Simenon, Georges - La neve era sporca

sax

New member
Un Simenon strepitoso come al solito, un romanzo straordinario che racconta la vita di un giovane insoddisfatto e annoiato che cerca di iniziarsi alla vita con un omicidio. Frank, il personaggio creato da Simenon vive e si muove in una città dove anche la neve è sporca e in quella stessa neve accadranno i fatti del suo inizio e, inevitabilmente della sua fine. Da non perdere.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
molto intenso, al confine tra follia e malvagità, novello Raskolnikoff di Delitto e Castigo il protagonista.
Un bel romanzo.
 
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elena

aunt member
Altro libro di Simenon che mi manca........trama interessante.....anzi protagonista interessante.....se è stato paragonato a Raskolnikoff....non mi resta che aggiungerlo alla lista desideri :D
 

happytelefilm

New member
Frank Friedmaier ci da una scossa

introspettivissimo come tutti i Simenon. Frank è simile si al Raskolnikoff di Delitto e Castigo, ma trovo che i rispettivi moventi per l'omicidio siano differenti; quelli di Frank Friedmaier sono più scioccanti. Cioè, almeno Raskolnikoff aveva il "più nobile" fine rivoluzionario, aveva una "giusta causa", assimmilandosi ai grandi della storia come Nepoleone. Ma in questo povero Frank non c'è niente, se non il bambino spaurito che cerca un senso alla ineluttabile routine dell'esistenza. Come "Lo Straniero" di Camus (che anticipa le neve era sporca).

spoiler!
... Frank avrebbe potuto sposarsi e vivere una vita "felice" come tanti, e in fondo l'ha fatto con il cuore, ma senza perdere tempo dietro la routine, aspettando il lento sopraggiungere della vecchiaia. Se l'è cercata lui la fine, dando una sferzata al proprio destino; e se il destino non gli è andato incontro come lui inconsciamente si aspettava, cioè come una madre che rimprovera e perdona il suo bambino dopo una marachella, ma è rimasto macchina silenziosa e indifferente, almeno Frank non si è lasciato andare in sua balìa, almeno è stato lui l'artefice del proprio destino.
 

Cold Deep

Vukodlak Mod
Franck, giovane ragazzo che ha fretta di imporsi come uomo, è stanco della vita a casa di sua madre dove vi gestisce una casa di appuntamenti; vuole dare una scossa alla sua esistenza, vuole provare di essere diverso, per farlo sente di dover uccidere un uomo. Questo non tarderà ad avvenire e da li intraprende una strada che lo porterà sempre più in basso, verso la negazione di civiltà e un'alienazione verso le persone che lo amano. Solo quando si avvicina alla fine capirà quanto sia stato inutile il suo modo di vivere, negandosi da solo un'esistenza piena e pacifica come poteva essere quella di chiunque altro. Un romanzo cupo, senza possibilità di salvezza, denso di una rabbia che il protagonista esprime attraverso atti violenti e senza farsi scrupoli di nulla. Un elemento ci accompagna tra queste pagine, è la neve: la neve appena posata che accompagna Franck nei bar dove si atteggia a grande uomo, la neve fresca che accoglie la furia del suo primo omicidio, quella gelata che rompe per inseguire la donna che ancora non sa di amare e quella sporca dove finirà tutta la sua storia. Un grande Simenon assolutamente da leggere.
 

Spilla

Well-known member
Mi aveva profondamente colpito questa rilettura del capolavoro di Dostoevskij. Anche secondo me, da leggere assolutamente.
 

Grantenca

Well-known member
Di questo autore, molto prolifico, e noto soprattutto per la saga del personaggio "Maigret" mi ha sorpreso in positivo la lettura di questo libro. Sia l'ambientazione, in un paese occupato, con le miserie della vita quotidiana della povera gente, sottolineate con più forza anche dal paesaggio ricoperto di neve di volta in volta fresca e pulita, poi ghiacciata, poi sporca, contrapposta alla abbondanza e relativa agiatezza di chi ha saputo "adattarsi" alla situazione contingente, con mezzi leciti e meno leciti. Al centro la vicenda di un giovane ragazzo, figlio di una tenutaria di bordello cui non mancano le possibilità per vivere la sua giovane età con dovizia di mezzi e di soddisfazioni. Però la " materialità" della sua esistenza lo ha reso insensibile ad ogni affetto, e la sua sola ambizione è quella di dimostrare a tutti gli altri di essere un "duro", senza paura, e ciò lo porta a comportamenti senza alcuna giustificazione che lo condurranno, inesorabilmente, alla rovina. Solamente quando si rende conto che per lui, in questa vita, non c'è una via d'uscita, scopre l'importanza di cose, soprattutto degli affetti, che, nella sua breve esistenza, ha del tutto trascurato. Il tutto scritto molto bene, veramente un bel libro.
Certamente leggerò qualcos'altro di questo autore.
 

isola74

Lonely member
Ti lascia come al solito spiazzato Simenon, pur sapendo già dove andrà a parare la storia non puoi fare a meno di leggere con avidità, immedesimandoti quasi nell'animo di questo ragazzo che vuole a tutti i costi "strafare", riuscendoci fino alla fine.
Non c'è l'arguzia di Maigret, nè la suspance del romanzo giallo, c'è però la suspance del romanzo introspettivo, più dura e difficile da digerire. Consigliato
 

Ondine

Logopedista nei sogni
E’ un romanzo scritto nel 1948 a Tucson, in Arizona, pochi mesi dopo la morte del fratello Christian, e insieme al romanzo "Il fondo della bottiglia", splendido, ha un significato profondo per Simenon e cioè espellere i propri fantasmi per il senso di colpa dovuto alla morte del fratello morto in Vietnam dove si era arruolato nella legione straniera, proprio su consiglio di Georges, e che era stato accusato di collaborazionismo in Belgio (Simenon descrive questa colpa di cui si macchia il fratello come un fatto di gioventù).
La storia ha un'ambientazione imprecisata e Simenon stesso nel corso di un'intervista a proposito di questo romanzo precisò: L’importante è che l'esercito di occupazione non sia riconoscibile, di modo che l'opera abbia un carattere universale. Anche se, ad essere sincero, nella mia mente l'azione si svolge nell'Europa centrale, e precisamente durante l'occupazione russa. Ambienti e nomi sono quelli di una città austriaca o ceca.
Il protagonista è Frank, ragazzo diciannovenne, figlio di Lotte che in gioventù ha fatto la vita e che adesso, a trentotto anni, proprio per riguardo a suo figlio, non si prostituisce più limitandosi a gestire nel suo angusto appartamento un piccolo giro di ragazze che vende agli ufficiali stranieri.
Frank vuole compiere un gesto di iniziazione alla vita e uccide un ufficiale incontrato nel bar di Timo che frequenta volendosi sentire all'altezza del suo compagno di bevute, Kromer, che dice di aver ucciso un uomo. Mentre uccide questo occupante incontra un suo vicino di casa che fa il tranviere, un intellettuale caduto in miseria, che lo guarda e passa via (secondo me nella figura di Holst il ragazzo vede la figura paterna che non ha mai conosciuto e questo evento fortuito di essere stato visto proprio da lui mentre commetteva l'omicidio contribuisce a simboleggiare un legame tra i due quasi come se Frank da una parte cercasse un rapporto padre-figlio ma dall’altra soffocasse ogni sentimento per non soffrire).
L'altro accadimento importante del romanzo è la storia d'amore tra Frank e l'innocente Sissy che Frank vorrà sporcare proprio come la neve sporca della sua città negando a se stesso la possibilità di amare e di essere amato.
Il tema centrale del romanzo è il delicato passaggio dall'età adolescenziale all'età adulta e di come in questo passaggio si possa sperimentare il lato più oscuro di sé.
E’ un romanzo che parte al passato e precipita nel presente e la terza parte è un flusso di coscienza per cui assistiamo ai pensieri di Frank, destrutturati dalla febbre, e dove il suo corpo regredisce ad uno stato insano in cui però il ragazzo ritrova se stesso e sceglie consapevolmente il proprio destino.
Simenon scrive questo romanzo in Arizona, un posto dove c’è sempre il sole e non piove mai e non a caso, secondo me, scrive proprio questo romanzo ambientandolo invece in Europa, immagina l’Europa, l’Europa della guerra e l’Europa che ha vissuto, e immagina la neve però sottolinea da subito che questa sua nostalgia è una nostalgia impossibile perché la neve era sporca, sporcata dalle persone che ci vivono.
 
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estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Questo romanzo è stato (e forse lo è tutt'ora), per me, un vero e proprio tarlo. Ne avevo cominciato la lettura anni fa per interromperla subito: c'era qualcosa, in quelle pagine, che mi respingeva e mi impediva di concentrarmi. Spinta dalle molte recensioni positive e dal mio amore per Simenon che nel frattempo cresceva a dismisura, negli ultimi mesi ho riprovato e riprovato a leggerlo, ma sempre con lo stesso esito. Finalmente, in questi giorni, ho tentato con l'audiolibro e… alla fine ce l'ho fatta. Ciò non vuol dire, però, che mi sia piaciuto o, ancor meno, che io sia certa di averlo completamente capito. È un romanzo grigio, come grigi sono i personaggi, l'ambientazione, le vicende raccontate. Non c'è mai un guizzo di novità che risvegli l'attenzione, accade tutto in sordina, in un contesto cittadino apparentemente sempre uguale. Eppure è proprio questa la forza del romanzo: è, probabilmente, proprio questo che voleva raccontarci Simenon. Le vicende che sconvolgono la vita del giovane Frank e degli altri personaggi si svolgono nella più completa apatia generale, nella grigia e fumosa quotidianità di una città occupata. Sotto la cenere, però, ci sono sommovimenti pericolosi, perché proprio quando crediamo di passeggiare soli e indisturbati per la via, da un vicolo o da una finestra qualcuno ci sta osservando ed è pronto a riferire ciò che facciamo e diciamo. Ecco, riconosco tutto il valore di questo romanzo, ma non riconosco Simenon, o almeno non del tutto. Non è un'opera che rileggerei, ma voi datele una possibilità… se è piaciuta a tanti un motivo ci sarà… e mal che vada avrete letto un Simenon, che di sicuro non è tempo perso.
 

Dory

Reef Member
Uno dei libri più brutti che abbia mai letto.

Noioso, inconcludente, personaggi che sembrano voler essere qualcosa, senza riuscirci.

Ho un'ipotesi, l'ho chiamata "ipotesi del completamento": ho pensato che forse alle persone a cui piace questo libro è perché hanno completato (inconsciamente) le sue mancanze con loro preconoscenze e interessi. In fondo, quando si legge un libro, è inevitabile associare, più o meno consapevolmente, quello che si legge a esperienze o interessi personali, o a cose lette in altri libri, e credo che queste associazioni abbiano un ruolo importantissimo nel definire se un libro ci piace o meno.

Credo inoltre, ma è solo un mio personale ragionamento, che se in un libro troviamo molte di queste associazioni, potrebbe piacerci anche se è oggettivamente brutto; di contro, se ne troviamo poche e il libro è scritto bene, ci creerà interessi nuovi.
Se vi va, fatemi sapere se il ragionamento fila o se è solo un delirio dovuto allo choc causato da questo libro :ROFLMAO:

Voto 0/5
 

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
Ammiro quello 0/5 e quasi mi istiga a cimentarmi nella lettura 🤣
Comunque io cerco sempre di essere quanto più obiettivo possibile quando recensisco e voto libri e film, eppure a distanza di mesi mi accorgo di quanto fossi di parte su questa o quella cosa. A voltw rivaluto i miei voti di mezza stella in su o in giù, a volte anche di una o una e mezza, e non è poco. Spesso mi vengono in aiuto una seconda lettura/visione o una recensione di qualcuno che mi fa notare aspetti che avevo completamente ignorato o travisato.

Non ho investigato molto sul perché succede, però è parte della nostra crescita come lettori/spettatori, e magari a una fetta di pubblico un libro piace perché tocca, senza che ne siano consapevoli, delle corde che per altri invece sono meno sensibili. Ma alla fine l'importante è che se una cosa ci piace o non ci piace siamo consapevoli del perché, fermo restando che è solo la nostra personale opinione e che potrà cambiare nel tempo.
 

darida

Well-known member
bene,bene, non mancherò di leggerlo :D
Ok, il messaggio è del 2009 e sono certa di averlo letto al massimo l'anno seguente.Pur non ricordando nulla a parte un nome: Frank ho la sensazione che mi sia piaciuto...
Certo che leggendo Dory, mi viene qualche dubbio e qualche curiosità che non intendo soddisfare! 🤣
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Uno dei libri più brutti che abbia mai letto.

Noioso, inconcludente, personaggi che sembrano voler essere qualcosa, senza riuscirci.

Ho un'ipotesi, l'ho chiamata "ipotesi del completamento": ho pensato che forse alle persone a cui piace questo libro è perché hanno completato (inconsciamente) le sue mancanze con loro preconoscenze e interessi. In fondo, quando si legge un libro, è inevitabile associare, più o meno consapevolmente, quello che si legge a esperienze o interessi personali, o a cose lette in altri libri, e credo che queste associazioni abbiano un ruolo importantissimo nel definire se un libro ci piace o meno.

Credo inoltre, ma è solo un mio personale ragionamento, che se in un libro troviamo molte di queste associazioni, potrebbe piacerci anche se è oggettivamente brutto; di contro, se ne troviamo poche e il libro è scritto bene, ci creerà interessi nuovi.
Se vi va, fatemi sapere se il ragionamento fila o se è solo un delirio dovuto allo choc causato da questo libro :ROFLMAO:

Voto 0/5
D'accordo in toto. Ragionamento interessante che condivido, come anche l'opinione sullo specifico libro.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Per me invece questo è uno dei più bei romanzi di Simenon, la neve che fa da specchio all'azione. La vicenda di Sissy mi ha particolarmente impressionato. La parte che più mi ha scosso è l'immagine ossessiva, di Sissy ferita, nella mente di Frank, immagine che lo riporta ad un ricordo d'infanzia, ad un gatto ferito e che cercava riparo nei pressi di un albero dove nessuno poteva raggiungerlo.
 
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