El_tipo
Surrealistic member
The addiction, la dipendenza, è il film del grande Ferrara che conclude la cosidetta trilogia del peccato, in cui è affrontata in termini filosofici la dialettica tra bene e male. La dipendenza in questo caso è la dipendenza dal male; non è l'uomo malvagio che commette il peccato, ma è il peccato stesso che fa parte dell'uomo e lo rende malvagio "il mio vizio è controllato dalla mia volontà ma la mia volontà all'inizio è stata influenzata dal mio vizio". La genialità del film si esprime tutta nell'utilizzo del vampiro come metafora dell'uomo che commette il peccato: la prima volta è difficile, la più difficile, poi l'appetito diventa insaziabile....e le vittime non sono in grado di allontanare il male perchè fa parte di esse stesse, alberga anche esso in loro e per questo sono pronte ad accoglierlo. Il cammino iniziato col cattivo tenente quindi termina così, con un provvido massacro, nel nichilismo più puro. "al di là del bene e del male, puah, nietzsche non ci aveva capito nulla". Non c'è più spazio quindi nemmeno più per la redenzione, perchè anche dio fa parte del male. E' straordinario il passaggio in cui la protagonista chiede perdono al prete per il suo male, cioè Dio.
Filosofia, religione, grandissima regia e uso razionale degli elementi a mio parere lo rendono un capolavoro di straordinaria attualità.
L'uso del bianco e nero smorza le scene più crude del film allontanandolo dal genere horror, a cui non è assolutamente ascrivibile.
Voto 5/5
Filosofia, religione, grandissima regia e uso razionale degli elementi a mio parere lo rendono un capolavoro di straordinaria attualità.
L'uso del bianco e nero smorza le scene più crude del film allontanandolo dal genere horror, a cui non è assolutamente ascrivibile.
Voto 5/5