Emily Dickinson
Pathurnia, da brava poetessa, è stata bravissima a mostrare l'altra faccia del pensiero di Emily.
Quello che si prova dopo aver "visto il sole" è il dolore intenso della perdita. Qualcosa che si ha avuto e che non si ha più.
Quello che si prova senza averlo visto, secondo me, è un dolore sordo o forse un non-dolore. Non credo si soffra di un dolore atroce per qualcosa che non si conosce, si prova malinconia, tristezza, senso di mancanza, ma non il vero dolore, quello che lacera le viscere. Se penso a un bambino che perde un genitore e poi a un bambino che non lo ha mai conosciuto, quello che soffre intensamente è il primo, nel momento in cui avviene la perdita. Se penso a una persona che non ha mai conosciuto l'amore e poi a una che l'ha avuto e poi lo perde, il dolore è più intenso nel secondo caso.
Ma chi non ha visto il sole non ha conosciuto "il colore del grano", per dirla col Piccolo principe; in un certo senso non ha conosciuto la vita.
In sintesi, meglio gioia e poi dolore o vita piatta? Non lo so. In teoria credo sia meglio la prima ipotesi, ma in concreto ho terrore del dolore intenso e questo spesso mi porta alla passività.
Pathurnia, da brava poetessa, è stata bravissima a mostrare l'altra faccia del pensiero di Emily.
Quello che si prova dopo aver "visto il sole" è il dolore intenso della perdita. Qualcosa che si ha avuto e che non si ha più.
Quello che si prova senza averlo visto, secondo me, è un dolore sordo o forse un non-dolore. Non credo si soffra di un dolore atroce per qualcosa che non si conosce, si prova malinconia, tristezza, senso di mancanza, ma non il vero dolore, quello che lacera le viscere. Se penso a un bambino che perde un genitore e poi a un bambino che non lo ha mai conosciuto, quello che soffre intensamente è il primo, nel momento in cui avviene la perdita. Se penso a una persona che non ha mai conosciuto l'amore e poi a una che l'ha avuto e poi lo perde, il dolore è più intenso nel secondo caso.
Ma chi non ha visto il sole non ha conosciuto "il colore del grano", per dirla col Piccolo principe; in un certo senso non ha conosciuto la vita.
In sintesi, meglio gioia e poi dolore o vita piatta? Non lo so. In teoria credo sia meglio la prima ipotesi, ma in concreto ho terrore del dolore intenso e questo spesso mi porta alla passività.