Scorsese, Martin - Kundun

asiul

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Tratto dal libro autobiografico La libertà in esilio del XIV Dalai Lama. Narra la vicenda di un bambino di nome Lahmo.

È ancora un bimbo quando e grazie alla visita in casa sua di un monaco buddhista, in viaggio perché alla ricerca della reincarnazione dell'ultimo Dalai Lama morto qualche mese prima, prova di essere una personcina davvero speciale. Mostrerà una certa familiarità con il mondo di quel monaco. Indica come suo un rosario che il missionario tiene fra le mani e che apparteneva al suo predecessore.
Poi l'uomo parte, ma ritornerà in quella casa per metterlo nuovamente alla prova...verrà portato ( siamo nel 1939) a Lhasa e da quel momento in poi per tutti Lahmo sarà Kundun

Uno Scorsese insolito versione Bertolucci (scherzo :wink:). Bella la storia.
C’è un aspetto che mi piace in questo film. Il bambino è pur sempre un bambino. E manifesta tutte le sue paure, la sua voglia di giocare proprie della sua giovanissima età.
E si scopre divertito mentre guarda un film e mostra un accenno di saggezza quando s’inchina in preghiera davanti a l’uomo che si prostra in catene. Poi spaventato, visibile in quel suo deglutire di fronte alle immagini dei morti per l’esplosione nucleare.

Un bambino Lahmo ovvero "colui che protegge" è la reincarnazione del Dalai Lama. Giusto che prenda su di se le responsabilità di un popolo? Chissà. Certo però che in alcune occasione sembra avere più saggezza di un adulto.
Il bambino cresce e diventa adulto. Si scontra con i veri problemi del Tibet . Incontrerà Mao e parlerà con lui. Bel passaggio questo, nel film.

Un ritratto delle violenze perpetrate nei confronti dei buddisti in Tibet.
Racchiusa in tutta la sua crudezza e crudeltà nella scena che Kundun sogna. Una scena che lo ritrae in piedi in mezzo ai suoi monaci tutti morti distesi in terra a formare un tappeto di anime massacrate. Solo Scorsese poteva realizzarla. Magnifica , orribile e struggente. :ad:

E per finire il viaggio verso l’esilio, necessari a salvare la vita, non di Kundun, ma del suo popolo

Bel film. 4/5
 
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elisa

Motherator
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Lo sforzo di Scorsese e della sua equipe in questo film è notevole e si vede, ma quello che non mi convince e che trovo una pecca è la mancanza di pathos, il che in un film sulla spiritualità tibetana è un limite non da poco. Pur apprezzando il film sotto il punto di vista figurativo non ho apprezzato la scelta registica di renderlo troppo simbolico, come gli intermezzi dei disegni fatti con la sabbia ad esempio, che distaccano e non coinvolgono secondo me. Forse meno cura e attenzione ai particolari, meno estetismo, e il film sicuramente ne avrebbe guadagnato, anche perchè il tema è importantissimo, l'aggressione e il genocidio culturale compiuto dalla Cina nei confronti del Tibet.
 

asiul

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Lo sforzo di Scorsese e della sua equipe in questo film è notevole e si vede, ma quello che non mi convince e che trovo una pecca è la mancanza di pathos, il che in un film sulla spiritualità tibetana è un limite non da poco. Pur apprezzando il film sotto il punto di vista figurativo non ho apprezzato la scelta registica di renderlo troppo simbolico, come gli intermezzi dei disegni fatti con la sabbia ad esempio, che distaccano e non coinvolgono secondo me. Forse meno cura e attenzione ai particolari, meno estetismo, e il film sicuramente ne avrebbe guadagnato, anche perchè il tema è importantissimo, l'aggressione e il genocidio culturale compiuto dalla Cina nei confronti del Tibet.


Abbiamo opinioni discordanti.
Non è il solito Scorsese e questo mi piace molto.
Al contrario di te, ho trovato che il pathos ci sia, ma venga trasmesso per immagini. Attraverso i colori così forti e cantrastanti.
Trovo in questo film tutta la spiritualità di cui aveva bisogno.Ma è una mio personalissima opinione.
Molto diverso dai film di questo genere; già visti e forse questo suo essere così asciutto ed essenziale ha tolto un po' di quella pesantezza che generalmente questi lungometraggi trasmettono.
Forse l'unica "pecca" è la mancanza di approfondimento del conflitto tra politica e cultura religiosa.però sull'argomento i film non mancano...

Quanto agli intermezzi con i quadri fatti di sabbia sono significativi e molto.
C'è una frase detta da uno dei collaboratori del Dalai Lama che dice: "Ci hanno portato via il nostro silenzio".
La sabbia portata via è la rappresentazione di questo silenzio (la sabbia) che viene spazzata via e che non tornerà più.Proprio come quei disegni. Unici perché irripetibili.

Per me il film merita d'esser visto,ci sono delle tecniche di regia straordinarie...
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
trovo che l'eccesso in questo caso non sia favorevole a questo genere di contenuto, anche la scena dei monaci insanguinati e morti intorno al Dalai Lama è troppo ridondante dal punto di vista dell'immagine e toglie proprio quell'impatto che un minor effetto figurativo avrebbe forse ottenuto. Ma questo è un mio modo di "sentire" il film, io amo la sottrazione e il non detto, in questo film secondo me Scorsese lavora molto in ripetizione e in eccesso invece. La scena citata dei monaci morti mi ricorda quella di Shutter Island dei cumuli di cadaveri nei campi di sterminio, il fatto che sia un topos registico per segnalare l'abominevole strage ha tolto molto a livello di messaggio, come se l'effetto visivo prevalesse sul significato profondo di quelle immagini.
 

asiul

New member
trovo che l'eccesso in questo caso non sia favorevole a questo genere di contenuto, anche la scena dei monaci insanguinati e morti intorno al Dalai Lama è troppo ridondante dal punto di vista dell'immagine e toglie proprio quell'impatto che un minor effetto figurativo avrebbe forse ottenuto. Ma questo è un mio modo di "sentire" il film, io amo la sottrazione e il non detto, in questo film secondo me Scorsese lavora molto in ripetizione e in eccesso invece. La scena citata dei monaci morti mi ricorda quella di Shutter Island dei cumuli di cadaveri nei campi di sterminio, il fatto che sia un topos registico per segnalare l'abominevole strage ha tolto molto a livello di messaggio, come se l'effetto visivo prevalesse sul significato profondo di quelle immagini.


Mai come questa volta siamo di opinioni discordanti, ma il bello di queste sfide è proprio questo.

Chissà se avrai un'opinione diversa dalla mia anche sui film restanti.
Dei due per me The Aviator è il migliore, ma vedremo quando avrai terminato la tua sfida...

Ti aspetto...:wink:

Li hai già reperiti o ti occorre un aiuto? :)
 

El_tipo

Surrealistic member
ho terminato la visione di questo film che non mi ha emozionato particolarmente, l'ho trovato un po forzato, sia nell'interpretazione del ragazzino sia nella violenza della storia. Sicuramente le cose saranno andate così, ma noto un pizzico di superficialità. Come tutti i film di scorsese, cmq, un lavoro molto ben fatto e molto godibile.
3,5/5
 
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