Avallone, Silvia - Acciaio

Diana

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Ho appena finito di leggere Acciaio, finalista dello Strega e premio per opera prima del Campiello.
scritto bene, ma l'argomento mi ha lasciato un pò delusa: la socetà di oggi vista da 2 ragazzine di 14 anni con i loro problemi, sogni, desideri.
A mio parere si può leggere ma addirittura vincere il premio come opera prima del Campiello mi sembra un pò troppo.
cosa ne pensate?
 
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novella76

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Più o meno sono del tuo stesso parere. è un romanzo (per non dire romanzetto) che si legge piacevolmente sotto l'ombrellone. Ma una volta terminato non mi è rimasto praticamente niente! Nessuna emozione e a dirla tutta non mi ha stimolato neanche tante riflessioni! Ormai sono ben distante dalla realtà dei quattordicenni e non ho mai vissuto in ambienti così popolari ma non mi è sembrata una storia molto realistica! E poi avrei gradito un pò più di toscanità nei dialoghi visto che lo sfondo di Piombino doveva essere un elemento abbastanza importante.
 

Diana

New member
Più o meno sono del tuo stesso parere. è un romanzo (per non dire romanzetto) che si legge piacevolmente sotto l'ombrellone. Ma una volta terminato non mi è rimasto praticamente niente! Nessuna emozione e a dirla tutta non mi ha stimolato neanche tante riflessioni! Ormai sono ben distante dalla realtà dei quattordicenni e non ho mai vissuto in ambienti così popolari ma non mi è sembrata una storia molto realistica! E poi avrei gradito un pò più di toscanità nei dialoghi visto che lo sfondo di Piombino doveva essere un elemento abbastanza importante.

Perfettamente d'accordo.
purtroppo la realtà può anche essere peggiore di come è stata descritta e comunque anche a me ha lasciato veramente poco.
spero che questa giovane scrittrice possa "maturare" (passami il termine) negli argomenti.
 

alisa

Amelia Member
Concordo con quanto detto sopra: ben scritto (molto), ma la storia non è così ricca... considerando però che si tratta di un'opera prima direi che il giudizio complessivo è buono! Qualche ingenuità ci stava... no?
 

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
ma leggevo sui vari forum che il plot è arraffazzonato, che c'era bisogno di un editing pesante che non è stato fatto, che è sintomatico che il premio strega sia per raccomandati. é vero almeno in parte tutto ciò?
 
Per me non è malaccio questo libro. Per rispondere alla quaestio soprastante, i quartieri popolari sono descritti benissimo.

E poi ho conosciuto Alessio e ho osservato la sua parabola.
 

anvi

New member
A parer mio questo libro non è niente di eccezionale; la trama di per sè non è male, benchè alquanto banale, ma comunque abbastanza coinvolegente. Il punto che mi ha lasciato più stupita è stato il finale, se di finale si può parlare, visto che la storia si conclude con un nulla di fatto.
In generale comunque trovo che questo romanzo sia privo di stile, in alcuni punti volgare e con un senso non ben definito.
 

Shoofly

Señora Memebr
Per spettegolare un po' sull'assegnazione del Campiello questo articolo di Gad Lerner mi è parso interessante :mrgreen:

<<Ero seduto anch'io sul palcoscenico della Fenice di Venezia, sabato sera, quando d'improvviso abbiamo visto illuminarsi la faccia di Bruno Vespa: "Assegniamo ora il Premio Campiello opera prima a Silvia Avallone, autrice del romanzo 'Acciaio', e prego la regia di inquadrare il suo strepitoso décolleté".

Non pago, quando s'è ritrovato al fianco la giovane scrittrice vestita di chiffon, Vespa ha indugiato sul tatuaggio che ne orna una spalla, gliel'ha cinta e - rivolto alla platea degli industriali veneti promotori del Campiello - ha soggiunto: "La sto toccando e vi assicuro che nonostante il grande successo già conseguito, vibra ancora d'emozione".

A quel punto ho incrociato lo sguardo con quello allibito di Michela Murgia, la trionfatrice dell'edizione 2010, seduta accanto a me. Con la sua autorizzazione, riferisco l'istintivo commento sussurratomi dall'ottima autrice di "Accabadora": "Ma come è possibile? Vespa si comporta come un vecchio bavoso!".:paura:

Per ciascuno degli altri scrittori intervistati fino a quel momento, naturalmente, le domande di Vespa vertevano sul contenuto dell'opera presentata, con brevi divagazioni riguardanti l'attualità o le esperienze di ciascuno.

Davanti alla Avallone (classe 1984, dunque giovane, ma non certo una bambina) l'atteggiamento è cambiato. Il libro è passato decisamente in secondo piano, quasi che il maturo maschio italiano di successo e benpensante - dimentico della sua professione - in un tale frangente si ritenesse autorizzato alla deroga protocollare: la pupa ha ben altro da mostrarci, cosa volete che me ne importi se è una scrittrice di valore? Sciambola, mica perderemo tempo a intervistarla come un Carofiglio, un Pennacchi o una Pariani qualsiasi!

Naturalmente in un premio letterario francese, tedesco o americano sarebbe stato inconcepibile una simile disuguaglianza di trattamento; e il professionista che per avventura vi fosse incorso, si sarebbe beccato una rispostaccia seduta stante.

Silvia Avallone invece vive in Italia, dunque si è limitata a confidare più tardi il disagio provato in quella cerimonia, trasmessa su Raiuno. Noiosa, forse, ma non meritevole di essere vivacizzata da arrapamenti senili in una sede impropria.

Al Premio Campiello, senza dubbio uno dei più seri e prestigiosi concorsi letterari del nostro paese, non sono mai state richieste le misure seno-vita-fianchi degli scrittori. E il fatto che quest'anno lo abbiano vinto due giovani donne di indubbio talento come la Murgia e la Avallone, conferma l'anacronismo di cui Vespa è portatore inconsapevole.

Riteneva di effettuare una modernizzazione del linguaggio televisivo, ormai più di dieci anni fa, quando inaugurò la moda di invitare signorine taciturne e ornamentali come sottofondo dei dibattiti fra uomini politici. A differenza di centinaia di migliaia di lettori, per lui la toilette della scrittrice viene prima del suo romanzo.

P. S. Vorrei prevenire una eventuale replica fuori luogo di Vespa: "Tu mi attacchi perché non hai vinto il Campiello". Gli faccio notare che la mia mancata vittoria era largamente prevedibile, giustificata dal valore di Michela Murgia e degli altri concorrenti. Il suo comportamento invece non era né prevedibile né tanto meno giustificabile.>>


da: http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/09/06/news/lerner_murgia-6791000/
 

biondi emanuela

New member
Ho fatto l'impossibile per prenderlo....e non riuscivo a leggerlo....l'ho finito per disperazione. Vuoto..... l'aspettativa ha forse creato dei pregiudizi che non mi hanno permessa di apprezzarlo come avrebbe meritato.....non lo so però so che l'ho dato via, e quando lo faccio vuol dire che un libro per me non ha speranza di essere rivalutato a posteriori.
 

baby tear white

New member
l'ho letto questo inverno.. non mi attirava per nulla eppure un mio professore mi ha tenuta a parlare per tipo 15 minuti per convincermi a leggerlo.. non ero sicura per niente però qlc giorno dopo ho trovato acciaio a metà prezzo in un supermercato e mi sono convinta a prenderlo.... Uno degli acqusti migliori che abbia mai fatto.. mentre lo leggevo mi è sembrato di tornare ai miei 14 anni e la cosa più sorprendente e che ritrovavo la me stessa di allora nei comportamenti atteggiamenti di queste 2 ragazzine. in questo libro sono narrate più storie nell'unica storia di quella piombino povera in fabbrica.. oltre alla storia di amicizia profonda e anche a lontananza delle 2 regazze, ci sono le storie dei loro genitori, che cambiano a seconda se viste dalle ragazzine o dalle madri o dai padri, del fratello secondo me una delle figure più belle del libro perchè descrive nei particolari,impliciti o espliciti che siano, la figura di molti ragazzi sui 20 anni di oggi. in questo libro si ritrovamo milioni di emozioni perchè le storie narrate possono in ogni momento ricordare la tua dall' inizio alla fine. c'è un senso di libertà poi in queste 2 regazzine anche nel loro pezzo finale, che va oltre il loro piccolo quartiere di piombino,che mi ha preso completamente. uno dei libri più belli che abbia letto, scritto benissimo, storia bellissima anche se in certe descrizioni il racconto diventava pesante. bel libro davvero
 

xelenax

New member
l'ho letto questo inverno.. non mi attirava per nulla eppure un mio professore mi ha tenuta a parlare per tipo 15 minuti per convincermi a leggerlo.. non ero sicura per niente però qlc giorno dopo ho trovato acciaio a metà prezzo in un supermercato e mi sono convinta a prenderlo.... Uno degli acqusti migliori che abbia mai fatto.. mentre lo leggevo mi è sembrato di tornare ai miei 14 anni e la cosa più sorprendente e che ritrovavo la me stessa di allora nei comportamenti atteggiamenti di queste 2 ragazzine. in questo libro sono narrate più storie nell'unica storia di quella piombino povera in fabbrica.. oltre alla storia di amicizia profonda e anche a lontananza delle 2 regazze, ci sono le storie dei loro genitori, che cambiano a seconda se viste dalle ragazzine o dalle madri o dai padri, del fratello secondo me una delle figure più belle del libro perchè descrive nei particolari,impliciti o espliciti che siano, la figura di molti ragazzi sui 20 anni di oggi. in questo libro si ritrovamo milioni di emozioni perchè le storie narrate possono in ogni momento ricordare la tua dall' inizio alla fine. c'è un senso di libertà poi in queste 2 regazzine anche nel loro pezzo finale, che va oltre il loro piccolo quartiere di piombino,che mi ha preso completamente. uno dei libri più belli che abbia letto, scritto benissimo, storia bellissima anche se in certe descrizioni il racconto diventava pesante. bel libro davvero

Andando fuori dal coro, concordo su quanto hai scritto.
Al contrario di tutti gli altri pareri a me il libro ha emozionato, quartieri popolari e vite "border Line" descritte fedelmente mi hanno fatto respirare l'aria dei quartieri popolari, ritornando un po' a situazioni vissute nella mia adolescenza.

Il divario sociale tra Alessio e l'inarrivabile innamorata borghese secondo me viene narrato con una sottigliezza che arriva al cuore.

E da molto da pensare... su come la crescita in un contesto sociale precluda sul nascere possibilità che per i più sono già scontate alla nascita.

Forse c'è davvero bisogno di aver respirato quell' "aria" per apprezzare fino in fondo...

E poi, contesto un po' quanto detto sull'autrice: "giovane ma non ragazzina"... beh... non so se qualcuno di voi ci ha provato a cimentarsi su di un romanzo... anche solo a buttar giù personaggi e trama.. non è che sia poi così banale. Per quanto mi riguarda, data la sua età, ha raggiunto un traguardo soddisfacente.

Sicuramente acquisterò il suo prossimo libro.
 

malafi

Well-known member
Non so perchè (forse avevo letto qualche recensione in passato?), ma mi aspettavo tanto da questo libro.


Non mi è piaicuto.
Nè la storia (tutto sommato banale e prevedibile, dove la presenza così incombente ed ingombrante della fabbrica mi sembra persino esagerata, ma forse un Piombinese - si dice così? - potrebbe smentirmi), nè lo stile di scrittura.

Non nego che sia ben scritto, ma leggendolo a volte ho avuto la sensazione di un esercizio di stile che poco si adatta ud una vicenda border line come questa (allora in questo genere trovo più adatto lo stile di Ammaniti).

Secondo me, ma è propria una personalissima opinione, è persino presuntuoso il modo in cui è scritto. Sa di essere brava, e lo vuole dimostrare a tutti i costi, senza lasciarlo scoprire al lettore.
 

Lauretta

Moderator
me lo sto letteralmente divorando...
iniziato mercoledi sera sono a più di metà

devo iniziare a dire delle cose...la storia mi incuriosisce, perchè per il momento non sta succedendo niente di eclatante, e mi piacerebbe capire se effettivamente non ci saranno troppi colpi di scena.
comunque mi piace anche un libro che parli della quotidianità della vita di un quartiere...

...una sensazione che provo leggendo il libro è che i pensieri di Anna e Francesca sono troppo avanti come elaborazione di due ragazzine di 13 anni... ho come la sensazione che a volte ragionino come almeno 17enni. sicuramente un ambiente come quello descritto porta a crescere più in fretta, ma non così in fretta...a volte le immagini che mi si imprimono mentre leggo mi fanno pensare a due giovani donne, non a due grandi bambine...

...lo stile di scrittura cozza un po' con la realtà che si vuole descrive....troppo ricercato, troppe metafore, una descrizione troppo curata di profumi e particolari, che secondo me in quella realtà non vengono percepiti come descritti. avrebbe dovuto scegliere uno stile di scrittura più aderente alla realtà che stava andando a descrivere...


le ultime osservazioni le farò a fine libro.
 

Yamanaka

Space's Skeleton
Il libro non l'ho letto ma che il premio Strega sia de facto una sorta di asta per le maggiori case editrici è risaputo da anni...sono ben lontani i tempi di Pavese purtroppo :(
 

Lauretta

Moderator
sto andando avanti un po' con la lettura anche se più lentamente rispetto alla prima metà di libro...
mi viene da chiedere....

ma era proprio necessario parlare per 20 pagine dell'attentato dell 11/9/01?
mi è sembrata proprio una caduta di stile....quando il capitolo precedente è finito con la frase "ERA IL 10 SETTEMBRE 2001" ho sperato che nel capitolo successivo facesse solo accenno all'accaduto, visto che era palese che l'avrebbe citato.

mi ha molto infastidito e non mi è sembrato aderente con il romanzo...
voi che dite?
 

malafi

Well-known member
mi ha molto infastidito e non mi è sembrato aderente con il romanzo...
voi che dite?

secondo me in questo romanzo ci sono molte cose non attinenti .... al romanzo.

In primis lo stile della scrittrice: l'ho già scritto e l'hai ripetuto anche tu, ma questi temi, questi personaggi, questa ambientazione non ci "azzeccano" nulla, ma proprio nulla con la sua prosa. E' una cosa che ho trovato fastidiosa nella lettura.
Lei scrive bene, ma si compiace di farlo, e lo fa nel romanzo sbagliato.
 

Lauretta

Moderator
Spoiled

A libro concluso ecco le ultime osservazioni....anche se rivelo parte del libro per cui scrivo in bianco....

credo che il capitolo della morte di Alessio sia stato quello scritto meglio..mi è piaciuto perchè ha usato una tecnica che si usa spesso anche nei telefilm e film...tre situazioni raccontate contemporaneamente con un continuo cambio di "scena"... Elena Alessio e Mattia....mi è piaciuto tanto la tecnica narrativa...

invece di pessimo gusto far morire Alessio...concludere il capitolo con la madre che dice al padre...Alessio è morto...
e il capitolo successivo non si fa più accenno alla cosa...non viene raccontata la sofferenza della perdita dei vari protagonisti....


libro poco più che accettabile...
 

mame

The Fool on the Hill
Raramente mi è capitato di abbandonare un libro senza andare prima avanti per un bel po'. E comunque nel momento in cui l'ho riposto sullo scaffale ho sempre pensato che magari in futuro gli avrei dato un'altra possibilità. Ma con questo libro per la prima volta ho chiuso dopo venti pagine e ho pensato seriamente di buttarlo via, se non fosse che il pensiero di un libro nella spazzatura mi rivolta l'animo, tanto che io per prima lo avevo salvato dalla spazzatura di qualcun altro. E' scritto troppo male per andare avanti. E ho pensato che non valga proprio la pena di perderci tempo quando c'è così tanto da leggere a questo mondo. Se questo è arrivato finalista allo Strega, le cose sono due: o le raccomandazioni erano di ferro oppure in Italia siamo messi proprio male in quanto a produzione letteraria.

Mi rendo conto che questa non è una recensione in senso proprio, perché per scrivere un giudizio completo avrei dovuto arrivare alla fine, ma mi sembra questo il caso cui faceva riferimento quel critico che disse: "Non ho bisogno di leggere un libro fino alla fine per capire che è brutto come non ho bisogno di mangiare tutto l'uovo per capire che è marcio". Non gli avevo mai dato ragione prima d'ora.
 
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