oea
New member
Mi spinge ad aprire questo topic una considerazione: come inserire il grande poema fra i libri preferiti, se manca qui? Ho notato che fra gli Autori c'è Shakespeare, quindi non deve valere la regola che i più grandi classici vadano esclusi.
La trama è ben nota, non credo che vada descritta o commentata. Le tre cantiche sono state lette certamente da ogni utente del Forum. Ma due annotazioni che a qualcuno possono essere sfuggite durante i frettolosi e magari forzati studi liceali vale forse la pena di riportarle.
Ogni verso della Divina Commedia va letto a molteplici livelli.
Il primo è quello letterale: la storia, o il frammento di storia, che vi è narrata è l'oggetto dell'attenzione. Ad esempio, il viaggio di Ulisse oltre le Colonne d'Ercole.
Il secondo livello è quello metaforico o allegorico. Ad esempio, la volontà di conoscenza che forza i limiti imposti dalla natura e dalla prudenza (Lao tze, molti secoli prima di Dante, scriveva: "La Verità è infinita, ma la mente umana è finita: capire l'Infinito con ciò che è finito è un'occupazione pericolosa").
Il terzo livello è anagogico: lo sforzo di muoversi a due livelli diversi di significato, il letterale ed il metaforico, apre la mente ad una insolita e potente modalità di esperienza. Ad esempio, leggere che Ulisse e i suoi compagni "aprono le ali al folle volo", e visualizzare insieme la nave che "vola" sui flutti e la mente che "vola" verso l'inconoscibile ci fa percepire un ampliamento della coscienza.
Il quarto livello è quello mistico. Del quale è meglio non tentare di parlare, perché non si presta alla parola scritta, ma solo alla più alta forma di pensiero: "il pan degli angeli", "l'alta immaginativa"). Lo sapevano tutti coloro che, vivendo nel mondo mentale della Mistica senza interruzione, hanno rifiutato di scrivere. Budda, Socrate e Gesù ne sono gli esempi più alti.
Una seconda notazione: molti scritori, che rientrano nel Canone Occidentale (Harold Bloom ha tentato di definirlo) hanno considerato quale libro, eccettuata la Bibbia, avrebbero voluto con sé nel'isola deserta ove è possibile portare un solo libro. Omero viene, pare, buon terzo con l'Iliade, e quarto con l'Odissea. Si contendono i primi due posti Dante e Shakespeare. Dante, perchè la Commedia è opera verticale, capace di raggiungere il Cielo. Shakespeare, perchè il suo teatro è opera orizzonale, vasta come l'orizzonte che tutto abbraccia.
Scegliete anche voi: Dante o Shakespeare?
La trama è ben nota, non credo che vada descritta o commentata. Le tre cantiche sono state lette certamente da ogni utente del Forum. Ma due annotazioni che a qualcuno possono essere sfuggite durante i frettolosi e magari forzati studi liceali vale forse la pena di riportarle.
Ogni verso della Divina Commedia va letto a molteplici livelli.
Il primo è quello letterale: la storia, o il frammento di storia, che vi è narrata è l'oggetto dell'attenzione. Ad esempio, il viaggio di Ulisse oltre le Colonne d'Ercole.
Il secondo livello è quello metaforico o allegorico. Ad esempio, la volontà di conoscenza che forza i limiti imposti dalla natura e dalla prudenza (Lao tze, molti secoli prima di Dante, scriveva: "La Verità è infinita, ma la mente umana è finita: capire l'Infinito con ciò che è finito è un'occupazione pericolosa").
Il terzo livello è anagogico: lo sforzo di muoversi a due livelli diversi di significato, il letterale ed il metaforico, apre la mente ad una insolita e potente modalità di esperienza. Ad esempio, leggere che Ulisse e i suoi compagni "aprono le ali al folle volo", e visualizzare insieme la nave che "vola" sui flutti e la mente che "vola" verso l'inconoscibile ci fa percepire un ampliamento della coscienza.
Il quarto livello è quello mistico. Del quale è meglio non tentare di parlare, perché non si presta alla parola scritta, ma solo alla più alta forma di pensiero: "il pan degli angeli", "l'alta immaginativa"). Lo sapevano tutti coloro che, vivendo nel mondo mentale della Mistica senza interruzione, hanno rifiutato di scrivere. Budda, Socrate e Gesù ne sono gli esempi più alti.
Una seconda notazione: molti scritori, che rientrano nel Canone Occidentale (Harold Bloom ha tentato di definirlo) hanno considerato quale libro, eccettuata la Bibbia, avrebbero voluto con sé nel'isola deserta ove è possibile portare un solo libro. Omero viene, pare, buon terzo con l'Iliade, e quarto con l'Odissea. Si contendono i primi due posti Dante e Shakespeare. Dante, perchè la Commedia è opera verticale, capace di raggiungere il Cielo. Shakespeare, perchè il suo teatro è opera orizzonale, vasta come l'orizzonte che tutto abbraccia.
Scegliete anche voi: Dante o Shakespeare?