Evoluzionismo storico dell'uomo

Come si è evoluto secondo te l'uomo moderno attraverso i secoli fino ad oggi?

  • Si,può essere che sia così

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ParallelMind

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Come si è evoluto secondo te l'uomo moderno attraverso i secoli?

In questo topic non si vuol indagare tanto sulle cause economiche/politiche/sociali della storia umana,quanto sulla più profonda esigenza dell'animo umano di ogni periodo,che ha trovato in alcune tendenze e modi di vivere maggior forma di espressione e riconoscimento;cioè agli uomini di quel momento storico piaceva fare quello.
Questa è la mia personale interpretazione
<4000= Uomo primitivo
4000a.c.-1500d.c. = Politeismo/Cristianesimo=Religione>resto (espressione nella filosofia e dottrina cattolica) - Fede: Dio
<1600 = Umanesimo = Arte>resto (espressione nell'arte e nell'ingegno) - Arte: Io (conscio)
1700 = Illuminismo = Razionalità>resto (espressione nell'evoluzione tecnologica e industriale) - Ego
1800 = Romanticismo = Sentimento>resto (espressione nella poesia e nella scrittura) - Mente: Cuore: Io+tu
1900 = Nazionalismo = Patriottismo>resto (espressione nell'eroismo e nella guerra) - Forza:Io+altri
2000 = Estetismo = Apparenza/sessualità (espressione nell'erotismo e nella mondanità) - Istinto (Inconscio)


La piramide generata vede l'uomo moderno racchiudere in se 5 fasi evolutive diverse,dall'uomo delle caverne che cacciava in branco all'uomo d'oggi che sfila in passerella.
5 Fasi in cui l'uomo moderno ha voluto prendere maggiore consapevolezza di sè stesso e delle proprie possibilità,spingendosi al limite delle proprie facoltà.
 
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ValeG

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Se dobbiamo passare in rassegna l'evoluzione storica dell'uomo moderno io credo che anche il 1400 possa esser preso in considerazione. Permettimi una domanda: perché classificare tutti i secoli di evoluzione precedente con l'etichetta di uomo primitivo? Ok le necessità di sintesi, però a parer mio è un po' riduttivo.

1700 = Illuminismo = Razionalità>resto (espressione nell'evoluzione tecnologica e industriale) - Cuore: Io+tu
1800 = Romanticismo = Sentimento>resto (espressione nella poesia e nella scrittura) - Mente: Ego

Non credi che Cuore: Io+tu e Mente:Ego debbano essere attribuiti in maniera inversa ai due secoli?

Io penso che l'Illuminismo sia la manifestazione più contraria al cuore e all'interessamento verso l'altro. L'unica apertura che può vantare il 1700 è -a parer mio- quella razionale, quella accensione dei lumi della ragione accolti a metro di indagine di tutto lo scibile. Del Tu, dei buoni sentimenti verso l'altro non c'è traccia, tanto più che io il 1700 lo definirei il secolo dell'individualismo razionale per eccellenza: qui si può parlare di Ego.
Al contrario nel 1800 c'è un'apertura di cuore, entra nella forma mentis di quel secolo il sentimento. Non vorrei cadere nella facile equazione dei giorni nostri in cui romanticismo = rose e fiori da storia d'amore. Pur tuttavia l'altro e l'altrove entrano in campo in questo secolo e non prima: il 1700 ha cancellato la storia antecedente e con essa popoli e culture "bui"; c'era un solo termine di paragone, l'io, del tu non c'è traccia nel '700 .
Ci sono delle eccezioni, per esempio nella mobilitazione intellettuale; ovviamente dipende da che lato analizzi la questione, ma allora non basta una riga per secolo :wink:
Ma forse ho inteso male il tuo pensiero.

Inoltre credo che ricordare il Ventunesimo secolo per le apparenze e la sessualità sia troppo facile.
Per due motivi:
1. Apparenze e sessualità hanno accompagnato l'evoluzione storico sociale dell'uomo dall'inizio dei tempi.
Vorrei citare Masaccio nella scena della Cacciata dal paradiso terrestre della Cappella Brancacci. Adamo ed Eva si coprono e si vergognano della loro nudità. Quindi da che l'uomo è tale, apparenze e sessualità gli appartengono e il loro sviluppo è andato di pari passo. E' il senso del pudore che si è evoluto o forse, è più opportuno dire involuto, analizzando la nostra contemporaneità.
2. Attualmente pare che il lato "dionisiaco" dei nostri giorni sia preponderante, mi auguro che un giorno chi risponderà a questo topic aggiungerà qualcosa di migliore a caratterizzare il 2000! Forse ora è un po' presto, siamo solo nel primo decennio del secolo. :wink:
Credo, infine, che la tua equazione estetismo =apparenza/sessualità sia un po' troppo forzosa. Il termine inconscio a conclusione non lo vedo affatto collegato.
 
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ParallelMind

Guest
Se dobbiamo passare in rassegna l'evoluzione storica dell'uomo moderno io credo che anche il 1400 possa esser preso in considerazione. Permettimi una domanda: perché classificare tutti i secoli di evoluzione precedente con l'etichetta di uomo primitivo? Ok le necessità di sintesi, però a parer mio è un po' riduttivo.

No forse mi sono espresso male io,quello che intendevo dire è che dall'uomo primitivo sino ai popoli egiziani/ellenici l'uomo era primitivo,poi a cominciare dai primi filosofi e dai culti dedicati alle varie divinità c'è la fase appunto che va dai primi millenni a.c sino al 1500' in cui seppur evoluta la filosofia greco/cristiana era pur sempre il popolo che seguiva un culto e non il popolo che creava una sua cultura indipendente dai poteri temporali. spero di aver chiarito un pò meglio

Non credi che Cuore: Io+tu e Mente:Ego debbano essere attribuiti in maniera inversa ai due secoli?

Io penso che l'Illuminismo sia la manifestazione più contraria al cuore e all'interessamento verso l'altro. L'unica apertura che può vantare il 1700 è -a parer mio- quella razionale, quella accensione dei lumi della ragione accolti a metro di indagine di tutto lo scibile. Del Tu, dei buoni sentimenti verso l'altro non c'è traccia, tanto più che io il 1700 lo definirei il secolo dell'individualismo razionale per eccellenza: qui si può parlare di Ego.

e infatti se leggerai meglio è quello che ho detto anch'io ;-)

Al contrario nel 1800 c'è un'apertura di cuore, entra nella forma mentis di quel secolo il sentimento. Non vorrei cadere nella facile equazione dei giorni nostri in cui romanticismo = rose e fiori da storia d'amore. Pur tuttavia l'altro e l'altrove entrano in campo in questo secolo e non prima: il 1700 ha cancellato la storia antecedente e con essa popoli e culture "bui"; c'era un solo termine di paragone, l'io, del tu non c'è traccia nel '700 .
fin qui siamo perfettamente d'accordo,nel 800 solamente si comincia ad intravedere il tu e io quindi il noi con i grandi poeti inglesi,italiani e francesi

Ci sono delle eccezioni, per esempio nella mobilitazione intellettuale; ovviamente dipende da che lato analizzi la questione, ma allora non basta una riga per secolo :wink:
infatti non è un riassunto storico ma un resoconto di ciò che più ha spinto l'uomo nei vari periodi e nel complesso dall'interno e non particolarmente legato alle cause esterne


Inoltre credo che ricordare il Ventunesimo secolo per le apparenze e la sessualità sia troppo facile.
Per due motivi:
1. Apparenze e sessualità hanno accompagnato l'evoluzione storico sociale dell'uomo dall'inizio dei tempi.
Vorrei citare Masaccio nella scena della Cacciata dal paradiso terrestre della Cappella Brancacci. Adamo ed Eva si coprono e si vergognano della loro nudità. Quindi da che l'uomo è tale, apparenze e sessualità gli appartengono e il loro sviluppo è andato di pari passo. E' il senso del pudore che si è evoluto o forse, è più opportuno dire involuto, analizzando la nostra contemporaneità.
2. Attualmente pare che il lato "dionisiaco" dei nostri giorni sia preponderante, mi auguro che un giorno chi risponderà a questo topic aggiungerà qualcosa di migliore a caratterizzare il 2000! Forse ora è un po' presto, siamo solo nel primo decennio del secolo. :wink:
Credo, infine, che la tua equazione estetismo =apparenza/sessualità sia un po' troppo forzosa. Il termine inconscio a conclusione non lo vedo affatto collegato.

io accetto sempre volentieri le critiche perchè spingono alla riflessione e alla dialettica,però vorrei farti notare nuovamente che qui non si indaga per ciò è il complesso degli eventi e delle spinte culturali di più generazioni di un secolo,ma di quello che ha avuto maggiore influenza nella sua totalità sugli abitanti del pianeta. Cioè a primo impatto cosa verrebbe in mente pensando alla gente di quel periodo.
Ed è innegabile che oggi tutto o quasi ruoti attorno alla forma estetica,alla forza insita nell'apparenza,al richiamo sessuale intensificato da tutto ciò che oggi la società produce e vende(e qui si entra in un discorso lungo e complicato che preferirei evitare)
Al di là del senso del pudore e del senso del proibito quindi trasgressioni e via dicendo,si parla proprio del "modo di vivere" delle persone che è focalizzato in questo senso: a piacere sessualmente e al sentirsi desiderati
cioè la continua ricerca dell'uomo moderno di soddisfare dei bisogno primari e quindi si,soprattutto inconsci
c'è la voglia di superare delle barriere probabilmente imposte nel corso dei secoli,o semplicemente la voglia di conoscere meglio aspetti della sua sessualità. Simpatica è infatti la visione che ha Matt Groening in Futurama,che riassume un pò l'uomo del 21°secolo come un dipendente cronico da sesso virtuale,e ineffetti non ci va poi molto lontano dalla realtà seppur rimane un cartone fantasioso
 
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EgidioN

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vorrei farti notare nuovamente che qui non si indaga per ciò è il complesso degli eventi e delle spinte culturali di più generazioni di un secolo,ma di quello che ha avuto maggiore influenza nella sua totalità sugli abitanti del pianeta. Cioè a primo impatto cosa verrebbe in mente pensando alla gente di quel periodo.

Troppo semplicistico. Non si può ragionare per insiemi caratterizzando così grossolanamente senza considerare nazioni, razze, movimenti politici o religiosi, artistici, letterari, filosofici, etc. Dubito fortemente che alcune parti del pianeta, e non parliamo della parte meno estesa, conosca lo stesso progresso dell'occidente. Inoltre consideriamo che quel che tu definisci 2000 in realtà inizia ben prima, si compenetra col '900 (bagaglino, striscia, miss, etc) e non potrebbe essere altrimenti visto che definirebbe un misero decennio. E così è lo stesso per molti altri movimenti culturali che tu hai arbitrariamente assegnato ad un centenario piuttosto che ad un altro.
 
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ParallelMind

Guest
Non è semplicistico,è solamente un discorso focalizzato su un determinato argomento.
Non ho avuto la pretesa di definire l'uomo moderno come una cosa a sè slegato dai contesti etnoculturali e spinte ideologiche + fattori sociali/economici/politici.
Al contrario ho detto che l'uomo al di là di ciò che l'ha spinto ad evolversi in questo senso ha avuto a prescindere dal contesto il bisogno di sperimentarsi in particolari condizioni,ed è il caso dell'uomo illuminista che anteponeva "il lume della ragione" a tutto il resto,mettendo il progresso tecnologico al primo posto.
Così allo stesso modo oggi lo si fa con il progresso estetico,si vuole apparire a tutti i costi prima che essere semplicemente,e sono convinto che deve esserci un motivo di fondo valido che spinge l'uomo in un senso così a prima vista idiota e privo di spessore.
In ogni caso ci stiamo riferendo in modo sottinteso alla civiltà occidentale che è quella dominante sul pianeta,e lo dico a malincuore.
cmq è un peccato vedere che nessuno ha provato a dare una versione alternativa alla mia,specificando il proprio no con dei contenuti.
 

EgidioN

New member
Non è semplicistico,è solamente un discorso focalizzato su un determinato argomento.
Non ho avuto la pretesa di definire l'uomo moderno come una cosa a sè slegato dai contesti etnoculturali e spinte ideologiche + fattori sociali/economici/politici.
Al contrario ho detto che l'uomo al di là di ciò che l'ha spinto ad evolversi in questo senso ha avuto a prescindere dal contesto il bisogno di sperimentarsi in particolari condizioni,ed è il caso dell'uomo illuminista che anteponeva "il lume della ragione" a tutto il resto,mettendo il progresso tecnologico al primo posto.
Così allo stesso modo oggi lo si fa con il progresso estetico,si vuole apparire a tutti i costi prima che essere semplicemente,e sono convinto che deve esserci un motivo di fondo valido che spinge l'uomo in un senso così a prima vista idiota e privo di spessore.
In ogni caso ci stiamo riferendo in modo sottinteso alla civiltà occidentale che è quella dominante sul pianeta,e lo dico a malincuore.
cmq è un peccato vedere che nessuno ha provato a dare una versione alternativa alla mia,specificando il proprio no con dei contenuti.

A mio personalissimo avviso difendi una posizione indifendibile, seppur farcita e presentata come un piatto appetibile.
Ed è proprio qui la tua miopia, perchè proprio in virtù dell'impossibilità di definire con precisione non mi macchio del tue stesso errore, fornendo una visione alternativa anch'essa scevra da contestualizzazioni ben più ampie che andrebbero discusse (e non basta certo un post che tratti macro movimenti culturali di spessore come fossero maree o correnti, è un ragionamento determinista scimmiottato malamente). Inoltre sono contrario al tuo pensiero secondo cui l'occidente è guida dell'intero pianeta. Non essere egocentrico. Per molti noi non siamo che un cancro per esempio, non ci considerano un progresso a cui tendere, non necessariamente. Semplicemente loro hanno vissuto le loro fasi culturali ed alcune delle nostre non le hanno mai neppure intraviste. Hanno una loro scala di valori, etica, morale, viver civile e quant'altro. Diciamo che hai usato il temine "pianeta" in senso lato và.
E' legittimo che tu ti soffermi sul cancro che affligge i nostri giorni: l'apparenza; è un tema che discuterei volentieri, ma non lo classificherei o attribuirei ad un periodo. I canoni estetici sono cambiati, lo stesso concetto di progresso estetico è cambiato ma esiste da tempo, da che l'uomo ha deciso di vestirsi anziché coprirsi. Tutto è relativo a come ti poni nei confronti di ciò che stai valutando e con che mentalità, in che fase storico culturale ti trovi e quant'altro. Ti vorrei ricordare inoltre che la scienza degli ultimi 100 anni vale come i progressi di 1000. E' notizia di oggi che il neutrino sia più veloce di un fotone, una notizia importantissima. E non definiresti dunque l'ultimo centennio l'era dello sviluppo tecnologico piuttosto? o scientifico? Come vedi DIPENDE. Non è una ricetta perfetta.
Comunque rispetto il tuo punto di vista, ma resto della mia.
 
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Holly Golightly

New member
Come si è evoluto secondo te l'uomo moderno attraverso i secoli?

In questo topic non si vuol indagare tanto sulle cause economiche/politiche/sociali della storia umana,quanto sulla più profonda esigenza dell'animo umano di ogni periodo,che ha trovato in alcune tendenze e modi di vivere maggior forma di espressione e riconoscimento;cioè agli uomini di quel momento storico piaceva fare quello.
Questa è la mia personale interpretazione
<4000= Uomo primitivo
4000a.c.-1500d.c. = Politeismo/Cristianesimo=Religione>resto (espressione nella filosofia e dottrina cattolica) - Fede: Dio
1600 = Umanesimo = Arte>resto (espressione nell'arte e nell'ingegno) - Arte: Io (conscio)
1700 = Illuminismo = Razionalità>resto (espressione nell'evoluzione tecnologica e industriale) - Cuore: Io+tu
1800 = Romanticismo = Sentimento>resto (espressione nella poesia e nella scrittura) - Mente: Ego
1900 = Nazionalismo = Patriottismo>resto (espressione nell'eroismo e nella guerra) - Forza:Io+altri
2000 = Estetismo = Apparenza/sessualità (espressione nell'erotismo e nella mondanità) - Istinto (Inconscio)


La piramide generata vede l'uomo moderno racchiudere in se 5 fasi evolutive diverse,dall'uomo delle caverne che cacciava in branco all'uomo d'oggi che sfila in passerella.
5 Fasi in cui l'uomo moderno ha voluto prendere maggiore consapevolezza di sè stesso e delle proprie possibilità,spingendosi al limite delle proprie facoltà.
Non vorrei fare la pignola... ma il patriottismo è ottocentesco, i totalitarismi della prima metà del novecento sono le conseguenze delle ideologie ottocentesche.
In effetti, ci sono molte imperfezioni nel tuo schema.
L'umanesimo-rinaciscimento è del '400-'500, il '600 è invece un secolo di crisi proprio perché l'uomo d'improvviso non era più il "centro".
Il romanticismo, poi, è solo "sentimento" secondo un falso pregiudizio, è fondamentalmente un movimento (che non coinvolge l'intero ottocento) politico, oltre che sentimentale, e che va distinto anche per luoghi (il romanticismo inglese è diversissimo da quello italiano).

Insomma, non condivido molto, anche perché secondo me quello schema non è del tutto "esatto" :)
 
P

ParallelMind

Guest
Non vorrei fare la pignola... ma il patriottismo è ottocentesco, i totalitarismi della prima metà del novecento sono le conseguenze delle ideologie ottocentesche.
In effetti, ci sono molte imperfezioni nel tuo schema.
L'umanesimo-rinaciscimento è del '400-'500, il '600 è invece un secolo di crisi proprio perché l'uomo d'improvviso non era più il "centro".
Il romanticismo, poi, è solo "sentimento" secondo un falso pregiudizio, è fondamentalmente un movimento (che non coinvolge l'intero ottocento) politico, oltre che sentimentale, e che va distinto anche per luoghi (il romanticismo inglese è diversissimo da quello italiano).

Insomma, non condivido molto, anche perché secondo me quello schema non è del tutto "esatto" :)

Non importa chi fossero i dittatori del 900' (Hitler,Stalin,Mussolini,etc.) la gente era convinta di combattere per patriottismo e nazionalismo e per questo sono morti,non certo per ideali totalitari,le ideologie marxiste sono nate ben prima della rivoluzione d'ottobre eppure sempre nel 900' si sono manifestate nelle piazze e nelle strade.

Per quanto riguarda l'umanesimo,tratto da wikipedia:
Movimenti direttamente interessati :

A conseguenza di questa esaltazione dell'uomo nel 1700 vedono luce due movimenti culturali i quali si basano sui valori umanistici, quelli che distinguono l'essere umano dalle bestie: i Sentimenti (che diedero la base di sviluppo al Romanticismo)[8] e la Ragione (sulla quale sorse invece l'Illuminismo)


Si parla infatti di periodi culturali e non di anni/secoli nello specifico. L'umanesimo rinascimentale è stato quello che ha preceduto il periodo illuminista come cultura prevalente del mondo occidentale. E non sarei così sicuro come te di dire che l'uomo del 600' "non fosse al centro" dell'universo perchè fino a poco prima al centro c'era solo la religione quindi Dio
diciamo che prende maggiore coscienza di non essere più il solo nel creato ma più si va verso il futuro e più l'uomo si mette in cima alla piramide,mette se stesso al di sopra di tutto.
L'Umanesimo è un movimento principalmente letterario e culturale che afferma la dignità degli esseri umani. Ricordando infatti che l'uomo veniva fuori da secoli e secoli di oscurantismo medievale.
 
P

ParallelMind

Guest
A mio personalissimo avviso difendi una posizione indifendibile, seppur farcita e presentata come un piatto appetibile.
Ed è proprio qui la tua miopia, perchè proprio in virtù dell'impossibilità di definire con precisione non mi macchio del tue stesso errore, fornendo una visione alternativa anch'essa scevra da contestualizzazioni ben più ampie che andrebbero discusse (e non basta certo un post che tratti macro movimenti culturali di spessore come fossero maree o correnti, è un ragionamento determinista scimmiottato malamente). Inoltre sono contrario al tuo pensiero secondo cui l'occidente è guida dell'intero pianeta. Non essere egocentrico. Per molti noi non siamo che un cancro per esempio, non ci considerano un progresso a cui tendere, non necessariamente. Semplicemente loro hanno vissuto le loro fasi culturali ed alcune delle nostre non le hanno mai neppure intraviste. Hanno una loro scala di valori, etica, morale, viver civile e quant'altro. Diciamo che hai usato il temine "pianeta" in senso lato và.
E' legittimo che tu ti soffermi sul cancro che affligge i nostri giorni: l'apparenza; è un tema che discuterei volentieri, ma non lo classificherei o attribuirei ad un periodo. I canoni estetici sono cambiati, lo stesso concetto di progresso estetico è cambiato ma esiste da tempo, da che l'uomo ha deciso di vestirsi anziché coprirsi. Tutto è relativo a come ti poni nei confronti di ciò che stai valutando e con che mentalità, in che fase storico culturale ti trovi e quant'altro. Ti vorrei ricordare inoltre che la scienza degli ultimi 100 anni vale come i progressi di 1000. E' notizia di oggi che il neutrino sia più veloce di un fotone, una notizia importantissima. E non definiresti dunque l'ultimo centennio l'era dello sviluppo tecnologico piuttosto? o scientifico? Come vedi DIPENDE. Non è una ricetta perfetta.
Comunque rispetto il tuo punto di vista, ma resto della mia.

Non importa quanto abbia fatto nel campo tecnologico l'uomo d'oggi,conta sulla bilancia se investe di più nella ricerca in risorse umane di quanto ne investa nel progresso estetico e di cura della propria immagine. e mi spiace dirlo l'ago tende totalmente a favore di quest'ultima,quindi l'uomo dei giorni nostri ha molta più cura del suo modo di vestire e della sua cera di quanto potesse importare ad un uomo barbuto del 700 che rimaneva però incantato da qualche esperimento scientifico come quelli di Tesla.
Basta pensare al mercato della moda,della chirurgia estetica,dei prodotti estetici femminili più vari,delle lampade solari,etc.
Tutti o quasi hanno un pc o un i-phone oggi,ma nessuno uscirebbe di casa senza esser presentabile,cioè piacente agli occhi di altri.
E questo perchè la nostra cultura moderna,il nostro status mentale è assoggettato all'esigenza primaria di apparire belli,mentre ad un uomo romantico probabilmente fregava soltanto di saper scrivere con passione una lettera ad un'amante. E tutto questo è piuttosto inconfutabile perchè non si parla di testo su libri ma di realtà quotidiana.
 

Holly Golightly

New member
Non importa chi fossero i dittatori del 900' (Hitler,Stalin,Mussolini,etc.) la gente era convinta di combattere per patriottismo e nazionalismo e per questo sono morti,non certo per ideali totalitari,le ideologie marxiste sono nate ben prima della rivoluzione d'ottobre eppure sempre nel 900' si sono manifestate nelle piazze e nelle strade.

Per quanto riguarda l'umanesimo,tratto da wikipedia:
Movimenti direttamente interessati :

A conseguenza di questa esaltazione dell'uomo nel 1700 vedono luce due movimenti culturali i quali si basano sui valori umanistici, quelli che distinguono l'essere umano dalle bestie: i Sentimenti (che diedero la base di sviluppo al Romanticismo)[8] e la Ragione (sulla quale sorse invece l'Illuminismo)


Si parla infatti di periodi culturali e non di anni/secoli nello specifico. L'umanesimo rinascimentale è stato quello che ha preceduto il periodo illuminista come cultura prevalente del mondo occidentale. E non sarei così sicuro come te di dire che l'uomo del 600' "non fosse al centro" dell'universo perchè fino a poco prima al centro c'era solo la religione quindi Dio
diciamo che prende maggiore coscienza di non essere più il solo nel creato ma più si va verso il futuro e più l'uomo si mette in cima alla piramide,mette se stesso al di sopra di tutto.
L'Umanesimo è un movimento principalmente letterario e culturale che afferma la dignità degli esseri umani. Ricordando infatti che l'uomo veniva fuori da secoli e secoli di oscurantismo medievale.


Ripeto, non voglio fare la maestrina né la pignola, ma non si può periodizzare nettamente. Se si deve fare uno sforzo, le cose stanno circa così:
- Medioevo, che non si può non dividere in alto e basso.
- già nel basso Medioevo ci sono basi profonde per l'umanesimo. Ci sono moltissimi falsi pregiudizi sul Medioevo (il primo è che si tratti di un'età fondamentalmente spirituale: niente di più errato, il Medioevo è estremamente carnale, basta dare una minima occhiata ai romanzi d'aria oitanica o alla lirica provenzale, all'amor cortese)
- L'umanesimo mette al centro dell'universo l'uomo, ma non dal nulla. C'è dietro il recupero dei classici (soprattutto il recupero del greco antico), ma ci sono anche motivazioni storico/economiche come l'emergere della classe borghese (Boccaccio ne è un chiaro esempio, nel Decamerone l'iniziativa personale è basilare)
- Il rinascimento viene distinto dall'umanesimo per una semplice questione cronologica. La differenza nella storia della nostra letteratura sta nella valorizzazione della letteratura in volgare.
- Il Barocco è fondamentale. Non si può saltare dal rinascimento all'illuminismo così dal nulla. Il Barocco è figlio di una delle grandi crisi delle certezze (il primo paragone che mi viene in mente è quello con l'ellenismo). L'uomo non è effettivamente più centrale, è un pezzo di nulla in un universo straordinariamente grande. Tutto il vecchio sistema di valori è messo in crisi, anche per ragioni economico politiche)
- L'Illuminismo non è solo un secolo di estrema ragione, è un uscir fuori dal buio di secoli come '600, ma non è solo ed esclusivamente ragione e ragione e ragione.
- Il Romanticismo NON è un secolo di soli sentimenti. Il Romanticismo francese e il Romanticismo italiano hanno un'impronta fortemente politico-storica. Il Romanticismo Inglese e quello tedesco sono gotici, bui, pieni di sentimento, di ansia d'infinito. In Italia per una serie lunghissima di motivi, fra cui anche l'attaccamento all'età classica, si rimane attaccati ancora all'oggettivo e allo storico.
Ora... non si può saltare così al Novecento senza considerare il Positivismo.
Il Patriottismo è prerogativa - almeno in Italia - del Romanticismo.
Il Novecento è il secolo dell'irrazionale, della botta finale alle certezze (Dio è morto è una frase pesantissima, ed è, a mio parere, la Frase del '900).

Mi scuso di nuovo, non voglio sembrare la pignola della situazione, ma per me Wikipedia non è affidabile :) ...preferisco continuare a far affidamento sulla mia formazione universitaria... :) ti dico che in quella periodizzazione ci sono tantissime imperfezioni e inesattezze.

E non è una questione di periodizzazioni, non si può scindere così nettamente cosa l'Uomo (e non si può parlare di "uomo" in senso assoluto) pensi e cosa non pensi.
Anche il '900 che è il secolo di una filosofia fatta con il martello, come quella di Nietzsche, ha le sue punte di razionalità, di oggettività, non è solo il secolo della forza e della violenza, delle guerre... il '900 è il secolo dell'uomo smantellato e distrutto, non il secolo della forza...
 

EgidioN

New member
Non importa quanto abbia fatto nel campo tecnologico l'uomo d'oggi,conta sulla bilancia se investe di più nella ricerca in risorse umane di quanto ne investa nel progresso estetico e di cura della propria immagine. e mi spiace dirlo l'ago tende totalmente a favore di quest'ultima,quindi l'uomo dei giorni nostri ha molta più cura del suo modo di vestire e della sua cera di quanto potesse importare ad un uomo barbuto del 700 che rimaneva però incantato da qualche esperimento scientifico come quelli di Tesla.
Basta pensare al mercato della moda,della chirurgia estetica,dei prodotti estetici femminili più vari,delle lampade solari,etc.
Tutti o quasi hanno un pc o un i-phone oggi,ma nessuno uscirebbe di casa senza esser presentabile,cioè piacente agli occhi di altri.
E questo perchè la nostra cultura moderna,il nostro status mentale è assoggettato all'esigenza primaria di apparire belli,mentre ad un uomo romantico probabilmente fregava soltanto di saper scrivere con passione una lettera ad un'amante. E tutto questo è piuttosto inconfutabile perchè non si parla di testo su libri ma di realtà quotidiana.

E' confutabilissimo Pararallel. La verità è che tu sei indefesso sostenitore della tua tesi e ti rifiuti di considerare la complessità del discorso che sarebbe da affrontare. Lo stesso cristallizzarsi sulla cultura estetica moderna, che va detto ha acquisito rilievo solamente grazie ai mezzi di comunicazione oggi a disposizione e che ne hanno permesso certamente l'espansione ma non la supremazia assoluta, è sintomo della tua scarsa predisposizione ad aprire finalmente questo thread al buon senso e alla INTERESSANTISSIMA complessità di questo tuo intelligente spunto. Peccato.
 

ValeG

New member
Quoto, quoto e straquoto ogni singola parola di Egidio e Holly!

Credo che a monte del contrasto che sta nascendo, ci sia un errore logico. Mi spiego. Tu vorresti, per quanto ho capito io, indagare l'evoluzione dell'uomo in quanto tale, nel corso dei secoli, il "suo bisogno di sperimentarsi in particolari condizioni" al di là del contesto, così hai scritto. Però l'uomo proprio per essere tale non può in alcun modo prescindere dal contesto in cui si trova a vivere: l'uomo è un animale sociale, l'uomo è cultura. Cultura come l'insieme di valori, simboli, segni che caratterizzano il collettivo. Nel corso dell'evoluzione umana, gli istinti sono regrediti, progressivamente sostituiti dalla cultura. Pertanto la cultura è l’insieme complesso che include le conoscenze, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra capacità e abitudine che l’uomo acquisisce come membro di una società.
Sono i risultati dei processi culturali che creano i prodotti che poi noi classifichiamo, per esempio con il nome di illuminismo, romanticismo e via discorrendo, ergo sono i risultati dei processi culturali che creano le nostre concezioni del mondo, rappresentazioni, percezioni, stili di vita, arte e scienza: non ci possono essere confini netti proprio per la legge dei “vasi comunicanti”. La tua indagine nasce sbagliata, soprattutto se desideri un confronto, ma poi – di fatto – non lo accetti!
Inizialmente hai definito come primitivi tutti gli uomini fino al 1500, protetto dalla convinzione, che tuttora hai ribadito, del Medioevo come periodo buio. Hai mai sentito parlare della rinascita carolingia, del famoso anno 1000, o di un certo Dante Alighieri?
Raggruppi secoli e secoli di storia sotto un'unica stringa tematica:
4000a.c.-1500d.c. = Politeismo/Cristianesimo=Religione>resto (espressione nella filosofia e dottrina cattolica) - Fede: Dio
Holly già ha detto molto a riguardo del Medioevo. Ma se vogliamo chiudere un occhio e concentrare l’analisi su quello che viene mediamente definito uomo moderno, ok, facciamolo. Ciò che è più sconcertante è che per te anche l'inizio della modernità, se così possiamo dire, resta in questo gruppo millenario di vocazione religiosa. L'uomo si distingue dagli animali per la capacità di prolungare le sue facoltà e i suoi sensi tramite l'acquisizione di abilità tecniche, e soprattutto, per la sua capacità di rinnovamento tecnico. Io sono profondamente convinta dell'impostazione "cultorologica" di McLuhan, pertanto non riesco ad accettare questa tua analisi con il paraocchi. Il 1400 diventa l'atto inaugurale della modernità, con l'invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg . Le trasformazioni nell'evoluzione dell'uomo non avvengono esclusivamente per idee, queste sono solo i mezzi, ma sono gli esiti materiali a imprimere il cambiamento. E’ da qui che l’uomo diventa inesorabilmente il centro di tutto. Nel 1600 iniziano a circolare in modo sistematico le teorie di Copernico. Egli rivoluziona tutte le carte in tavola e dà un sonoro schiaffo all’edonismo umano, scalzando l’uomo e la terra dal centro di tutto l’universo! Saranno poi Darwin e Freud, Nietzsche a procedere in quest’opera di “schiaffeggiamento” dell’Io. Questo per dire come “Io conscio” posto alla fine della stringa sul 1600 sia sbagliato secondo me. Per non parlare dell’attribuzione di arte solo a questo secolo. Il 1400 e il 1500 hanno conosciuto personalità come Leonardo, Michelangelo!
Scorro velocemente in avanti nei secoli, per ribadire che non puoi definire il ventunesimo secolo come lo definisci. Ripeto in modo ossessivo che non siamo che all’inizio del secolo, come puoi pretendere di darne una definizione così? Inoltre vorrei ricordarti come non siamo noi uomini del 21° secolo ad aver inventato le apparenze. Siamo dei “copioni “ e lo facciamo pure male, perché spesso cadiamo nella volgarità! Ti spiego cosa intendo: Medioevo, per restare un po’ più vicini ai nostri giorni senza andar a scomodare gli antichi romani che pure in fatto di cure estetiche, trattamenti di bellezza e apparenze in generale erano all’avanguardia(alla faccia degli uomini primitivi! Sono loro ad aver inventato l’attuale piastra per capelli, lo sapevi?), le apparenze erano così importanti che ciò che ci resta della produzione di leggi suntuarie, ovvero leggi volte a regolare il lusso, fa rabbrividire per la quantità inimmaginabile di materiale! Vestirsi di giallo per esempio, in alcune città, in determinati anni, era la caratteristica delle prostitute, alle nobil donne era proibito!! Proibito. Non sconsigliato come oggi può essere per certe modalità di abbigliamento. Esempio banale per dirti: noi siamo gli uomini da passerella?? Forse non siamo poi così originali. Credo inoltre che la tecnologia a cui dovresti far riferimento per capire meglio la complessità della nostra epoca non sia esclusivamente quella di I-Phone & Co. Tuttavia, l’uomo del ventunesimo secolo potrebbe essere l’uomo caratterizzato dalla multimedialità- multimodalità, ma chi può dirlo con certezza? Ai posteri l’ardua sentenza.
 

EgidioN

New member
Quoto, quoto e straquoto ogni singola parola di Egidio e Holly!

Credo che a monte del contrasto che sta nascendo, ci sia un errore logico. Mi spiego. Tu vorresti, per quanto ho capito io, indagare l'evoluzione dell'uomo in quanto tale, nel corso dei secoli, il "suo bisogno di sperimentarsi in particolari condizioni" al di là del contesto, così hai scritto. Però l'uomo proprio per essere tale non può in alcun modo prescindere dal contesto in cui si trova a vivere: l'uomo è un animale sociale, l'uomo è cultura. Cultura come l'insieme di valori, simboli, segni che caratterizzano il collettivo. Nel corso dell'evoluzione umana, gli istinti sono regrediti, progressivamente sostituiti dalla cultura. Pertanto la cultura è l’insieme complesso che include le conoscenze, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra capacità e abitudine che l’uomo acquisisce come membro di una società.
Sono i risultati dei processi culturali che creano i prodotti che poi noi classifichiamo, per esempio con il nome di illuminismo, romanticismo e via discorrendo, ergo sono i risultati dei processi culturali che creano le nostre concezioni del mondo, rappresentazioni, percezioni, stili di vita, arte e scienza: non ci possono essere confini netti proprio per la legge dei “vasi comunicanti”. La tua indagine nasce sbagliata, soprattutto se desideri un confronto, ma poi – di fatto – non lo accetti!
Inizialmente hai definito come primitivi tutti gli uomini fino al 1500, protetto dalla convinzione, che tuttora hai ribadito, del Medioevo come periodo buio. Hai mai sentito parlare della rinascita carolingia, del famoso anno 1000, o di un certo Dante Alighieri?
Raggruppi secoli e secoli di storia sotto un'unica stringa tematica:
4000a.c.-1500d.c. = Politeismo/Cristianesimo=Religione>resto (espressione nella filosofia e dottrina cattolica) - Fede: Dio
Holly già ha detto molto a riguardo del Medioevo. Ma se vogliamo chiudere un occhio e concentrare l’analisi su quello che viene mediamente definito uomo moderno, ok, facciamolo. Ciò che è più sconcertante è che per te anche l'inizio della modernità, se così possiamo dire, resta in questo gruppo millenario di vocazione religiosa. L'uomo si distingue dagli animali per la capacità di prolungare le sue facoltà e i suoi sensi tramite l'acquisizione di abilità tecniche, e soprattutto, per la sua capacità di rinnovamento tecnico. Io sono profondamente convinta dell'impostazione "cultorologica" di McLuhan, pertanto non riesco ad accettare questa tua analisi con il paraocchi. Il 1400 diventa l'atto inaugurale della modernità, con l'invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg . Le trasformazioni nell'evoluzione dell'uomo non avvengono esclusivamente per idee, queste sono solo i mezzi, ma sono gli esiti materiali a imprimere il cambiamento. E’ da qui che l’uomo diventa inesorabilmente il centro di tutto. Nel 1600 iniziano a circolare in modo sistematico le teorie di Copernico. Egli rivoluziona tutte le carte in tavola e dà un sonoro schiaffo all’edonismo umano, scalzando l’uomo e la terra dal centro di tutto l’universo! Saranno poi Darwin e Freud, Nietzsche a procedere in quest’opera di “schiaffeggiamento” dell’Io. Questo per dire come “Io conscio” posto alla fine della stringa sul 1600 sia sbagliato secondo me. Per non parlare dell’attribuzione di arte solo a questo secolo. Il 1400 e il 1500 hanno conosciuto personalità come Leonardo, Michelangelo!
Scorro velocemente in avanti nei secoli, per ribadire che non puoi definire il ventunesimo secolo come lo definisci. Ripeto in modo ossessivo che non siamo che all’inizio del secolo, come puoi pretendere di darne una definizione così? Inoltre vorrei ricordarti come non siamo noi uomini del 21° secolo ad aver inventato le apparenze. Siamo dei “copioni “ e lo facciamo pure male, perché spesso cadiamo nella volgarità! Ti spiego cosa intendo: Medioevo, per restare un po’ più vicini ai nostri giorni senza andar a scomodare gli antichi romani che pure in fatto di cure estetiche, trattamenti di bellezza e apparenze in generale erano all’avanguardia(alla faccia degli uomini primitivi! Sono loro ad aver inventato l’attuale piastra per capelli, lo sapevi?), le apparenze erano così importanti che ciò che ci resta della produzione di leggi suntuarie, ovvero leggi volte a regolare il lusso, fa rabbrividire per la quantità inimmaginabile di materiale! Vestirsi di giallo per esempio, in alcune città, in determinati anni, era la caratteristica delle prostitute, alle nobil donne era proibito!! Proibito. Non sconsigliato come oggi può essere per certe modalità di abbigliamento. Esempio banale per dirti: noi siamo gli uomini da passerella?? Forse non siamo poi così originali. Credo inoltre che la tecnologia a cui dovresti far riferimento per capire meglio la complessità della nostra epoca non sia esclusivamente quella di I-Phone & Co. Tuttavia, l’uomo del ventunesimo secolo potrebbe essere l’uomo caratterizzato dalla multimedialità- multimodalità, ma chi può dirlo con certezza? Ai posteri l’ardua sentenza.

E qui scoppio un fragoroso applauso!!!!! Clap Clap Clap
 
P

ParallelMind

Guest
Non intendo portare oltre questa discussione,perchè non si è voluta focalizzare l'attenzione sul vero tema: le esigenze interiori dell'uomo.
Nn sono uno storico e nn ho mai detto di ricordare a memoria ogni singolo passaggio strutturale piramidale degli ultimi 6000 anni..
che sia esistito un grande genio come Dante e Leonardo da Vinci nn mette cmq in dubbio il fatto che la cultura stilnovistica e cavalleresca fosse riservata ai pochi fortunati della casta dominante mentre il popolino cioè il 90%della civiltà era soggiogata dal potere temporale di allora= la religione.
Quindi si torna sempre al perno che collega tutto e che volete evitare..
cosa l'uomo vuole fare e cosa può fare. cosa l'uomo ha bisogno di sperimentare e come ci riesce nel tempo.
oppure pensate sul serio che Guttenberg sia Dio e che l'uomo non avrebbe mai scoperto la stampa senza di lui?
ogni cosa al suo tempo e ogni tempo al suo posto
oggi l'uomo ha esigenze differenti da quelle belligeranti medievali
parliamo pure di coscienza collettiva
 
P

ParallelMind

Guest
La coscienza collettiva era un concetto astratto prima dell'era moderna.
Pochi facevano il destino di molti e nn si rischiava molto.
L'uomo ha voluto creare l'indipendenza rispetto a valori,tradizioni e sudditanze per uno scopo. Sta agli indagatori di oggi capire quale sia l'insieme,i suoi confini. Perchè ci siamo spinti così oltre,forse troppo.
Ed è nell'ultimo secolo semmai che bisogna concentrare l'attenzione.
Si sono riverificate le 4 fasi dell'era moderna:
1915-1945=fede (in dittatori e stati]
1945-1960=illuminismo=boom economico e volontà di cambiare
1968-1990=romanticismo=rivoluzione hippies e sentimentalismo anni 80
1990-2010=nazionalismo=guerre nel mondo e nuove ideologie dominanti sulle masse: consumismo(estetismo),Jihad/guerra antiterrorista, femminismo (guerra dei sessi),etc
Ma l'uomo oggi è sempre piú plagiato e si sta ribellando ai poteri forti.
Che la coscienza collettiva stia trovando spazi al di là ?
 
Ultima modifica:

Shoofly

Señora Memebr
Io credo che la coscienza collettiva - quella formatasi da quando l'uomo ha iniziato ad "aggregarsi" - abbia SEMPRE teso a ricercare spazi al di là, vale a dire quegli spazi necessari per crescere e per creare condizioni di sopravvivenza sempre migliori. Una dimostrazione di questa tensione continua può esser vista, ad esempio, nei moti insurrezionali presenti in ogni epoca storica e miranti a rovesciare un potere costituito ritenuto inaccettabile, sia esso del capo clan o del tiranno greco fino ad arrivare al dittatore dello stato libero di Bananas :mrgreen: (sul pre/proto storico purtroppo non c'è molto da dire, non perché non ci sarebbe, chissà?, ma perché una manciata di labili dati archeologici non permette di arrivare a tanto). Pensare che la coscienza collettiva faccia il suo ingresso nella collettività solo in età moderna, sarebbe come pensare a un individuo che vive senza cervello* (il cervello ce lo mettiamo solo dopo il 1848 :wink:).

Quando un certo numero di individui dimostra la "volontà" di fare "gruppo" ecco che si accende la scintilla della consapevolezza di essere già un gruppo. Possiamo a questo punto discutere sulla complessità delle forme attraverso cui la coscienza sociale si è sviluppata nei secoli (la compattezza dei Plebei che inaugurano il primo sit-in della storia sull'Aventino non è una forma di espressione di coscienza sociale?) e sugli esiti prodotti. L'uomo del Paleolitico che cacciava in branchi non è così diverso in sè rispetto all'uomo moderno, sono diversi gli strumenti acquisiti e il grado di creatività raggiunto per costruirli, secondo un processo culturale (in senso antropologico) lungo e accidentato ma che ha alla base 4 fattori, sempre quelli: mangiare, dormire, riprodursi e difendersi.
E' all'insegna di queste quattro cose che è iniziato il cammino culturale umano, un cammino fatto di gruppi e poi di società sempre più articolate, regolate da principi interni "fissi" che consentono alle società stesse di non autodistruggersi (quantomeno in tempi troppo brevi :??). Questi fattori (e il collante necessario per mantenerli saldi) sono lucidamente esaminati in un bellissimo saggio antropologico di J.G. Frazer, L'avvocato del diavolo, in maniera sorprendentemente attuale e applicabile ad ogni società di ogni epoca storica sopra elencata.




*qui la battuta ci voleva, ma ho resistito.
 

Dory

Reef Member
Non ho letto tutti i post, per cui forse è stato già detto, però secondo me qui non state parlando dell'evoluzione dell'uomo in generale, ma dell'evoluzione dell'uomo occidentale. :?
 

Shoofly

Señora Memebr
Vero, ma in fondo i processi di sviluppo delle culture orientali non sono stati molto diversi. Diversi sono certamente i modi ma il fine a me sembra sempre lo stesso: la nascita di aggregati societari più o meno complessi che tendono ad impadronirsi dell'ambiente e delle sue risorse per garantire la propria sopravvivenza --->supremazia sul territorio ed eventualmente anche su quello dei "vicini". I termini dell'evoluzione" umana io li vedo riassumibili così e credo che non cambieranno, a meno che l'uomo non smetta di essere tale e si trasformi in qualcosa di diverso da quel che è :? (e da qui si salta nella fantascienza :wink:)
 

Dory

Reef Member
Vero, ma in fondo i processi di sviluppo delle culture orientali non sono stati molto diversi. Diversi sono certamente i modi ma il fine a me sembra sempre lo stesso: la nascita di aggregati societari più o meno complessi che tendono ad impadronirsi dell'ambiente e delle sue risorse per garantire la propria sopravvivenza --->supremazia sul territorio ed eventualmente anche su quello dei "vicini". I termini dell'evoluzione" umana io li vedo riassumibili così e credo che non cambieranno, a meno che l'uomo non smetta di essere tale e si trasformi in qualcosa di diverso da quel che è :? (e da qui si salta nella fantascienza :wink:)

Queste però non sono prerogative dell'evoluzione umana, ma dell'evoluzione di tutte le specie viventi.
Io credo invece che i veri termini dell'evoluzione umana andrebbero cercati altrove, proprio in cose che non riguardino una "supremazia" o una "prevaricazione". Forse al termine "evoluzione" dovrebbe essere dato un altro significato, e lo sguardo dovrebbe subire uno spostamento dall'esterno verso l'interno, in qualcosa che ha più a che fare con la spiritualità.
Nota bene che il mio discorso non è di tipo religioso, io non sono credente, mi riferisco alla spiritualità nell'accezione più ampia del termine.
 

Shoofly

Señora Memebr
Certamente, sono punti di vista ma è innegabile che, diversamente dalle altre specie viventi, il nostro modo di adattarci all'ambiente è stato... come dire... più marcatamente invasivo. Una delle risultanti è, per esempio, che l'uomo prende a schioppettate le anatre e non il contrario (almeno per il momento). Tutto per merito della presa di precisione e del nostro pollice prodigioso. Forse è quella l'unica cosa che ci distingue ed ha fatto culturalmente la differenza col resto delle specie animali, molto molto prima della filosofia.

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Penso che quando vedremo gli scarafaggi cominciare a mangiare con coltello e forchetta allora ci sarà da preoccuparsi (seriamente). :mrgreen:
 
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