Schopenhauer e la lettura...

P

~ Patrizia ~

Guest
Vorrei conoscere la vostra opinione su questo pensiero espresso da Schopenhauer sulla lettura:

"Leggere significa pensare con la testa altrui invece che con la propria.

Il furore di leggere libri della maggior parte dei dotti è una specie di fuga vacui, un fuggire dal vuoto di pensiero dei loro cervelli, che attira dentro a forza sostanza estranea: per avere pensieri devono leggerli altrove, come i corpi inanimati ricevono il movimento solo dall'esterno, mentre coloro che sono dotati di pensiero proprio sono come i corpi viventi che si muovono da sé.

L'arte di non leggere è molto importante. Essa consiste nel non prendere in mano quello che di volta in volta il vasto pubblico sta leggendo, come per esempio libelli politici e letterari, romanzi, poesie e simili cose, che fanno chiasso appunto in quel dato momento e raggiungono perfino parecchie edizioni nel loro primo e ultimo anno di vita.

Pretendere che un individuo ritenga tutto quanto ha letto è come esigere che porti ancora dentro di sé tutto quanto ha mangiato."
...

Voglio interpretarla in senso restrittivo, perché la lettura mi sembra abitudine sana e importante. Non mi sento lobotomizzata... (anche se é vero, trattengo poco e sono poco... ma almeno ci tento...).
Spesso però, mi sento sola in questa mia passione, e anche un po' incompresa... anche dai famigliari, amici, vicini di casa amanti della televisione e del chiacchierare...
 

sergio Rufo

New member
Schopenhauer, la nullificazione dell'essere, il pessimista cosmico per natura, l'uomo e il filosofo che adombro' l'esistenza di un non senso assoluto senza essere capace di una catarsi proprio nel non senso stesso dell'esistere. Un bel tipo.

Ma su questo aveva assolutamente ragione: leggere fa male, e se si legge troppo ( ahime' errore condiviso da tantissimi me compreso) fa ancora peggio.
Bisogna pensare con la propria testa e non con quella degli altri. Meglio sbagliare da soli.
Leggere profondamente un filosofo puo lasciarci neutrali: noi apprendiamo come conoscenza quel pensiero, ma nel sottofondo anche se non ce ne rendiamo conto, quel pensiero potrebbe determinare una sorta di condizionamento a nostra insaputa.
Va da se' che a furia di leggere il condizionamento aumentera' sempre di piu', fino a quando potrebbe darsi il caso che smettiamo del tutto di pensare.

Nietzsche che la pensava uguale, aggiunse: bisognerebbe ogni tanto, per sei mesi, smettere di leggere totalmente, lontano dai libri e camminare soltanto.
I migliori pensieri, infatti, vengono camminando.
 

Camille

New member
Nietzsche che la pensava uguale, aggiunse: bisognerebbe ogni tanto, per sei mesi, smettere di leggere totalmente, lontano dai libri e camminare soltanto.
I migliori pensieri, infatti, vengono camminando.

Verissimo.. non riuscirei mai a stare senza leggere per così tanto tempo, però è vero che i migliori pensieri vengono camminando, e aggiungerei anche correndo... :)
 

SALLY

New member
Schopenhauer è uno dei miei preferiti (preso col contagocce),proprio leggendolo ho preso spunti utili per il vivere quotidiano,quindi in fondo un pò di ragione ce l'ha,anche se appena ho letto il 3D ho pensato:ma che cavolo dice?!
Del resto,nessuno è perfetto,ho il vizio di leggere :mrgreen:
Sono totalmente a favore di Nietzsche,camminare favorisce il pensare.
 

Dallolio

New member
Bellissimo brano... è preso da Parerga e Paralipomena?
Secondo me i libri e la lettura sono l'unico alimento che possa nutrire la mente, ma è anche vero che qualunque nutrimento in eccesso porta alla malattia.... senza libri non si cresce mai, ma senza momenti di riflessione quello che abbiamo letto non ci sono vantaggi... è anche vero comunque che non esiste nulla di più personale della lettura, e alcuni hanno bisogno di lunghi periodi senza leggere, altri invece possono leggere continuamente traendone giovamento
 
P

~ Patrizia ~

Guest
Grazie per le vostre risposte e i consigli! :)
Schopenhauer, la nullificazione dell'essere, il pessimista cosmico per natura, l'uomo e il filosofo che adombro' l'esistenza di un non senso assoluto senza essere capace di una catarsi proprio nel non senso stesso dell'esistere. Un bel tipo.
Nietzsche che la pensava uguale, aggiunse: bisognerebbe ogni tanto, per sei mesi, smettere di leggere totalmente, lontano dai libri e camminare soltanto.
I migliori pensieri, infatti, vengono camminando.
Vero, Schopenhauer pessimista, misogino e antisemita, ma anche dissacratore brillante e diretto, e non privo d'ironia.
Io non ho studiato filosofia, Nietzsche mi affascina, ma fatico un po' ad interpretare il suo pensiero, limite mio... accidenti

Anche mio padre mi ripeteva sempre: "so sbagliare da me". Cercherò di camminare con passo sostenuto.
Grazie per i consigli.:)


Verissimo.. non riuscirei mai a stare senza leggere per così tanto tempo, però è vero che i migliori pensieri vengono camminando, e aggiungerei anche correndo... :)
ottima idea... validissima anche per perdere i chili di troppo :mrgreen: (leggere troppo=vita troppo sedentaria=inestetismi della cellulite=nonattizzipiùseidepressarestisolanientesesso... e noi tutte queste disgrazie non le vogliamo)


Schopenhauer è uno dei miei preferiti (preso col contagocce)
Del resto,nessuno è perfetto,ho il vizio di leggere :mrgreen:
Quanto siamo viziose! :ABBB

... è preso da Parerga e Paralipomena?
Secondo me i libri e la lettura sono l'unico alimento che possa nutrire la mente... senza libri non si cresce mai, ma senza momenti di riflessione quello che abbiamo letto non ci sono vantaggi...alcuni hanno bisogno di lunghi periodi senza leggere, altri invece possono leggere continuamente traendone giovamento
:DNicola, seguirò il tuo consiglio, cercherò di riflettere di più, visto che i miei risultati sono un po' deludenti :?
(Il brano è tratto da "Arthur Schopenhauer L'arte di insultare Adelphi pp.93-94")
 

Dallolio

New member
Allora è proprio da parerga e paralipomena, quei libri fanno parte tutti di quest'opera, che è stata quella che ha cambiato di più la mia vita... si vede Schopenaur "uomo" e non filosofo, con le sue piccole manie, fissazioni, rancori e profondi pensieri... la poesia finale a Kant è bellissima...
Grazie per aver postato questo bellissimo brano, che ben mi ha ricordato quel periodo chiave della mia formazione...
 
P

~ Patrizia ~

Guest
"L'arte di insultare" fa parte delle raccolte a tema che Adelphi ha dedicato a Schopenhauer. Io le trovo interessanti perché, così strutturate, sono alla portata della comprensione di tutti (anche mia:mrgreen:).
Come fonti l'editore cita: Sämtliche Werke, Der handschriftliche Nachlaß, Werke in fünf Bänden, Gespräche, I due problemi fondamentali dell'etica, Parerga e paralipomena, Mondo come volontà e rappresentazione.

...

Ed ora voglio mostrarvi come sto mettendo in pratica i vostri consigli:

k9ddvm.jpg
 
Ultima modifica:
Vorrei conoscere la vostra opinione su questo pensiero espresso da Schopenhauer sulla lettura (....)
Credo che prima di esprimere qualsiasi delle nostre opinioni sui certi pensieri, bisogna guardare l'epoca quando ha vissuto, e il paese dove ha vissuto l'autore di quel pensiero....
Sono convinta che maggior incomprensioni arrivano proprio dalla distanza di tempo che scorre tra noi e Schopenhauer. Basti solo pensare che in quel periodo la maggior parte degli uomini era analfabeta, i romanzi praticamente non esistevano, e quelli che c'erano erano guardati male....
Tra gl'uomini che sapevano leggere quanti ne avevano la possibilità di possedere i libri di un certo spessore....
E alla fine, quale era il generale opinione riguardo l'istruzione e la lettura in quel periodo....
 
P

~ Patrizia ~

Guest
:) Certo Nicole, hai ragione: nulla può essere valutato prescindendo da una contestualizzazione.
E il giudizio, a mio avviso, quando espresso deve essere sempre motivato.
Soprattutto la stroncatura. Se gratuita non ha alcun pregio, ovviamente.

Credo però che un pensiero possa assurgere a filosofia solo quando in grado di adattarsi a qualunque realtà, anche temporale.
 

skitty

Cat Member
"L'arte di insultare" fa parte delle raccolte a tema che Adelphi ha dedicato a Schopenhauer. Io le trovo interessanti perché, così strutturate, sono alla portata della comprensione di tutti (anche mia:mrgreen:).
Come fonti l'editore cita: Sämtliche Werke, Der handschriftliche Nachlaß, Werke in fünf Bänden, Gespräche, I due problemi fondamentali dell'etica, Parerga e paralipomena, Mondo come volontà e rappresentazione.

...

Ed ora voglio mostrarvi come sto mettendo in pratica i vostri consigli:

k9ddvm.jpg

MITICA PAT!!!
Nella tua foto si può riassumere il concetto di fare due cose insieme... muoversi ma anche leggere! Questo vale nella pratica, ma anche nell'interpretazione dell'argomento in discussione: si può leggere, meditare, fare una sosta, soppesare le informazioni incamerate, farne alcune proprie e dissentire con altre... Non vi sono regole assolute, concordo che ciascuno ha i suoi tempi ed i suoi modi.
L'unica cosa con cui non sarei d'accordo è non leggere affatto... Oltre a non imparare cose nuove, secondo me non si sviluppa neanche il modo di esprimersi, proprio a livello di linguaggio, nè la capacità di interpretare e valutare le situazioni della vita... Quindi assenza assolutamente no, ma per dosi, modalità e tempistiche ognuno raggiunge la propria ricetta!
 

asiul

New member
Imparare a pensare

Ho ritrovato un vecchio articolo che tratta l’argomento gentilmente sottopostoci da patty.

[ Con una incisiva nota introduttiva di Andrea Felis leggiamo, nella traduzione di Valerio Consonni (con testo tedesco a fronte), il XXIV capitolo dei Parerga und Paralipomena di Arthur Schopenhauer, dedicato alla lettura e ai libri. La tesi che il filosofo sostiene va inquadrata nella polemica tardo-settecentesca contro i libri di intrattenimento culturale che riescono a creare un «falso movimento» di conoscenza, perché «quando leggiamo, un altro pensa al posto nostro» e il lettore ripete semplicemente (e inutilmente) «il suo processo mentale». Può essere attuale (e istruttivo), pur nella sua esasperazione nichilista, il ragionamento di Schopenhauer. «Veramente la nostra testa», scrive, «durante la lettura, altro non è che il teatro di pensieri estranei. Quando questi infine si dileguano, cosa resta? Di qui deriva che chi legge proprio molto e durante quasi l' intero giorno, si rilassa frattanto col passatempo dell' assenza del pensiero, e lentamente smarrisce la facoltà del pensare da sé. Proprio questo è il caso di parecchi dotti: si sono rimbecilliti col leggere». Da qui la terapia drastica di imparare a non leggere, di liberarsi, come interpreta Felis, dalle «letture nocive e velenose che distruggono lo spirito». Da qui il dettato addirittura di un' «arte del non leggere», perché i libri (anche quelli buoni) producono non solo un inutile esercizio delle facoltà cognitive, ma offrono al lettore un pericoloso «spettacolo dell' universalità», che è solo illusorio.]

Bisogna dire che questo concetto di Schopenhauer si riferisce principalmente alla scrittura filosofica.
Partendo dal principio che la filosofia risulta alla maggior parte delle persone negletta,afferma che un percorso filosofico attraverso la lettura è possibile soltanto rammentando che chi scrive di filosofia è la guida ed il suo lettore il viaggiatore.


C’è una svalutazione degli strumenti del sapere. Il leggere afferma Schopenhauer, “ impone allo spirito certi pensieri del tutto estranei ed eterogenei alla direzione ed allo stato d’animo che esso ha in quel momento, allo stesso modo che il sigillo lascia la sua impronta sulla ceralacca”

Questo discorso si pone nel discorso della meccanica dell’apprendere e del comunicare.
Si sostiene che difficilmente il comunicare attraverso il dialogo arricchisce la conoscenza in quanto “solo una considerazione personale delle cose può arricchire la comprensione e la conoscenza” (…) “si può pensare a fondo soltanto ciò che si sa, perciò bisogna imparare qualcosa, ma si sa altresì, soltanto ciò che si è pensato a fondo”.
Il pensiero va nutrito con lo studio, ma l’elemento portante di qualsiasi attività del pensiero è l’elaborazione di quello che viene offerto alla conoscenza.

La critica di Schopenhauer è al molto leggere che appesantirebbe il pensiero autonomo da parte dei sapienti. Identifica la lettura come un surrogato del pensiero autonomo. L’errore, il male nella lettura risiede nell’affastellarsi alle continue letture, nell’ammucchiare disordinato.
Il pensare da sé. Questo è quello che ci invita a fare questo filosofo. A produrre , da noi, il nostro oggetto di riflessione.

Molto molto sintetizzo il suo pensiero dicendo che “denucia”, come farà successivamente un suo erede ,... la morte della logica… "come teoria, come mestiere come pratica”.

Ho forse sintetizzato e banalizzato il pensiero di Schopenhauer, ma più o meno è ciò che (secondo me) afferma in merito alla inutilità della lettura se fine a se stessa, come unico mezzo o tecnica di apprendimento.

PS nell'ipotesi in cui io abbia interpretato erroneamente le parole di questo filosofo, certamente il mio amico D., provvederà ad istruirmi :)
 
P

~ Patrizia ~

Guest
:) aahhhahhh Luisa, questo tuo intervento mi sotterra... se non altro, ora in parte si spiega come io mi sia rimbecillita :W

(Anche se mi resta qualche perplessità: dotta non sono certo e neanche posso vantarmi di aver letto proprio tantissimo... :? devo fare uno dei miei calcoli algebrici)
 

asiul

New member
:) aahhhahhh Luisa, questo tuo intervento mi sotterra... se non altro, ora in parte si spiega come io mi sia rimbecillita :W

(Anche se mi resta qualche perplessità: dotta non sono certo e neanche posso vantarmi di aver letto proprio tantissimo... :? devo fare uno dei miei calcoli algebrici)

non credere chissà cosa,sai? mi son limitata a rispolverare qualche lettura.Servono a questo i libri, no! spero di averli letti e rielaborato bene... :mrgreen:
 
P

~ Patrizia ~

Guest
:idea: Ecco, il mio problema deve essere proprio la rielaborazione...qualcosa non funziona a dovere, sarà colpa dei neuroni che girano solo a destra... credo:?
 

Anto81

New member
Ciao, dato l'argomento vorrei consigliarvi un libro che mi è piaciuto molto:
"LA CURA SCHOPENHAUER - Yalom Irvin D.":D
 
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