La calma e la tristezza

Sopraesistito

Black Cat Member
Ciao Vale, diciamo pure che sei tu che ti sei espressa male. :)

Non mi pare, io ho capito, ma penso sia anche una questione di affinità.

Il diventare scrittore presuppone già un riconoscimento sociale, diverso è lo scrivere perchè si ha voglia di scrivere. Lo scrivere non si vive come uno scopo, il diventare scrittori si. Questa è la differenza. Così intendevo dire dello scopo di vita.

Mi pare sia un ragionamento che si basa sul tuo punto di vista personale spacciandolo per logica.

Vuoi dirmi che qualcuno non può scrivere perchè ha voglia di scrivere e allo stesso modo di far leggere agli altri ciò che scrive, tramite la pubblicazione e la vendita delle sue opere in tutto il mondo, magari?

Noi non lasceremo niente, perchè una volta che tu non ci sei, non ci sei più, dunque non avrai neanche coscienza dell'aver lasciato il segno.

Devo supporre tu non sia familiare con la teoria del chaos? L'effetto farfalla per intenderci.
Poi se vogliamo fare un discorso su realtà e percezione (il vecchio enigma dell'albero che cade senza che nessuno lo senta) è un altro paio di maniche... E merita una discussione a sè.
 

Apart

New member
Avrai affinità con lei si vede che io non ho, la conosci meglio, appunto per questo con te può anche non esser così chiara, con me si, altrimenti non capisco. Fra l'altro ti facco notare che lei stessa ha aperto la discussione dicendo che non era sicura che tutti avrebbero comrpeso il suo discorso

No, non volevo mettermi su un piano logico, non sia mai. Senza contare che non considero mica indegna una vita fatta di scopi.
Il discorso è che tu puoi anche diffondere le tue opere nel mondo senza diventare "scrittore", no? Mettila qua sul web e la leggeranno tutti. Perchè vendere? Perchè arrivare a tutte le persone del mondo, non ti bastano 5-6 lettori?

No, la teoria di cui parli non mi è familiare, però posso intuire a cosa si riferisca, andrò a informarmi.
Certo che lasciamo il segno, vuoi o non vuoi, mi sono espresso male. E' impossibile non farlo. Ma è il darsi come scopo di lasciarne (di personali, di propri) che ci fa illudere che si possa imprimere qualcosa di duraturo a un'esistenza dove niente dura. La penso come voi. Ma graffiare il mondo, per me no... io voglio andarmene via leggero.
 
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Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
per me calma e tristezza non sono correlate, la calma è uno stato dell'animo e la tristezza un'emozione e io quando sento la calma dentro di me è perchè le emozioni sono in quiete, il mio mare interno non è neanche leggermente increspato, tutto è in movimento ma non c'è marea, una corrente continua che scorre senza portare via niente e l'acqua è ricca di pesci e di alghe, un nutrimento per i giorni di marea e di burrasca.
La tristezza quando c'era la calma esisteva quando inquieta ed eccessiva avevo bisogno di buttare la rete a strascico nell'oceano della vita e tirare su tutto senza fare attenzione a quello che pescavo, rovinando il fondale, allora sì che i momenti di calma mi rattristivano perchè con l'essenziale non sapevo vivere.
Adesso la calma mi permette di sentire, vedere, toccare, anche le piccole cose, quello che prima buttavo senza neanche conoscerne il valore. Non c'è più tristezza che si accompagna alla mia calma, rara anch'essa ma per fortuna sempre più frequente.


Ciao Elisa :) grazie per essere intervenuta!
Concordo con te sul definire la tristezza un'emozione. L'unico problema sta nel fatto che la mia tristezza dura molto poco, si trasforma in brevissimo tempo in collera.
Per cui non credo di esseremi mai veramente sentita triste...
Però nemmeno calma, dal momento che sono molto impulsiva e a dominarmi sono sentimenti dinamici che a volte non mi lasciano il tempo nemmeno per capire... Sfuggo con lo sguardo da una cosa a un'altra, tanto che ai problemi trovo le soluzioni senza nemmeno pensarci, ma esse vengono da sè, come se sia stata la vita stessa a dirigere gli eventi, fino a quando non mi accorgo che alla fine ho fatto tutto da sola.
Per cui, trovarmi in un momento di totale contemplazione mi sconcerta un po'... e non saprei definire la cosa se non con la calma e la tristezza, sentimenti, stati d'animo o emozioni, che impediscono il "dinamismo" o la "rabbia" che mi prende sempre quando c'è qualcosa che non va; questo almeno per quel che mi riguarda...
 
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