Carrasco, "Mono" Eduardo - Inti Illimani Storia e Mito

Eduardo “Mono” Carrasco faceva parte delle Brigadas “Ramona Parra”, chiamata così in ricordo dell’operaia tessile assassinata a Santiago nel 1947.
Eduardo ha partecipato ad un sogno, quello di vedere la povertà scomparire dal Cile, la democrazia trionfare e i deboli non subire più i soprusi dei forti. Sembrava che la vittoria del 4 settembre di Unidad Popolar il blocco socialdemocratico e comunista guidato da Salvador Allende potesse realizzare questo sogno. Ma non aveva fatto i conti con i delinquenti statunitensi.
Il commento del delinquente Nixon dopo la vittoria di Allende fu: “Dobbiamo liberarci da quel figlio di put.tana. Voglio che i nostri agenti migliori si dedichino a tempo pieno a elaborare un piano. A questo scopo, mettiamo immediatamente a disposizione 10 ml di dollari, pronti ad aumentarli non appena sarà necessario. Cominciamo con lo strozzare l’economia del paese”.
Un altro delinquente, premio Nobel per la pace nell’anno del colpo di Stato del Dinosauro, Segretario di Stato di Nixon sosteneva: “Non vedo perché dovremmo rimanere con le braccia incrociate se un Paese decide di diventare comunista per l’irresponsabilità dei suoi abitanti”. Il concetto di democrazia sfuggiva a questo animale.
L’ambasciatore statunitense in Cile Kerry diceva: “Signor Frei: da Presidente del Cile deve sapere che, se lei permetterà che Allende assuma il governo, noi faremo in modo che in questo paese non arrivi nemmeno una vite, neppure un bullone. Non deve farsi nessuna illusione a questo riguardo, perché noi faremo tutto quanto sia necessario per condannare il Cile e i cileni alle più dure privazioni, alla peggiore miseria”.
Mono ci parla del sogno, dell’incubo e del ritorno alla speranza, usando come colonna sonora le canzoni degli Inti Illimani.
 
Stralcio del discorso di Allende due ore prima di morire a Radio Magallanes:

"Di fronte a questi eventi posso solo dire ai lavoratori: io non rinuncerò. Collocato in un passaggio storico pagherò con la mia vita la lealtà del popolo.

E vi dico che ho la certezza che il seme che consegnammo alla coscienza degna di migliaia e migliaia di cileni non potrà essere distrutto definitivamente.

Hanno la forza, potranno asservirci, ma non si arrestano i processi sociali, né con il crimine, né con la forza.

La storia é nostra e la fanno i popoli.

Lavoratori della mia patria, voglio ringraziarvi per la lealtà che sempre avete avuto, la fiducia che avete riposto in un uomo che é stato soltanto interprete di grande desiderio di giustizia, che giurò che avrebbe rispettato la costituzione e la legge, così come in realtà ha fatto. In questo momento finale, l’ultimo nel quale io possa rivolgermi a voi, spero che sia chiara la lezione. Il capitale straniero, l’imperialismo, insieme alla reazione ha creato il clima perché le Forze Armate rompessero la loro tradizione: quella che mostrò Schneider e che avrebbe riaffermato il comandante Araya, vittima di quel settore che oggi starà nelle proprie case sperando di poter conquistare il potere con mano straniera a difendere le proprietà ed i privilegi.

Mi rivolgo, soprattutto, alla semplice donna della nostra terra: alla contadina che ha creduto in noi; all’operaia che ha lavorato di più, alla madre che ha sempre curato i propri figli.

Mi rivolgo ai professionisti della patria, ai professionisti patrioti, a coloro che da giorni stanno lavorando contro la rivolta auspicata dagli ordini professionali, ordini di classe che solo vogliono difendere i vantaggi di una società capitalista.

Mi rivolgo alla gioventù, a quelli che hanno cantato la loro allegria ed il loro spirito di lotta.

Mi rivolgo all’uomo del Cile, all’operaio, al contadino, all’intellettuale, a quelli che saranno perseguitati, perché nel nostro paese il fascismo é già presente da tempo negli attentati terroristici, facendo saltare ponti, interrompendo le vie ferroviarie, distruggendo oleodotti e gasdotti. Di fronte al silenzio di quelli che avevano l’obbligo di intervenire, la storia li giudicherà. Sicuramente radio Magallanes sarà fatta tacere ed il suono tranquillo della mia voce non vi giungerà.

Non importa, continuerete ad ascoltarmi. Sarò sempre vicino a voi, per lo meno il ricordo che avrete di me sarà quello di un uomo degno che fu leale con la patria.

Il popolo deve difendersi ma non sacrificarsi. Il popolo non deve lasciarsi sterminare e non deve farsi umiliare.

Lavoratori della mia patria: ho fiducia nel Cile e nel suo destino. Altri uomini supereranno il momento grigio ed amaro in cui il tradimento vuole imporsi.

Andate avanti sapendo che, molto presto, si apriranno grandi viali attraverso cui passerà l’uomo libero, per costruire una società migliore. Viva il Cile, viva il popolo, viva i lavoratori!

Queste sono le mie ultime parole, ho la certezza che il sacrificio non sarà vano.

Ho la certezza che, per lo meno, ci sarà una punizione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia e il tradimento".


Giovedì, 11 settembre 1973
 
Ultima modifica:

lillo

Remember
Grazie per averci ricordato quel terribile momento storico. Un popolo bloccato nella sua possbilità di autodetrminazione dall'imperialismo e dal fascismo di un presidente e del suo segretario di stato.

nunca mas.
 

RosaT.

Leghorn Member
Interessante !!! Mi piace moltissimo leggere su questo argomento e sulla meravigliosa terra del Cile ... per cui mi sono subito segnata questo titolo !!! Grazie mille :D
 
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