Labaki, Nadine - Caramel

ayla

+Dreamer+ Member
Titolo originale: Sukkar banat
Genere: Commedia
Francia, Libano 2007

TRAMA:

A Beirut, alcune donne lavorano in un istituto di bellezza: Layale, innamorata di un uomo sposato, Nisrine, che sta per sposarsi e non sa come dire al futuro sposo che ha già perduto la verginità, Rima, che non riesce ad accettare di essere attratta dalle donne, Jamale, ossessionata dall'età e dal fisico, e infine Rose, che ha sacrificato i suoi anni migliori e la sua felicità per occuparsi della sorella Lili. Nel salone, tra colpi di spazzola e cerette al caramello, si parla di sesso e maternità, con la libertà e l'intimità propria delle donne.

E' un film sulle donne e soprattutto per le donne che mi è piaciuto veramente molto, intriso di quotidianità e delicatezza. E' un film poetico, colorato e scorrevole che ammalia fino alla fine, raccontando storie di un mondo lontano dal nostro, facendoci sorridere (molto dolce il corteggiamento del poliziotto!!) e commuovere.
In una parola: consigliato!
 
G

giovaneholden

Guest
Buon esordio della regista Labaki nel lungometraggio,dopo alcuni corti e degli spot pubblicitari. Molto più "occidentale" nel modo di girare di quello che appare a una prima visione,è una brillante versione dei film "tutto donne" che ha il suo capostipite nella celebre pellicola di George Cukor Donne (film 1939) - Wikipedia
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Si apre uno squarcio sulla realtà femminile a Beirut, lacerata tra progresso e tradizione, con una libertà di essere e sentire che purtroppo non corrisponde a quello che viene permesso alle donne di fare. Allora ecco che le sofferenze e le frustrazioni sono quotidiane ma sopportate dall'amicizia e complicità femminile sempre presente e da quella sensualità che porta le donne a vivere intensamente sapori e odori della loro vita, compreso il caramello simbolo di dolcezza infinita quando viene mangiato e di dolore quando viene usato per depilarsi.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Questa regista libanese, secondo me molto brava e pure bella, riesce a coniugare perfettamente l'impegno con la leggerezza. E' piacevole e divertente seguire le avventure di queste donne così diverse tra loro, ma così affiatate, così diverse e così uguali a noi; ma emerge benissimo anche l'aspetto drammatico della vicenda, i drammi individuali - come l'amore per un uomo che non lo merita o la paura di invecchiare - ma soprattutto quello collettivo, la condizione delle donne a Beirut, combattute tra il desiderio di libertà e i veti loro imposti. L'atmosfera, l'ambientazione nel salone di bellezza, i colori, mi hanno fatto un po' pensare ad Almodovar, seppure, naturalmente, con le ovvie differenze.
Un bel film solo apparentemente leggero.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Il film mi è piaciuto, ma non completamente. Mi sarei aspettata qualcosa di più esplicito, invece tutto resta sul non detto. Leggero solo in apparenza, questo film è una riflessione sulla condizione femminile in Libano e nei paesi del Medio Oriente. Ma qui la storia è solo abbozzata. Viene resa molto meglio nel libro "Miele amaro e mandorle dolci" di Maha Actar, pubblicato in Italia da Nord nel 2013. La cosa singolare è che, apparentemente, il libro sarebbe tratto dal film per una volta, ma non ne sono certa. Ad ogni modo, paradossalmente, si avverte un'occidentalità maggiore nel film rispetto al libro che invece approfondisce la situazione storica del Libano degli ultimi 50 anni. In definitiva, consiglio entrambi anche se ho preferito il libro.
 
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