L'ignoranza è una colpa.......?

"(....) l'uomo ha il dovere di sapere. L'uomo risponde della propria ignoranza. L'ignoranza è una colpa. (....)"
M. Kundera, Amori ridicoli, pag. 107, Adelphi​

E secondo voi....?
E' davvero cosi?
Che cosa ne pensate riguardo l'ignoranza?
E soprattutto ci scusa o acusa nei nostri comportamenti, l'idee, visioni.....?

Mi piacerebbe sentire la vostra. :YY
 

darida

Well-known member
Che dire nicole, purche' non si combini con la stupidita', allora si che puo' essere irritante

"piu' so, piu' so di non sapere" :)
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
interpreto arbitrariamente le parole di Kundera e ritengo che la colpa riferita all'ignoranza sia quella di chi dovrebbe sapere e fa finta di non vedere, penso ai Gulag e ai campi di sterminio e a tutte le atrocità piccole e grandi che si consumano sotto i nostri occhi e faccimao finta di non vedere, di non sapere, di non capire.

per l'altra ignoranza, quella filosofica, non c'è colpa ma solo beatitudine :)
 

SALLY

New member
Da qualche parte ho letto che:"L'ignoranza è la cosa più comoda dopo il divano di casa mia" :mrgreen:

Comunque,penso che l'ignoranza di cui parla Kundera sia,come dice elisa,la nostra volontaria ignoranza,non vogliamo ne sapere ne vedere,verso gli altri.
Per la legge l'ignoranza non è ammessa,un individuo deve sapere,deve informarsi,non è scusato.
Ma poi,chi ignora,sà di ignorare?!
 

isola74

Lonely member
Anche io credo che l'ignoranza colpevole sia quella "voluta", a prescindere poi dal fatto che sia verao meno... uhm.....:??mi spiego: penso che sia colpevole sia chi fa solo finta di non sapere perchè gli fa comodo (vedi gli esempi di elisa), sia chi davvero non sa ma potrebbe sapere e non si impegna minimamente per farlo (in qualsiasi campo...)
l'intelligenza è un dono e va usata
 

franceska

CON LA "C"
L’ignoranza, secondo me, non può mai essere una colpa se non intacca le proprie competenze. Nel caso che ha citato Elisa non si tratta di ignoranza, dato che il presupposto dell’ignorante è di non sapere, e non di far finta.
Ad esempio io sono ignorante in moltissime cose, ma non credo di ledere nessuno con ciò che non so e non mi interessa. A che mi servirebbe indottrinarmi sulla fusione e fissione di nuclei atomici, o sull’orografia del Burkina Faso. Certo, mi piacerebbe saperlo, ma il non saperlo non può considerarsi una colpa.
Credo che, come afferma Kundera, abbiamo l’obbligo di colmare la nostra ignoranza su ciò che ci riguarda e ci appartiene: lavoro, studio, interessi ecc. per non trasformarci da ignoranti, inconsapevoli e perciò compresi, su ciò che non ci compete, a stupidi consci e doppiamente stupidi (nonché pericolosi) nel caso opposto (un attimo che devo capirmi :? ...). Tipo un ingegnere “ignorante” nella sua materia che calcola le misure per la costruzione di una diga, o di un chirurgo, un insegnante, un falegname, ecc.
 

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
No, non è affatto un colpa. Al massimo, io credo, è stupidità.
Chi sia dotato di tutte le facoltà necessarie, e, pur avendole, non le eserciti nella conoscenza, onde in seguito poter giustificare un'opinione, è, per come la vedo io, un perfetto idiota. E' quegli che, difatti, possiede gli strumenti ma non sa cosa farsene. Su questo non v'è delitto e non può esservi colpa.
 

franceska

CON LA "C"
No, non è affatto un colpa. Al massimo, io credo, è stupidità.
Chi sia dotato di tutte le facoltà necessarie, e, pur avendole, non le eserciti nella conoscenza, onde in seguito poter giustificare un'opinione, è, per come la vedo io, un perfetto idiota. E' quegli che, difatti, possiede gli strumenti ma non sa cosa farsene. Su questo non v'è delitto e non può esservi colpa.

Sarebbe bello, ma pur avendo tutte le facoltà necessarie, non si può sapere tutto
 

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
Sarebbe bello, ma pur avendo tutte le facoltà necessarie, non si può sapere tutto

E' il cruccio più grosso per D, Francesca.
Ma non mi si faccia così sprovveduto
Chi sia dotato di tutte le facoltà necessarie, e, pur avendole, non le eserciti nella conoscenza, onde in seguito poter giustificare un'opinione

Non tutti possiamo parlare di tutto, è stato detto e siamo d'accordo. Chi voglia disquisire di fisica nucleare, trascurando persino le nozioni minime, non è colpevole di alcunché; per me al massimo è un idiota. Questo perché ad avere opinioni siamo buoni tutti, ma appunto non basta.
 

Nikki

New member
Le affermazioni di Kundera sull'ignoranza e la sua inescusabilità sono solitamente calate in un contesto storico ben preciso. Ricordo la tesi sul comunismo e il mito di Edipo, esposta sotto forma di lettera opinionista in L'insostenibile leggerezza dell'essere. Là si sosteneva che i politici responsabili della disfatta di un Paese dovrebbero (metaforicamente) cavarsi gli occhi e auto-esiliarsi, inorriditi da se stessi e dalle conseguenze delle loro decisioni, dalla società. Peraltro, lo stesso protagonista cambio opinione nel corso del libro e arriva a sostenere l'esatto opposto, è bestiale incolpare qualcuno per qualcosa che non poteva conoscere né prevedere.

La tematica è molto affascinante. Personalmente, sono contraria a stigmatizzazioni e capri espiatori in generale. Tuttavia, ho la sensazione, odiosa, che oggigiorno la classe politica usi la carta dell'ignoranza per deresponsabilizzarsi in ordine a qualsiasi cosa.
Istintivamente, voglio poter pensare che , se deresponsabilizzazione può esserci, questa deve provenire quantomeno da altro soggetto che non il "deresponsabilizzando"..in particolare dal soggetto che ha subito le conseguenze della gestione politica. I politici dovrebbero avere l'umiltà e la coscienza di non pretendere l'assoluzione morale del popolo, ma di chiederla, in ginocchio, capo chino. Guidare un paese non è mai stato facile, non è mai stato compito "leggero". Chi ne è investito, chi si assume un tale ruolo, è già "condannato", in certo senso, sin dall'inizio. E' impensabile uscirne puliti, con una autoproclamazione di innocenza perché "ma io non sapevo!". Eliminare la responsabilità morale significa eliminare la percezione di "essere alla guida di qualcosa". E tutti immaginiamo senza problemi quale fine attende una cosa (un Paese!) che si muove senza una guida, senza una coscienza di responsabilità.

D'altro canto, mi accorgo anche che nel popolo, nei singoli componenti di un Paese, nel nostro, per esempio, non esiste più il senso di pietà umana, compassione. Una mancanza che preclude persino la possibilità di un perdono. Il che costituisce una sorta di odiosa deresponsabilizzazione, allo stesso modo. Quando ci dimentichiamo di appartenere ad una collettività di "uomini", fatta da uomini, guidata da uomini, e perdiamo il nostro senso di "umanità", non possiamo pretendere nemmeno un fantasma, o un'ombra, di giustizia. Per dirla alla Checov, "e non è ridicolo pensare alla giustizia quando ogni violenza viene accolta dalla società come una necessità ragionevole e conveniente e ogni atto di clemenza, per esempio una sentenza di assoluzione, suscita l'esplosione di un sentimento d'insoddisfazione e di vendetta?".

Credo che per liberarsi dall'accusa di ignoranza, ma anche per accusare qualcuno di ignoranza, serva maggiore responsabilità, coscienza di appartenere ad una collettività. Però io non ne vedo, qualche volta la leggo nei libri, difficilmente la noto intorno a me, nella mia collettività. Anzi, mi piacerebbe conoscere, un giorno, a quale collettività appartengo, veramente.

Insomma, i tempi stanno decadendo e non c'è più nemmeno la mezza stagione. :mrgreen:
 

Zefiro

da sudovest
neanche gli dei

No, non è affatto un colpa. Al massimo, io credo, è stupidità.
Chi sia dotato di tutte le facoltà necessarie, e, pur avendole, non le eserciti nella conoscenza, onde in seguito poter giustificare un'opinione, è, per come la vedo io, un perfetto idiota. E' quegli che, difatti, possiede gli strumenti ma non sa cosa farsene. Su questo non v'è delitto e non può esservi colpa.

(...) Non tutti possiamo parlare di tutto, è stato detto e siamo d'accordo. Chi voglia disquisire di fisica nucleare, trascurando persino le nozioni minime, non è colpevole di alcunché; per me al massimo è un idiota. Questo perché ad avere opinioni siamo buoni tutti, ma appunto non basta.


Il sottolineato credo sia quanto di più sensato io abbia letto da svariati lustri a questa parte. Sul resto invece, credo di dissentire profondamente.

Esiste, a parer mio, la stupidità colpevole dell'incapacità di concepire la sublime arte del silenzio, del tacere, quando non si sa di cosa si parla, almeno per nozioni minime appunto. Il minimo di decenza.

Non sono certo io, non nelle pagine di questo forum almeno spero, a dover spiegare che le parole una volta dette stan lì, come macigni. E che ripetute molte volte, da molte voci, possono arrivare ad avere forza immaginabile e micidiale, aprendo baratri dove milioni di vite possono sprofondare in un attimo. Proprio così, basta un attimo di distrazione.

In questo, nell'incapacità di tacere e voler dire, semplicemente perchè si può, ad ogni costo la propria su tutto, senza avere, o almeno onestamente ritenere di avere, un minimo di prepaparazione a supporto, io ravviso colpa eccome, ed inaccettabile.

Di quella stupidità insomma in merito alla quale Schiller sconsolatamente osservava: "Contro la stupità neanche gli dei possono nulla".

Le parole più disperate che siano mai state scritte.
 
Ultima modifica:

asiul

New member
A mio avviso, no. L'ignoranza, in generale, non può essere una colpa. Lo è nei vari settori di appartenenza. Mi spiego... Ignorante è chi ignora. Che manca di conoscenza di un certo sapere.
Quindi colui che si manifesta ignorante nel proprio sapere; un medico,un avvocato,un insegnante,ma anche un tecnico…e oltre, è colpevole e condannabile.

Ad ogni modo odio l’ignorante che manchi d’umiltà. Quello per me è il vero idiota.
 

Sir

New member
Più che altro, bisognerebbe vedere cos'è una colpa.
Ponendo che in qualche modo implichi il recare danno a ciò che circonda, dubito fortemente che l'ignoranza possa essere causa scatenante. Al massimo può concorrere, ma dove mancano da una parte predisposizione a offendere e dall'altra predisposizione a subire, la colpa perde significato e l'ignoranza resta un mero fatto.
 

asiul

New member
(...)

Esiste, a parer mio, la stupidità colpevole dell'incapacità di concepire la sublime arte del silenzio, del tacere, quando non si sa di cosa si parla, almeno per nozioni minime appunto. Il minimo di decenza.(...)
In questo, nell'incapacità di tacere e voler dire, semplicemente perchè si può, ad ogni costo la propria su tutto, senza avere, o almeno onestamente ritenere di avere, un minimo di prepaparazione a supporto, io ravviso colpa eccome, ed inaccettabile.

(...).

Sono pienamente d'accordo. Infatti in un certo modo è proprio questa la mancanza di unmiltà alla quale mi riferivo.

Si può essere ignoranti e, sebbene oggi ci siano molti mezzi per sapere, non esserne "colpevoli". Ma quando un ignorante ha la presunzione di "sapere", beh! quello non lo tollero. Deve avere almeno (uso una tua parola Zefiro) la decenza di stare zitto.

Niente è più terribile di un'ignoranza attiva. (Goethe)
 

asiul

New member
... notevole anche questa...:wink:

"Se Dio ha posto un limite all'intelligenza umana, è profondamente scorretto che non ne abbia posto uno alla sua imbecillità" (Goethe)
 
Non sono sicura, forse c'ho capito male, ma mi chiedo che cosa significa:
.....l'intelligenza è un dono e va usata

credo che qui si sono mischiati alcuni significati delle parole; secondo me, l'istruzione non è uguale l'intelligenza.... spiegando meglio, una persona può essere molto istruita (non ignorante), ma rimanere lo stesso ottusa di mente.

No, non è affatto un colpa. Al massimo, io credo, è stupidità.
Stessa cosa, sempre secondo me, vale per la stupidità.
Essere stupido, non significa automaticamente essere ignorante, anche solo per il fatto perchè la stupidità significa incapacità di ragionare, usando la logica; mentre l'ignoranza significa non conoscenza delle informazioni....:)
 

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
Stessa cosa, sempre secondo me, vale per la stupidità.
Essere stupido, non significa automaticamente essere ignorante, anche solo per il fatto perchè la stupidità significa incapacità di ragionare, usando la logica; mentre l'ignoranza significa non conoscenza delle informazioni....:)

Certo, la distinzione esiste ed è importantissima. Espongo meglio il passaggio.
Ogni persona intelligente, dotata dunque di intelletto, e della successiva facoltà di ragionare, non può dirsi tale, a mio vedere, se non presa dall'arsura della conoscenza, quanto meno, e sono riduttivo parecchio, entro le aree dello scibile che più la interessano. Tutte le persone intelligenti sentono la necessità vitale di munirsi degli strumenti per il loro operare: è così il generale sul campo, cui potrà difettare la conoscenza della notazione musicale, ma non troveremo incompetente in fatto strategia e balistica; così l'emerito professore alla Bocconi o a Yale; così gli ingegneri della Nasa o i fisici del CERN. Se l'intelligente è colui il quale si rende conto di cosa potrà servirgli in futuro, ecco, l'insipiente è un perfetto imbecille, in quanto non sa sa procacciare per se stesso i mezzi, più spesso teorici, per assolvere adeguatamente ai suoi bisogni, ed a quelli del mondo. La serietà prima di tutto, insegnava Heidegger. Per quanto mi riguarda, dunque, un ignorante (nelle condizioni economico-sociali adeguate), è necessariamente stupido.
 
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