Sgorlon, Carlo - La foiba grande

elisa

Motherator
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L'Istria durante la seconda guerra è stata terreno di nazionalismi feroci quali quello fascista prima e jugoslavo dopo. Si narra in questo interessante romanzo scritto nel 1992 e quindi in piena crisi balcanica, delle vicende di questo pezzetto di terra abitato da istriani che hanno subito in pochi anni le dominazioni austriache, italiane e slave trovandosi soprattutto con le ultime due a snaturare la loro appartenenza per diventare o italiani o slavi. Appartenenza nazionale che verrà pagata con il sangue di migliaia di persone gettate nelle foibe di cui è ricca la zona e con una vera e propria diaspora degli istriani di lingua italiana verso l'Italia.
E' un pezzo di storia che non ha molti riscontri nella nostra letteratura e che Sgorlon cerca di proporre in modo molto romanzato ma con chiari riferimenti e che soprattutto nella seconda parte prende il respiro del grande romanzo. Una tragedia raccontata con compostezza ma anche con vigore e senso civile.
 

Meri

Viôt di viodi
La lingua è cosa viva, mutevole, e si forma spontaneamente, senza risentire per niente di qualsiasi decisione che venga dall'alto. La lingua è strumento di libertà.
 

Meri

Viôt di viodi
L'ho terminato da qualche giorno e devo dire che la mia reazione è stata strana, nel senso che il romanzo in sè non mi è piaciuto più di tanto, a tratti l'ho trovato noioso. Quello che mi è piaciuto è stato conoscere una parte della nostra storia che non si trova sui libri di scuola, chi abitava l'Istria prima della fine della II° Guerra, qual è stata la reazione di queste persone al passaggio alla Yugoslavia e di chi sono i corpi che si trovano nelle foibe.
 
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