Eastwood, Clint - Gli spietati

asiul

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Un film capolavoro. Questo oltre che essere un bravo attore si è rivelato un grande regista.
Il film Gli Spietati è perfetto sotto tutti i punti di vista. Ha la semplicità delle trame del western di una volta, ed ogni elemento del film anche il più piccolo è curato alla perfezione.

Sono perdutamente innamorata di questo attore.Lo seguo da quando con la sua 44 magnum vestiva i panni di Harry Callaghane e anche prima. Ma da quando l’ho scoperto come regista, non perdo un suo film e non mi delude mai.
La storia è quella di un ex-pistolero William Munny (Clint Eastwood), assoldato da un certo Schofield Kid per uccidere tre uomini che in un “bordello” hanno ferito, sfregiandola, una donna che stava intrattenendo uno di loro.

L’ex-pistolero oggi è un allevatore, vedovo e con due figli piccoli da crescere così si servirà del suo vecchio amico Ned Logan (Morgan Freeman) per portare a termine il suo “lavoro”e riscuotere la taglia.

Attori bravissimi, compreso lo sceriffo Little Bill ( Gene Hackman)
 
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elisa

Motherator
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Gli spietati è un western crepuscolare che ricorda molto I compari di Altman, sia per l'ambientazione che per la critica delle fondamenta della società americana. In questo film però c'è una virata quasi filosofica sul significato della violenza, in quanto tutti sono violenti ma ognuno lo è a suo modo. Il più efferrato di tutti è anche l'eroe positivo che si riscatta grazie all'amore nei confronti della moglie, a cui rimane fedele anche quando lei non c'è più e alla lealtà nei confronti degli amici. L'amore come cifra dell'uomo, perchè nessuno è innocente e non c'è nessuno che non merita di morire per i suoi atti.
 

fabiog

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Un film splendido. Non è solo un western, Eastwood usa il film per due aspetti. Un primo aspetto serve a smitizzare completamente il mito di un certo western, di un certo genere di " frontiera " che molto spesso i film di questo genere ci hanno abituato a mostarci. Qui non esistono buoni o cattivi, tutti cercono di sopravvivere anche a spese l'uno dell'altro; lo stesso mito dei pistoleri è smontato nel sentir raccontare le loro gesta, non eroici duelli, ma spesso veri e propri omicidi.
L'altro aspetto che ho visto emergere dal film è quello di sembrare un bilancio della vita dei protagonisti, un regolamento di conti con se stessi, con i loro fantasmi quello che erano ,quello che sono, quello che non vogliono tornare.
Tutti hanno i loro sogni che nonostante la loro crudeltà li rende molto umani ( basti pensare al personaggio di Hackman che mentre vede la morte ricorda che " stavo costruendo una casa " ), bello anche l'idea del confronto generazionale tra i vecchi pistoleri e il giovane che vorrebbe seguire le loro tracce, ma si arrende dopo il primo omicidio.
Splendido mi ripeto
 
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