Bignardi, Daria - Non vi lascerò orfani

alisa

Amelia Member
Semplice, onesto e commovente questo libro di Daria Bignardi. Mi è stato regalato, di mio non l'avrei probabilmente mai preso, e mi ha stupito piacevolmente.

"La sopravvivenza dei figli ai genitori è vista in tutte le tradizioni come un fatto naturale. A maggior ragione quando la scomparsa del genitore non lascia un piccolo orfano ma un orfano adulto. Eppure il dolore dell'orfano adulto non è meno intenso. L'opera di Daria Bignardi scava in questo dolore, lo analizza, lo racconta. La morte della madre è, insieme, il momento della sofferenza e quello del confronto con la prima vita altrui con la quale si è venuti a contatto - e quindi con la propria stessa vita: l'infanzia dei ricordi, l'adolescenza dei contrasti, la giovinezza delle fughe, l'irreale maturità. La morte di una madre ci fa sentire parte di una storia di famiglia, di un mondo, di una genealogia, addirittura di un periodo storico. E di un racconto: il racconto di queste pagine nelle quali sarà, per chiunque, pur nell'assoluta singolarità della voce narrante, facilissimo riconoscersi."
 

isola74

Lonely member
l'hanno regalato anche a me... prima o poi lo leggerò:wink:
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Io l'ho comprato un anno fa col 70% di sconto (quasi regalato,quindi) su un club del libro di cui sono socia.
L'ho letto e trovato anche io semplice e piacevole.
Se mi permettete un paragone (poi mi direte se è azzardato),mi ha fatto venire in mente Lessico famigliare della Ginzburg,soprattutto per come l'autrice calca la mano sulla pronuncia delle parole da parte dei genitori.
Verso la Bignardi nutro un sentimento contrastante,quando la leggo (scrive su una rivista settimanale a cui sono abbonata,Vanity Fair) mi piace,così come è stato per questo libro,ma sentirla parlare (a Le invasioni barbariche x es) a volte mi dà un tantino fastidio.Non so se è solo una mia impressione :roll:,ma credo che renda di più sulla carta stampata,la si riesce ad apprezzare meglio :wink:.
 

isola74

Lonely member
L'ho trovato molto delicato...non è mai facile parlare dei propri ricordi, specie se dolorosi. Mai banale, mai morbosa, il libro non è certo un capolavoro, ma la Bignardi è brava.
 

Spilla

Well-known member
A me il libro è piaciuto a tratti, soprattutto quando lascia parlare i ricordi diretti, il linguaggio familiare (anche a me ha ricordato la Ginzburg, Minerva ;) ), la delicatezza dei rapporti e la struggente nostalgia della perdita.
Altre parti mi sono sembrate superflue e poco integrate nel testo, ma se ho capito bene questo è stato il primo libro della Bignardi, perciò è perdonata :)
 
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