Greenway, Peter - Il bambino di Macon

elisa

Motherator
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Arduo produrre la trama di questo dissacrante, visionario, blasfemo film del regista inglese. Un film che turba, infastidisce, sgradevole a tratti, sempre giocato sul filo del limite del sopportabile. Ci provo a raccontarlo anche se solo vedendolo si riesce a capire quanto Greenway sfidi lo spettatore mostrando il peggio della religione, del potere, della superstizione, dell'ipocrisia, dell'oscurantismo religioso e del fanatismo della folla. Sembra che tutto abbia inizio da delle foto di Oliviero Toscani che vengono prese da Greenway come esempio della mercificazione dei bambini e dallo spunto, secondo me azzeccato, parte una sequela di immagini e di parole che diventano un crescendo di orrori edi violenze, tutte all'interno della cattedrale di Macon, tutte per mezzo di un bambino sacro. Tutte le situazioni vengono ripetute sino all'ossessione, alla nausea fino ad arrivare al ribrezzo, come nella scena dello stupro rituale nei confronti di una vergine madre putativa del bambino da parte di 208 soldati. Tutto il film provoca nello spettatore un senso di ripulsa e di attrazione insieme. Inqualificabile nel bene e nel male.
 
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