Williams, John E. - Augustus il romanzo dell'imperatore

Meri

Viôt di viodi
Questo romanzo racconta ancora una volta l'ascesa al potere dell'imperatore romano Augusto, fino agli ultimi giorni di vita.
Ciò che rende il libro interessante non è lo svolgersi degli avvenimenti, che si possono conoscere attraverso i libri di storia, ma il fatto che vengano raccontati attraverso le lettere e i diari, immaginati dall'autore, di chi stava accanto al nuovo Cesare. In questo modo sono messi in risalto i sentimenti e le motivazioni che hanno spinto i vari personaggi a comportarsi in un certo modo e a dare alla storia la svolta che oggi conosciamo.

Libro scorrevole e coinvolgente, in particolare mi sono piaciute le pagine di diario della figlia di Augusto, Giulia, dalla Storia sempre condannata e dal lato umano dell'imperatore.
 

ayuthaya

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Mi è bastato conoscere l’argomento di questo libro per decidere di leggerlo, sebbene non sia una grande appassionata di romanzi storici, almeno dell’età antica. Il richiamo dei miei studi classici è stato sufficiente a farmi iniziare con grande entusiasmo questa lettura, in cui appunto il protagonista è Augusto, ovvero Gaio Giulio Cesare Augusto (la sola spiegazione del nome basterebbe a raccontarci una buona parte della sua biografia), primo imperatore di Roma.

John Williams introduce un brevissimo paragrafo iniziale, nel quale molto umilmente dichiara che la sua è un’opera di fantasia e che non pretende che ciò che ha scritto sia considerato “storico”.
Per quanto questo sia vero, devo riconoscere che non ho trovato nessuno stravolgimento nè dei fatti, nè dei personaggi. È chiaro che se la Storia ci ha lasciato solo una versione ufficiale, non potremo mai sapere cosa effettiva pensava, desiderava, temeva e sentiva l’imperatore Augusto, o il suo “nemico” Antonio, o Giulia, la figlia unica e amata. Si tratta indubbiamente di un atto interpretativo che scava dietro le quinte, ma qualsiasi romanzo storico lo è, e, secondo me, questo è stato scritto benissimo raggiungendo pienamente il suo scopo: oltrepassare il “rigore storico” per cercare, dietro il personaggio, l’uomo. Anzi, gli uomini. Anzi, gli uomini e le donne.

Augustus è infatti un affascinante romanzo corale ed epistolare, costituito esclusivamente da documenti scritti (quelli che appunto Williams avverte non essere autentici): lettere formali, lettere informali, spacci, pagine di diari... Alcuni autori di questi scritti ricorrono più volte: naturalmente Augusto, ma anche, Mecenate, Agrippa, Antonio, Cicerone, Giulia. Altri personaggi sono secondari e ricorrono poche volte, magari una soltanto.
A dire la loro sono uomini e donne, giovani e anziani, politici, filosofi, soldati, persone che hanno fatto la Storia e persone che hanno dato il loro anonimo contributo.
Ne risulta un affresco, variegato, vivace, accattivante. Ogni episodio e ogni personaggio ci vengono presentati da punti di vista differenti e la cosa più bella è proprio questa, che alla fine non emerge una sola versione (magari quella ufficiale, affidata agli storiografi), ma più versioni possibili, una per ogni punto di vista.

Davvero un bel romanzo, interessante sia per chi voglia approfondire le vicende narrate (per me è stata una bellissima occasione di rispolverare vecchi nomi, fatti, battaglie; diciamo che nel mio caso ha giocato anche il fattore nostalgia!), sia per chi voglia affidarsi al solo racconto di Williams. Anche in questo caso potete stare tranquilli: non leggerete nulla di inventato, ma un’interpretazione verosimile della storia di un uomo che ha forgiato il destino di Roma, fino a identificarsi con esso.
 
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Grantenca

Well-known member
Concordo in pieno sui giudizi espressi sulla qualità del romanzo e della scrittura. Certo, come avverte l'autore, la fantasia letteraria supera l'autenticità dei documenti storici, ma la funzione della letteratura è proprio quella, e il libro l'ho letto velocemente perché, pagina dopo pagina, mi incuriosiva ed affascinava. Dal momento però che tutti i personaggi sono realmente esistiti e molti dei fatti descritti realmente accaduti, sono convinto che, in questo modo, resteranno nella mia mente più nitidamente che se avessi letto un arido, anche se ben più veritiero, trattato storico.
 
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