Augias Corrado,- Mancuso Vito -Disputa su Dio e dintorni

PiccoloPrincipe

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Il libro si presenta in forma di contradditorio tra il non credente Augias e il "teologo" Mancuso
Le virgolette sono dovute al fatto che , personalmente, ritengo vi sia ben poco di teologico in quel che Mancuso dice, dal momento che critica aspramente la Chiesa su molti aspetti, dalla gerarchia ecclesiastica ai temi cosiddetti "etici"; si dichiara "non pregiudizievolmente contrario" all'aborto e all'eutanasia e aproposito di Dio pare che creda più a una forma non meglio definita di soprannaturale che non al Dio rivelato dalle Sacre Scritture.
Nella prima parte del testo "Dintorni" vengono esaminati temi quali l'origine e il senso della vta, il caso storico di Giordano Bruno, e via via fino ai giorni nostri, si arriva a parlare dei casi Welby ed Englaro.
Nella seconda parte "Dio", si parla della fondetezza storica della figura di Gesù della sua "presunta" duplice natura, umana e divina e del grande quesito che ogni credente si è sentito proporre infinite volte "Se dio è così buono, perchè il mondo è immerso nel dolore?
In definitiva un testo interessante se si sceglie di affrontare questi temi in maniera filosofica e speculativa; le argomentazioni sono valide da parte di entrambi i disputanti, almeno al primo impatto, e la lettura scorre veloce; d'altra parte, se si fosse realmente interessati all'approfondimento dei suddetti temi il libro non è tra i più indicati, dal momento che non si scende mai molto in profondità.
Come altri testi di Augias riscontro la poca fondatezza delle sue tesi a favore della non esistenza di Dio, dal momento che gli argomenti da lui trattati sono facilmente smontabili da chiunque abbia un poco di dimestichezza con la Teologia; Mancuso invece, fatta salva la premessa iniziale, risulta più convincente; ovviamente questa è solo la mia valutazione e, immagino, chiunque legga il libro, si troverà a parteggiare per l'uno o per l'altro
 
A differenza del Principe, io ritengo Mancuso un ottimo teologo, se non altro perché ha studiato nella mia Università.
Il libro invece l'ho trovato di una noia mortale. Tocca moltissimi temi ma, non ne approfondisce nessuno.
L'unico suo merito è quello di aver citato Kung quale più grande teologo esistente.
 
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