Ellroy, James - Il lato oscuro dell'America

fabiog

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James Ellroy è uno dei più grandi scrittori noir dei giorni nostri, uno scrittore che dagli anni 80 con la pubblicazione del suo primo romanzo " Prega Detective " ha riportato in auge lo stile noir ed hard boiled di Chandler ed Hammet padri fondatori del poliziesco all'americana.
Nato nel 1948 a Los Angeles ha avuto una vita che è stata profondamente segnata dall'omicidio irrisolto della madre avvenuto nel 1958 e dopo una giovinezza segnata da vagabondaggio e numerosi arresti ha saputo esorcizzare i suoi demoni con la scrittura.
L'opera di Ellroy è caratterizzata soprattutto dalla sua passione per l'ambientazione negli USA degli anni 50, qui prendendo spunto da vicende vere , il romanzo " Dalia Nera " , e da veri personaggi mischiati a personaggi di fantasia traccia una storia dell'America e soprattutto della città di Los Angeles e del suo LAPD violenta e più nera che mai, in cui intrecci politici e mafiosi sono il substrato della società da qui nasce la sua tetralogia di Los Angeles : " Dalia Nera, " Il grande nulla ", " Los Angeles strettamente riservato " e " White Jazz " in cui gli eroi di Ellroy sono dei veri anti eroi : poliziotti corrotti , violenti, spesso tormentati dal loro passato o da fantasmi interiori.
Altra opera di Ellroy è la trilogia americana : " American Tabloid ", " Sei pezzi da mille " e " Il sangue è randagio " in cui invece lo scrittore traccia una storia dell'america dal periodo di Kennedy allo scandalo del Watergate dando un ritratto più cupo che mai dell'epoca e facendo anche crollare molti miti.
La scrittura è una scrittura molto rapida, periodi brevi simili a proiettili, le trame spesso molto intricate ( e forse questo in alcuni casi rappresenta un limite ) è comunque uno stile che cattura ed entusiasma.
Mi piacerebbe sentire qualche vostro parere in merito a questo autore se lo conoscete
 

Vladimir

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Ellroy? Senza dubbio il miglior scrittore di noir vivente. Inserendosi nella tradizione di Chandler, Hammett, Cain, riesce, però, a rielaborare in maniera originale e letterariamente davvero convincete i canoni tipici dell'hardboiled fiction. Tuttavia il fascino di Ellroy, a mio modesto avviso, non sta tanto nel meccanismo del poliziesco, ma piuttosto nella profonda umanità che si cela dietro le storie di ordinaria violenza. I suoi noir sono sempre profondamente struggenti, combattuti: ogni personaggio porta con sé un bagaglio di sofferenze, di vizi di problemi personali che nulla riesce ad alleviare o estinguere. Abbiamo così personaggi come Jack "Bidone" Vinceness, star della narcotici e degli arresti eccellenti, ma alcolista e tossico di lungo corso; il sergente Wendell "Bud" White poliziotto violento e impulsivo, ma unico fra tanti cacciatori di giustizia assoluta che si scomoda ad indagare, per pura pietà umana, sul brutale omicidio di una prostituta quattordicenne; il procuratore Ellis Loew, ebreo lobbista e repubblicano di ferro, che darà le dimmissioni per "essersi fatto succhiare l'uccello da un ragazzo di vita".
Le storie poliziesche di Ellroy sono spesso un pretesto per narrare il lato più marcescente di quell'America della golden age e del maccartismo, dove la sporcizia troppo spesso veniva accumulata sotto il tappeto. I suoi romanzi spesso sono riletture della storia americana alla luce del male, della violenza, della pubblica virtù e del vizio privato. Ellroy, insomma, analizza il meccanismo del male in sé, non come peccato dell'uomo, ma come carateristica inseparabile da qualunque potere. Tuttavia (ed è questa la sua grande abilità) non presenta solo storie violente, ma in prima fila tratteggia il tormento di quegl'uomini che rappresentano e contribuiscono al male, ma che, spesso, sono consapevoli che ciò che fanno è profondamente sbagliato e incoerente.
 
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