Saramago, José - Poesia e stile

El_tipo

Surrealistic member
José de Sousa Saramago, Azinhaga, 16 novembre 1922 – Tías, 18 giugno 2010, è uno dei maggiori esponenti della letteratura contemporanea.
Nato da una famiglia poverissima del Ribatejo, lavora per molti anni come redattore di un giornale tenacemente critico nei riguardi della dittatura di Salazar, per intraprendere la carriera letteraria solo alle soglie dei 60 anni, con una terra chiamata Alentejo, anche se il suo primissimo libro (poi ripudiato come un figlio scapestrato) è "terra do pecado", del 1947. Per 30 anni Saramago scrive alacremente una ventina di romanzi e cinque opere teatrali, varie cronache e il suo blog, da cui osserva con occhio lucido gli avvenimenti di tutto il mondo, diventa uno dei più cliccati degli anni zero. Nel 1998 gli viene assegnato il premio nobel per la letteratura, perchè "con parabole, sostenute dall'immaginazione, dalla compassione e dall'ironia ci permette continuamente di conoscere realtà difficili da interpretare". In questa frase è riassunto tutta la poetica di Saramago, che riesce con delle storie a tratti paradossali, ma cariche di ironia e sentimenti, a scandagliare i fondali di realtà che risultano essere, in conclusione, più assurde dei suoi stessi paradossi.
Il suo impegno letterario è globale, incisivo e penetrante in tutte le direzioni, per cui si è scontrato con numerose istituzioni; dopo la pubblicazione del vangelo secondo Gesù Cristo, è entrato in polemica con la chiesa portoghese ed è stato costretto a lasciare il suo paese per trasferisi a Lanzarote, nelle Isole Canarie, dove ha concluso gi ultimi anni della sua vita. Polemica religiosa mai terminata, anzi, inaspritasi con il romanzo Caino, e che non ha risparmiato anche le altre religioni come l'ebraismo. Nel 2006 lo scrittore contestando la politica di Israele nei confronti della Palestina afferma che gli ebrei non meriterebbero più ''comprensione per le sofferenze patite durante l'Olocausto'', frase che gli costa dure accuse internazionali di antisemitismo. Ma risulta palese che l'obiettivo non è colpire la razza, ma un certo modo, sbagliato, di intendere lo stato. Il suo animo profondamente critico nei riguardi dello statismo ma amante della democrazia in tutte le sue forme, lo si ritrova nei suoi lavori con impronta più politica, come la zattera di pietra o il saggio sulla lucidità, e ovviamente, nel quaderno di lanzarote, raccolta degli scritti del suo blog inizialmente censurato il Italia dalla casa editrice Einaudi probabilmente per i contenuti sul premier Italiano.
Un altro aspetto che ha reso celebre lo scrittore portoghese è indubbiamente il suo stile, un modo di scrivere completamente nuovo. Nel suo romanzo più celebre, Cecità, si evince la totale assenza di nomi propri, sia ad indicare luoghi che persone, in modo da rendere universale il contenuto, e frasi lunghe senza punteggiature, solo le virgole a scandire il tempo della prosa, che diventa molto più simile al tempo della poesia.
 
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El_tipo

Surrealistic member
Tutti i romanzi

1947 - Terra do pecado
1971 - Di questo mondo e degli altri (Deste Mundo e do Outro)
1977 - Manuale di pittura e calligrafia (Manual de pintura e caligrafia)
1978 - Oggetto quasi (Objecto quase)
1980 - Una terra chiamata Alentejo (Levantado do chão)
1981 - Viaggio in Portogallo (Viagem a Portugal)
1982 - Memoriale del convento (Memorial do convento)
1984 - L'anno della morte di Ricardo Reis[8] (O ano da morte de Ricardo Reis)
1986 - La zattera di pietra (A jangada de pedra)
1989 - Storia dell'assedio di Lisbona (História do cerco de Lisboa)
1991 - Il Vangelo secondo Gesù Cristo (O Evangelho segundo Jesus Cristo)
1995 - Cecità (Ensaio sobre a cegueira)
1997 - Tutti i nomi (Todos os nomes)
1999 - Il racconto dell'isola sconosciuta
2001 - La caverna (A caverna)
2002 - L'uomo duplicato (O homem duplicado)
2004 - Saggio sulla lucidità (Ensaio sobre a lucidez)
2005 - Le intermittenze della morte (As intermitências da morte)
2006 - Le piccole memorie (As pequenas memórias)
2008 - Il viaggio dell'elefante (A viagem do elefante)
2009 - Il Quaderno - Testi scritti per il blog (settembre 2008-marzo 2009)
2009 - Caino (Caim)
2010 - I quaderni di Lanzarote
2010 - L'ultimo quaderno
 
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sergio Rufo

New member
ho letto quasi tutto di lui e parlato mille volte con Julia che a sua volta ne e' entusiasta.
Lo consideriamo come un amico di famiglia, se cosi' si puo' dire. Mi e'molto dispiaciuto che l'ultima occasione di vederlo fu a Milano l'anno scorso al teatro Parenti e lei non abbia potuto esserci. Ma io non me lo sono perso.
Considero Saramago una " voce" piu' che uno scrittore. Un cantastorie, forse? al di la' dello splendido stile, in lui c'e' un incanto dolce e leggero.
Leggerlo e' come ristorarsi.
 

Mizar

Alfaheimr
Considero S. uno dei maggiori narratori del secondo Novecento. Le sue opere hanno tenuta nello sviluppo, stile, originalità formale.
 

isola74

Lonely member
Io ho letto solo Il vangelo secondo Gesù Cristo, Cecità, Saggio sulla lucidità e Il racconto dell'isola sconosciuta...Confesso che all'inizio ho trovato difficoltà col suo stile che per me, precisa fino all'estremo con la sintassi e la punteggiatura, non era propriamente uno stile:mrgreen:. Poi, leggendolo, ti rendi conto che il suo modo di scrivere è funzionale alla storia che racconta, come dire, diventa un tutt'uno e non puoi staccartene più.
Insomma, mi sono ricreduta! Ora vorrei leggere L'uomo duplicato e Viaggio in Portogallo..oppure, caro El Tipo, quali meritano di più tra quelli che non ho letto???
 

asiul

New member
Francamente.."Il Vangelo secondo Gesù Cristo" mi ha annoiata un bel po' anche se scritto benissimo.
Leggerò certamente altro di questo scrittore, perché un libro è poco per giudicarlo.:boh:

Il prossimo sarà Saggio sulla lucidità e vorrei prendere anche Cecità.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
io ho un pessimo rapporto con Saramago iniziato tanti anni fa, con Viaggio in Portogallo, di una prolissità che ho considerato letale. Anche L'anno della morte di Ricardo Reis, pur non essendomi dispiaciuto non ha recuperato le distanze. Per anni non ho voluto prendere in mano nulla che fosse a lui attribuito, un gruppo di lettura ha sbloccato il trauma con Cecità. Diciamo che ha ridotto un po' la prevenzione ed il totale disamore verso questo grande scrittore, confermando comunque la sua capacità di dire in cento parole quello che si potrebbe dire in venti. Una abilità di espandere il pensiero scritto che non riesco a trovare congeniale, sulla quale non mi accordo. Un altro gruppo di lettura mi ha permesso di inoltrarmi ancora un pochettino nell'autore con Il vangelo secondo Gesù Cristo, tanto di cappello al pensiero, trovo sempre un po' troppo ridondante la scrittura. Posso dire che l'ho trovato stupendo e anche congeniale ne Il racconto dell'isola sconosciuta, essenziale e magico. Aspetto la prossima esperienza con il nostro.
 

sergio Rufo

New member
L'anno della morte di Ricardo Reis, lo considero uno dei migliori e piu' toccanti romanzi di Saramago.
Mentre a te , Ellisa, non ha permesso di ricuperare con il nostro.
Cavolo!

Anche in altri siti, ricordo, avevo letto che la scrittura di Saramago non e' congeniale per la lettura.
Il mio primo incontro fu con Cecita' e dopo solo un paio di pagine mi abituai immediatamente al suo dialogo senza punteggiatura e con periodi molto lunghi ( Giuseppe Berto ancora di piu')
Non trovai nessuna difficolta'.

Probabilmente si tratta anche di una questione di mero gusto: a chi piace e a chi no.
Il " sentirsi" leggere , infatti, deve piacere.
Tutto qui.

Elisa non leggere mai Berto! :paura:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
L'anno della morte di Ricardo Reis, lo considero uno dei migliori e piu' toccanti romanzi di Saramago.
Mentre a te , Ellisa, non ha permesso di ricuperare con il nostro.
Cavolo!

Anche in altri siti, ricordo, avevo letto che la scrittura di Saramago non e' congeniale per la lettura.
Il mio primo incontro fu con Cecita' e dopo solo un paio di pagine mi abituai immediatamente al suo dialogo senza punteggiatura e con periodi molto lunghi ( Giuseppe Berto ancora di piu')
Non trovai nessuna difficolta'.

Probabilmente si tratta anche di una questione di mero gusto: a chi piace e a chi no.
Il " sentirsi" leggere , infatti, deve piacere.
Tutto qui.

Elisa non leggere mai Berto! :paura:

io considero Il male oscuro uno dei libri più belli che ho letto in vita mia, riletto oltretutto da non più di tre anni. Non è lo stile di scrittura che me lo rende difficoltoso, amo leggere anche cose sperimentali a livello sintattico o grammaticale. E' proprio l'espressione del pensiero che secondo me è troppo prolisso, quando leggo Saramago il pensiero che mi accompagna sovente è questo: Che bel concetto, che bella frase, che bell'immagine, ma perchè non ha usato meno parole? E' come se l'intuizione e lo stimolo che quella frase mi ha dato venisse a cadere perchè un po' troppo barocca. La ridondanza in Saramago viene pulita in parte dallo stile ma non sufficientemente così mentre lo leggo tende a disperdersi un po' troppo. Nulla toglie sia un grandissimo scrittore, che apprezzo molto e di cui condivido il pensiero, ma non riesco ancora ad apprezzarlo pienamente quando lo leggo.
Tanto che ho pensato di fare con Saramago un mero gioco di rispecchiamento e/o proiezione, tanto la tendenza ad essere prolissa, ridondante e barocca ce l'ho anche io :mrgreen:
 

sergio Rufo

New member
io considero Il male oscuro uno dei libri più belli che ho letto in vita mia, riletto oltretutto da non più di tre anni. Non è lo stile di scrittura che me lo rende difficoltoso, amo leggere anche cose sperimentali a livello sintattico o grammaticale. E' proprio l'espressione del pensiero che secondo me è troppo prolisso, quando leggo Saramago il pensiero che mi accompagna sovente è questo: Che bel concetto, che bella frase, che bell'immagine, ma perchè non ha usato meno parole? E' come se l'intuizione e lo stimolo che quella frase mi ha dato venisse a cadere perchè un po' troppo barocca. La ridondanza in Saramago viene pulita in parte dallo stile ma non sufficientemente così mentre lo leggo tende a disperdersi un po' troppo. Nulla toglie sia un grandissimo scrittore, che apprezzo molto e di cui condivido il pensiero, ma non riesco ancora ad apprezzarlo pienamente quando lo leggo.
Tanto che ho pensato di fare con Saramago un mero gioco di rispecchiamento e/o proiezione, tanto la tendenza ad essere prolissa, ridondante e barocca ce l'ho anche io :mrgreen:

Ti e' piaciuto Berto, sono contento. Ti consiglio La Cosa Buffa sempre dello stesso autore.
In un certo qual senso e'' superiore al Male oscuro anche se quest'ultimo rappresenta forse la sua opera piu' significativa.
E' un libro scritto con lo stesso stile, ma meno intenso, piu' diluito ( flusso di coscienza). Quello di estremamente pregevole nella Cosa Buffa e' lo sguardo sulla stessa vita. E' la storia di un ragazzino e dei suoi amori. Quell'amore cosi' decantato sotto tutti i profili ( romantico, psicologico, esistenziale) sembra persino incidere in modo significativo sull'intera vita di ciascuno di noi.
Potra' anche essere vero questo, non lo si discute, ma Berto capisce bene quanto tutto questo, in realta', sia soltanto una cosa buffa. La vita stessa cosi' vivisezionata, cosi' scandagliata in ogni suo angolo dalla nostra e dall'altrui coscienza, in fondo si rivela una cosa molto piu' comica in tutte le sue manifestazioni. Non sara' per caso il nostro pensiero e la nostra psicoanalisi ad appesantirla fino a farla diventare un problema o una serie di problemi? E' da questo assunto che il nostro eroe incomincia la sua vita sentimentale e sessuale: cosa buffa o cosa seria? alla fine lo sapra'

Saramago, in molti suoi libri, ha questo atteggiamento: le sue digressioni altro non sono che il variare del tema. Se ci pensi, lo allegerisce invece di appesantirlo, tanto che lui stesso piu' volte chiede: ma scusa, lettore, dove siamo arrivati?
Come a dire: non siamo cosi' seri!!!! giochiamo un po' insieme!
 

isola74

Lonely member
Francamente.."Il Vangelo secondo Gesù Cristo" mi ha annoiata un bel po' anche se scritto benissimo.
Leggerò certamente altro di questo scrittore, perché un libro è poco per giudicarlo.:boh:

Il prossimo sarà Saggio sulla lucidità e vorrei prendere anche Cecità.
prima Cecità!!!! il Saggio ne è il seguito:wink:
 
Ché dire ancora di questo grande intellettuale? Come ha già detto Sergio, per noi un amico di famiglia che è appena andato via.
Sentiamo molto la sua mancanza. Ogni tanto ritiriamo fuori un suo libro e lo poggiamo da qualche parte, per avere la sensazione che lui ci sia ancora.

Tutto quello che abbiamo voluto dire su di lui è sparso nelle stanze dei suoi libri, cronaca degli incontri compresa.
 

lillo

Remember
Ché dire ancora di questo grande intellettuale? Come ha già detto Sergio, per noi un amico di famiglia che è appena andato via.
Sentiamo molto la sua mancanza. Ogni tanto ritiriamo fuori un suo libro e lo poggiamo da qualche parte, per avere la sensazione che lui ci sia ancora.

Tutto quello che abbiamo voluto dire su di lui è sparso nelle stanze dei suoi libri, cronaca degli incontri compresa.
Molto intensa e condivisibile la tua sensazione di un amico che è appena andato via. Nel nostro viaggio a Lisbona siamo andati a vedere l'edificio che ospita la sua fondazione e che da lì a pochi giorni avrebbe accolto le sue ceneri... come avviene quando si va a portare un saluto alla tomba di un vecchio amico o conoscente... a lui non serve ma a te si per riaccendere nella memoria la sua presenza... il primo passo per rielaborare un triste lutto.
 

sergio Rufo

New member
Ché dire ancora di questo grande intellettuale? Come ha già detto Sergio, per noi un amico di famiglia che è appena andato via.
Sentiamo molto la sua mancanza. Ogni tanto ritiriamo fuori un suo libro e lo poggiamo da qualche parte, per avere la sensazione che lui ci sia ancora.

Tutto quello che abbiamo voluto dire su di lui è sparso nelle stanze dei suoi libri, cronaca degli incontri compresa.

Eh, cara Julia, hai ragione: si sente la mancanza di Saramago perche' si sente la mancanza di un suo " futuro" libro. Viene a mancare l'attesa.
In un altra stanza avevo letto di quali autori attendiamo il prossimo libro: ecco, rispondo qui. Saramago e' uno di questi o era uno di questi.
Ma sai anche, Julia, che un suo libro si puo' sempre " rileggere" un'infinita' di volte, sempre nuovo, sempre saramaghiano. Basta attendere un po' di tempo tra una rilettura e l'altra----
 

sergio Rufo

New member
Molto intensa e condivisibile la tua sensazione di un amico che è appena andato via. Nel nostro viaggio a Lisbona siamo andati a vedere l'edificio che ospita la sua fondazione e che da lì a pochi giorni avrebbe accolto le sue ceneri... come avviene quando si va a portare un saluto alla tomba di un vecchio amico o conoscente... a lui non serve ma a te si per riaccendere nella memoria la sua presenza... il primo passo per rielaborare un triste lutto.

Giusto Lillo.
E' irrazionale se ci si pensa: molte volte siamo attratti dalle tombe e sepolcri dei grandi. Ci rechiamo la', stiamo in piedi in silenzio, e...e non lo so.
A me e' capitato con Massena e Ney, i due piu' grandi Generali della Grand Armee' Napoleonica.
Una mattina a Parigi con Julia ci siamo precipitati al Pere' Lachase: mille e mille tombe. Centinaia di personaggi letterari ( Wilde, Proust, Apollanire; Balzac ecc.ecc.) ma per primissima cosa, mappa del cimitero e la fatale domanda: dove sono " Loro"? ( con la elle maiuscola) . Individuati, e' iniziata la ricerca in quel " villaggio" che e' il Pere' Lachase: stradine, piazzette,piazzali, vicoletti... ed infine li abbiamo trovati.
E' sempre bello ritrovare gli "amici".
 

isola74

Lonely member
Grazie isola...oggi sono passata in libreria, ho preso di tutto e di questi due me ne sono dimenticata,:W ma la prossima settimana li prenderò.:)
Figurati.... io odio leggere un libro e accorgermi dopo che era il seguito di un altro..
Spero ti piacciano, secondo me sono molto belli, una volta che ti sei abituata allo stile:wink:
 
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