Un "compito sacro"
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, 05-07-2013 at 05:03 PM (6970 Visite)
XII
Escudo pochi scettici che rappresentano il tipo onesto nella storia della filosofia: ma il resto ignora i primi requisiti dell’integrità intellettuale. Questi grandi visionari ed esseri prodigiosi si comportano tutti come donnicciole: prendono i "buoni sentimenti’’ già per argomenti, il "petto in fuori" per mantice della divinità, la convinzione per un criterio di verità. Alla fine Kant, nella sua innocenza "tedesca", tentò di conferire a questa forma di corruzione, a questa mancanza di coscienza intellettuale, una facciata scientifica sotto il concetto della "ragion pratica": inventò una ragione specifica per cui non si dovrebbe badare alla ragione quando la morale, la sublime pretesa "tu devi", si fa sentire. Se si considera che, presso quasi tutti i popoli, il filosofo è solo un ulteriore sviluppo del tipo sacerdotale, non sorprenderà più scoprire questa eredità del sacerdote, questa falsificazione davanti a sé stessi. Quando si hanno compiti sacri, come quello di migliorare, salvare e redimere gli uomini, quando si porta la divinità nel petto, quando si è portavoce dell’imperativo ultraterreno, si è già, con tale missione, al disopra di ogni valutazione puramente razionale, si è già santificati da un compito simile, si è già modelli di un ordine superiore!... Che importa a un sacerdote della scienza! E’ troppo al di sopra di essa! E il sacerdote ha dominato fino a oggi! Ha fissato i concetti di "vero" e di "falso"!…
L'Anticristo, Nietzsche