Lichtenberg, Cristoph.

sergio Rufo

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Nato in una povera famiglia di pastori, Lichtenberg diventò gobbo a causa di una malformazione della spina dorsale prima dell'età adulta. Nel 1763 entrò alla Göttingen University, dove nel 1769 diventò professore straordinario di fisica, e sei anni dopo professore ordinario. Mantenne questo posto fino alla sua morte.

Uno dei primi scienziati a introdurre esperimenti con apparecchiature nelle proprie lezioni, Lichtenberg fu una delle più popolari e rispettate figure nel circolo degli intellettuali europei del suo tempo. Mantenne buone relazioni con grandi figure della sua epoca, inclusi Goethe e Kant. Nel 1784 Alessandro Volta visitò Göttingen appositamente per vedere il grande uomo e i suoi esperimenti. Nel 1793 fu eletto membro della Royal Society. Come fisico, oggi è ricordato, soprattutto per le sue indagini sull'elettricità, o più precisamente per le cosiddette "figure di Lichtenberg''.

Invitato dai suoi entusiasti studenti, visitò due volte l'Inghilterra (dalla Pasqua all'estate del 1770 e dall'agosto del 1774 al Natale del 1775), dove fu ricevuto cordialmente da Re Giorgio III. La Gran Bretagna lo impressionò molto, e dopo i due viaggi divenne un noto anglofilo.

Suscettibile al fascino femminile, ebbe molte relazioni amorose. Molte delle ragazze che frequentò provenivano da famiglie povere. Nel 1777 incontrò Maria Stechard, dell'età di tredici anni, che visse con il professore senza interruzione dal 1780: ella morì nel 1782. La relazione tra l'uomo e la sua "little daughter" fu narrata in un romanzo di Gert Hofmann (che fu tradotto da suo figlio Michael Hofmann in inglese, con il titolo "Lichtenberg and the Little Flower Girl''). Negli anni seguenti, tuttavia, incontrò la ventiduenne Margarethe Kellner. La sposò nel 1789, allo scopo di fornirle una pensione, poichè pensava che sarebbe morto presto. La donna gli diede sei figli, e gli sopravvisse di 49 anni.

Come caratteristico di un uomo che pensa troppo, Lichtenberg tendeva a procastinare tutti gli impegni: sebbene avesse sempre sognato di scrivere un romanzo come il "Tom Jones'' di Fielding, non scrisse mai più di alcune pagine.

Negli ultimi anni della sua vita divenne ipocondriaco, e un uomo infelice. Morì a 56 anni, dopo una breve malattia.


I "Waste books" sono quaderni che Lichtenberg tenne nascosti ai suoi studenti fino alla fine della sua vita. A ogni volume fu apposta una lettera dell'alfabeto dalla A, il cui corrispondente volume fu iniziato nel 1765, alla L, con cui i libri si interrompono alla morte di Lichtenberg nel 1799.

Questi quaderni furono conosciuti nel mondo dopo la morte dell'uomo, quando la prima e la seconda edizione dei "Lichtenbergs Vermischte Schriften'' (1800-06 e 1844-53) furono pubblicate dai suoi figli e fratelli. Già dalla prima pubblicazione, ad ogni modo, i quaderni G e H, e gran parte del quaderno K, erano stati distrutti o erano spariti. Si crede che queste parti mancanti contenessero importanti materiali. I manoscritti dei rimanenti quaderni sono ora conservate nella Università di Göttingen.

I quaderni contengono citazioni, titoli di libri da leggere, aneddoti autobiografici, e riflessioni brevi o lunghe. Sono state proprio queste riflessioni ad aiutare Lichtenberg a guadagnarsi la sua fama postuma. Oggi egli è considerato uno dei migliori aforisti nella storia degli intellettuali occidentali. Alcuni studiosi hanno tentato di dedurre dagli scritti di Lichtenberg un sistema di pensiero, ma bisogna ricordare che Lichtenberg non fu mai filosofo di professione, e non ebbe mai bisogno di presentare una propria concreta filosofia.

Tra gli ammiratori dei ``Waste books'' di Lichtenberg vi sono Schopenhauer, Nietzsche, Freud e Wittgenstein.E' risaputo che gli ultimi tre sono stati considerevolmente ispirati da Lichtenberg. Lichtenberg non fu molto letto al di fuori della Germania. Una notevole eccezione fu costituita dagli studiosi cinesi e da Qian Zhongshu, che cita i ``Waste books'' molte volte nei suoi lavori. Anche Lev Tolstoy amava molto Lichtenberg.

Altri lavori

Come satirista, Lichtenberg si guadagnò le posizioni più elevate tra gli scrittori tedeschi del XVIII secolo. La sua mordacia lo coinvolse in molte controversie con famosi contemporanei, come lo svizzero fisionomista Johann Kaspar Lavater (1741-1801), di cui ridicolizzò la scienza, e Johann Heinrich Voss, le cui opinioni sulla pronuncia della lingua greca furono oggetto di una feroce satira nell'opera "Uber die Pronunciation der Schöpse des alten Griechenlandes'' (1782).

Basate sulle sue visite in Inghilterra, le sue "Briefe aus England'' (1776-1778), con ammirevole descrizione del taetro di David Garrick, sono gli scritti più affascinanti pubblicati durante la sua vita. Dal 1778 in poi contribuì al Göttinger Taschen Calender e al Göttingisches Magazin der Wissenschaften und Litteratur, di cui fu editore per tre anni (1780-1782) con J.G.A. Forster. Pubblicò inoltre tra il 1794 e il 1799 l'opera "Ausführliche Erklarung der Hogarthischen Kupferstiche'', in cui descriveva satiricamente i dettagli dei dipinti di William Hogarth.
 
L'autore della tua firma lombrosiana.

Ma la citazione che più ti si confà è questa:
"Le è piaciuto stare in quella compagnia? Risposta: moltissimo, quasi quanto se fossi rimasto nella mia camera"
 

sergio Rufo

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Perche' e' importante Lichtenberg al di la' dei suoi bellissimi aforismi?
Dovresti leggerlo Julia, ma lo consigli a tutti.
Chi e' luomo di Lichtenberg? quale e' la sua fisiognomica? cosa intende per stato psicologico?

Innanzitutto per Lichtenberg l'uomo non e' un'idea. Non e' un idea fissa. L'uomo non puo' rappresentare uno status nel tempo, semmai e' un continuum ordinato ma sempre diverso. E' una mutazione ininterrotta.

Nella sua fisiognomica, in polemica con Lavater, insiste su un punto: gli stati d'animo di un uomo sono infiniti, cosi' le espressioni del suo volto.
Ma il volto umano inteso da Lichtenber non e' solo un tratto somatico, ma e' di piu': e' lo sguardo dell'uomo sul mondo, sulla natura, sul suo tempo.
Il volto e lo sguardo nascondono o sono viceversa lo specchio del carattere di un uomo e vanno oltre a un trattato di mera fisognomica.
Diventano vita psichica , interiore, recitate somaticamente.

L'uomo di Lichtenberg non e' in " se' stesso" ma e' " verso" il mondo.

Una faccia da mandato di cattura, splendido aforisma, letto cosi' a se stante puo' sembrare una forte provocazione, qualcosa di lombrosiano come dici, Julia.( mi prendi in giro...:D )
Ma in Lichtenberg e' espressione non tanto fisiognomica ma emotiva e caratteriale.
E si sa: il carattere non tradisce mai la sua propria natura.
 
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