Sillitoe, Alan - La solitudine del maratoneta

risus

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Il libro raccoglie nove racconti di questo autore inglese e prende il titolo dalla prima storia.
Protagonista di queste pagine è la solitudine, come il titolo suggerisce... non solo del maratoneta, per il quale forse
è anche semplice ed immediato configurarsela, bensì di una intera classe sociale, la working class inglese che
ha vissuto a cavallo della seconda guerra mondiale.
Scordatevi però elucubrazioni filosofiche sull'argomento, quelle sono roba da saggio letterario...
questi sono racconti fatti da e per la gente comune, gli operai, i disoccupati, i disgraziati, i ladruncoli, che della solitudine
non ne sapevano un bel niente... vivevano all giornata, tentavano di sbarcare il lunario come meglio potevano...
aspettatevi invece che un sorriso spunti sulle vostre labbra... sarà forse amaro come amara è la vita "arrangiata" del proletariato di quegli anni, ma sempre un sorriso è...

I racconti di questa raccolta si possono dividere in due gruppi, ognuno con un denominatore comune:
adolescenza da un parte, età adulta dall'altra.
I ragazzi di questo libro sono vispi, arguti, ribelli, attivi, pronti a tutto pur di portare a casa la
pagnotta, lottano, sono attaccati alla vita... in una parola, sono vivi...
Gli adulti sembrano invece stanchi, senza ambizioni, hanno deposto le armi e non lottano più, vedono la bellezza in ciò
che è lontano da loro ma non la cercano più ormai... hanno lottato prima, ora sono rassegnati alla sconfitta...
Ad unire questi due filoni di racconti è l'ultima storia presentata, La decadenza e il crollo di Frankie Buller, in cui
si delinea la parobola della vita di questo giovanottone e dei suoi "ragazzi di via Pal"...
:wink::wink:

L'ultima nota voglio dedicarla alle donne di questo libro: tante, piccole e grandi, povere o con qualche penny in tasca,
sposate o in procinto di maritarsi... ma tutte, tutte forti, un carattere che domina sempre quello degli uomini che
le affiancano tanto da farle apparire disamorate e addirittura pronte ad approfittare della disponibilità e bontà
altrui, anche dei propri cari... agli uomini non resta che soccombere, andare via di casa o rassegnarsi alla solitudine tra le mura domestiche...
:mrgreen::mrgreen::mrgreen:

A me ha ricordato un po' i libri di Fante (il riso amaro che suscita, le situazioni vissute sulla propria pelle che racconta, l'ambientazione nelle periferie e la vita di stenti della classe operaia), a voi un invito ad immergervi nel fiume in piena dei
pensieri di un ragazzino che corre per chilometri e chilometri... solo...
:wink:
 
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