Caratteristico dei primi anni '60 fu il cosiddetto "boom" economico. Dopo anni di ristrettezze, finalmente poteva dirsi concluso il lungo periodo del "dopoguerra". Non fu certo il raggiungimento del benessere per tutti, ma sicuramente ci furono maggiore agiatezza e prosperità. La produzione seriale delle fabbriche che lavoravano a pieno ritmo, l'introduzione e l'espansione del sistema delle vendite rateali, permisero l'acquisto di beni che fino ad allora erano riservati alle classi più abbienti. Questo rinnovato e più diffuso benessere produsse una certa idea di progresso, secondo cui esso sarebbe stato continuo, esponenziale ed al servizio dell'emancipazione delle classi più indigenti. Questo clima contribuì ad un certo allentamento delle tensioni sociali, mai sopite, e che erano violentemente esplose duranti i fatti del Luglio del '60, che ebbero caratteristiche ideologiche e politiche più che di rivendicazioni sindacali o salariali. Insomma, si respirava un'aria di fiducia incondizionata nel futuro che non poteva essere che migliore del presente. Ma già nel '64 si era in piena "congiuntura economica", ed il sogno era infranto. In realtà le condizioni economiche medie degli italiani continuarono a crescere, ma in maniera meno lineare e veloce, e soprattutto venne a mancare per sempre l'idea di un progresso sempre "buono", indiscriminato, egualitario. La perdita dell'utopia riacuì le tensioni, e la morte dello studente Paolo Rossi durante gli scontri all'Università di Roma dell'Aprile del '66, segnò, simbolicamente, la fine anticipata dei "mitici" anni '60. Solo qualche anno più tardi, l'uccisione di uno studente per motivi politici, non avrebbe fatto quasi più notizia, ma, nel '66 non era ancora così: fu la perdita dell'innocenza e della spensieratezza adolescenziali, almeno, così, la vissi io, studente ginnasiale. Da lì a poco le tensioni crebbero, queste sì, in maniera esponenziale, e sarebbero sfociate nelle dure lotte del '68 e degli anni successivi ,e il decennio si concludeva il 12 dicembre del '69 con la strage di piazza Fontana e la truce inaugurazione della "strategia della tensione", mentre scheggie impazzite di movimenti politici saranno protagoniste degli "anni di piombo" che lasceranno una lunga scia di sangue durante tutto il decennio successivo.