Chi ha letto l'omonimo romanzo della Ferrante conosce la storia: Giovanna, un'adolescente insicura come tante figlia di un insegnante tutto d'un pezzo, involontariamente sente il padre dire alla madre che "le sta venendo la faccia come quella di Vittoria". Giovanna ha sentito mille volte parlare, o meglio sparlare, di Vittoria, la sorella rinnegata del padre; non l'ha mai vista, ma sa che la frase che ha sentito non è un complimento. Le parole del padre la mettono in crisi e inizia a cercare spasmodicamente tracce di Vittoria, fino a riuscire a trovarla e avvicinarsi a lei che, agli occhi della nipote, non è esattamente il mostro descritto dai suoi.
Una storia di crescita, la crescita di Giovanna che, inizialmente grazie alla zia, scopre che esistono altri mondi oltre a quello borghese ed edulcorato in cui vive, e che in ogni mondo esiste il male e il bene.
Bravissima Valeria Golino nella parte di Vittoria; peccato per la recitazione della protagonista, notevole ed espressiva nel volto e nei gesti ma, a mio parere, insostenibile nel modo di parlare monocorde e sussurrato.
Però la serie, molto fedele al romanzo (anche il finale lascia la stessa amarezza) nel suo complesso mi è piaciuta, mi è sembrata ben fatta e con una regia attenta alle sfumature.
Una storia di crescita, la crescita di Giovanna che, inizialmente grazie alla zia, scopre che esistono altri mondi oltre a quello borghese ed edulcorato in cui vive, e che in ogni mondo esiste il male e il bene.
Bravissima Valeria Golino nella parte di Vittoria; peccato per la recitazione della protagonista, notevole ed espressiva nel volto e nei gesti ma, a mio parere, insostenibile nel modo di parlare monocorde e sussurrato.
Però la serie, molto fedele al romanzo (anche il finale lascia la stessa amarezza) nel suo complesso mi è piaciuta, mi è sembrata ben fatta e con una regia attenta alle sfumature.