La voce dell'autore

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Da quando ho l'e-reader ho l'abitudine di dare quotidianamente uno sguardo alle anteprime in offerta speciale, che riguardano in buona parte libri di recente pubblicazione. Spesso alla terza pagina e-book sono già annoiata, e non per la trama - sono consapevole del fatto che difficilmente una storia entra nel vivo così in fretta - ma per l'asetticità dello stile o per la sensazione di avere davanti qualcosa di già letto, pur essendo certa che non è così. La maggior parte dei libri di cui parlo sembra scritta dallo stesso autore; la voce dello scrittore, a mio parere, troppe volte non si percepisce affatto.
E' una mia sensazione o la tendenza recente è quella di pubblicare libri magari scritti bene, ma i cui autori non osano? Forse gli editori hanno paura di rischiare "lanciando" uno stile particolare? O forse è un problema dei libri scritti per un pubblico vasto e per questo più "commerciali"?
Mi rendo conto che la mia domanda è strana e non semplice, ma per me la voce dell'autore è un elemento molto importante; storie banali, nelle mani giuste, diventano bellissimi romanzi e talvolta, anche se è più difficile, viceversa.
Per voi che ruolo ha la voce dello scrittore? Quali libri vi vengono in mente che vi sono piaciuti perché vi piaceva questo elemento, o viceversa?
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Per voi che ruolo ha la voce dello scrittore? Quali libri vi vengono in mente che vi sono piaciuti perché vi piaceva questo elemento, o viceversa?
Condivido quello che hai scritto alessandra. Anche per me è molto importante ritrovare nei romanzi che leggo la voce dell'autore, la sua esperienza diretta, il suo vissuto.
Questo quando sono alla ricerca di una lettura impegnativa. Se voglio leggere per divagarmi, per sognare un po', allora mi va bene che non ci sia corrispondenza tra la vita dell'autore e un suo scritto. Autori dove trovo quest'aspetto speculare e simbolico tra vita e romanzo sono Cesare Pavese, Roberto Bolano e Georges Simenon.
Personalmente mi coinvolgono molto emotivamente.
Per quanto riguarda invece autori contemporanei non posso consigliarti molto ma ho trovato la voce dell'autore in due romanzi che mi sono piaciuti:
Molto mossi gli altri mari di Francesco Longo e Febbre di Jonathan Bazzi.
 

Clonnner

New member
Da quando ho l'e-reader ho l'abitudine di dare quotidianamente uno sguardo alle anteprime in offerta speciale, che riguardano in buona parte libri di recente pubblicazione. Spesso alla terza pagina e-book sono giÃ* annoiata, e non per la trama - sono consapevole del fatto che difficilmente una storia entra nel vivo così in fretta - ma per l'asetticitÃ* dello stile o per la sensazione di avere davanti qualcosa di giÃ* letto, pur essendo certa che non è così. La maggior parte dei libri di cui parlo sembra scritta dallo stesso autore; la voce dello scrittore, a mio parere, troppe volte non si percepisce affatto.
E' una mia sensazione o la tendenza recente è quella di pubblicare libri magari scritti bene, ma i cui autori non osano? Forse gli editori hanno paura di rischiare "lanciando" uno stile particolare? O forse è un problema dei libri scritti per un pubblico vasto e per questo più "commerciali"?
Mi rendo conto che la mia domanda è strana e non semplice, ma per me la voce dell'autore è un elemento molto importante; storie banali, nelle mani giuste, diventano bellissimi romanzi e talvolta, anche se è più difficile, viceversa.
Per voi che ruolo ha la voce dello scrittore? Quali libri vi vengono in mente che vi sono piaciuti perché vi piaceva questo elemento, o viceversa?

Ne parlavamo qualche settimana fa io e un'amica, di come molti libri su famosi store online fanno perdere l'amore per la lettura. Non so se il motivo sia lo stesso ma noi eravamo arrivati alla conclusione che questi autori sono pagati a pagina letta. Esatto! Per ogni pagina letta loro prendono una royalty...! Per dovere di cronaca devo specificare che parlo dei piani Unlimited di questo famoso store. E questo cosa comporta? Comporta che a me, scrittore avido, non interessa più la qualitÃ* ma la quantitÃ*: preferisco avere più libri letti appena che un libro fatto e finito...che comporta molti più sacrifici e passione. Tu che dici? Pensi sia questo anche il caso di cui accenni?

Quella famosa discussione fatta con questa mia amica ha portato a una mia sfida personale (attenzione! attenzione! Qui vado fuori traccia con rischio di refusi di spam, il terreno si fa molle e scivoloso, occhio!) ovvero: come si diventa autori? Se vengono pubblicate simili... ho bisogno si un sinonimo!! Ma ci siam capiti... beh allora se possono scrivere loro perché non posso scrivere anche io? Ma se mi poi mi metto a scrivere anche io, non rischio di diventare il loro alibi? E il dubbio aleggia.

Ora, solo, per non cadere nello spam più totale dico sottovoce a me stesso che, arrivato al capitolo cinque, il dubbio ancora mi insegue...

La tua domanda non è affatto strana! Assolutamente! È lo stesso quesito che mi sto ponendo da settimane!
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Non volevo dire che tutti i libri più famosi o commercializzati siano privi di voce, anche se di recente mi è capitato spesso di imbattermi in pagine di questo tipo. Più che altro, la sensazione è che gli editori indirizzino gli autori a scrivere in un certo modo affinché raggiungano una maggiore fetta di pubblico, il che è triste ma anche naturale, considerato che è il loro mestiere. Però scrivere in modo "semplice" o "raggiungibile" non dovrebbe essere sinonimo di piatto o asettico.
 
Alto