vuole, non mi frega nulla se per aumentare il valore ha bisogno di marchi e timbri, anche in fronte...liberissimo :wink:
Per conto mio sono a posto e per nulla tentata, ho appena comprato al Mercatino dell'Usato una deliziosa borsettina in corda per ben 6, dico sei, eurini

Anni fa spesi una follia per un (bellissimo) costume e dei sandaletti (...eterei...) se ci penso ora e faccio gli opportuni aggiustamenti mi salta fuori mezzo conto :?? del dentista...
 

Apart

New member
Ho come la sensazione che oggi l'alternativa al non pensare stando in un gruppo sia drammatica: è quella di pensare stando fuori dal gruppo. Di avere un pensiero che non abbia uno spazio di condivisione. In passato ci si poteva sentire esclusi dal mondo comune, ma quantomeno condividevi una sorta di appartenenza ad un gruppo, alternativo, con le proprie ideologie, i propri stili di vita, i propri modelli di comportamento. Qualche differenza c'era all'interno anche di questo gruppo, ma comunque l'appartenenza bastava a non farti sentire escluso. Oggi se stai fuori dal mondo comune sei fuori da tutto. Sei l'escluso degli esclusi. Sei solo, uno fra i tanti esclusi.
 

Nikki

New member
Non comprendo il richiamo al concetto di borghesia. La borsa non e' uno status sociale, la borsa puo' essere un capriccio di chiunque anche di un proletario.

Chi intendi per proletario? L'operaio? Francamente dubito che l'operaio-mille-euro-al-mese (ma pure il co.co.co.-1000-euro-al-mese) metta 1000 euro in una borsa. Al massimo si toglierà il "capriccio" acquistando un prodotto firmato in un outlet o simile... facciamo 200 euro?? Rimane la follia, ma lo vedo già più abbordabile, come capriccio. E quindi, torniamo alla questione, capriccio in funzione di cosa? Non può che essere l'appartenenza ad un mondo, che, ahimé, oggi si risolve nella esibizione stessa del denaro. Un mondo che si intuisce da lontano, forse, proprio per questo, affascinante e desiderabile.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
penso che i 1000 euro per una borsa li spendono i ricchi come i poveri, i primi allungando una delle carte di credito e i secondi pagando la rata al consumo. La borsa è necessaria al primo come al secondo, è il soddisfacimento secondo me di un bisogno inutile, indotto, collegato a qualcosa che non ha niente a che fare con la borsa stessa. Prestigio? Status? Capriccio? Senso di appartenenza? mah, non mi convincono come motivazioni :? c'è qualcos'altro altrimenti comprata la borsa il gioco è fatto, ma spesso non è così, la borsa chiama altre borse ...
 
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