Quando ti deciderai a stare bene con te stesso o con te stessa?

Dallolio

New member
Perchè ti trascini in un lavoro che non ti soddisfa completamente, magari di grande responsabilità, in un'inqiueta ricerca di soluzioni che sai già che non ti basteranno? Perchè non vai alla radice dei problemi, ai suoi fondamenti, affrontando un semplice e sottile testo filosofico: La lettera a Meneceo di Epicuro?
Impareri a non temere gli dei, a non temere la morte e a condurre una vita sobria, lontana dal tumulto e dalla ricerca del successo.
Se ti ho incuriosito leggi la "Lettera a Meneceo", non importa che tu sia laureata in filosofia, basta avere qualche nota a piè di pagina e un po' di pazienza!

La troverai qui Epicuro- Lettera sulla felicità (A Meneceo).
 
Ultima modifica di un moderatore:

SALLY

New member
Perchè ti trascini in un lavoro che non ti soddisfa completamente, magari di grande responsabilità, in un'inqiueta ricerca di soluzioni che sai già che non ti basteranno? Perchè non vai alla radice dei problemi, ai suoi fondamenti, affrontando un semplice e sottile testo filosofico: La lettera a Meneceo di Epicuro?
Impareri a non temere gli dei, a non temere la morte e a condurre una vita sobria, lontana dal tumulto e dalla ricerca del successo.
Se ti ho incuriosito leggi la "Lettera a Menecemo", non importa che tu sia laureata in filosofia, basta avere qualche nota a piè di pagina e un po' di pazienza!

Una grande verità....che quasi tutti evitiamo,nascondendoci dietro un dito,perchè sappiamo che la risposta ci farebbe buttare all'aria tutto....
 

Nerst

enjoy member
Molte persone si ritrovano "intrappolate" in una vita, che non vorrebbero. A queste vorrei dire: "rimboccati le maniche ed abbiate il coraggio di voltare pagine".
Solo in noi c' è la soluzione per ciò che è giusto per noi.
Posso capire che per molti questo non è scelta, ma imposizione, ma si potrebbe vivere meglio pensando che qualcosa può cambiare , se ci impegniamo a farlo giorno dopo giorno. Questo vorrei dire a tutte quelle persone che con gli altri quotidianamente si scontrano, soprattutto quelli che stanno a contatto con l' utenza pubblica.
Se così non è, non riesco proprio a spiegarmi certi comportamenti.
 

Valentina Bellucci

La Collezionista di Sogni
Sono tutte risposte giuste e sagge che condivido pienamente.
Purtroppo nel mondo non tutti ragionano così, esistono quelle persone che per troppa umiltà o per mente chiusa o per qualcosa che hanno subìto nell'infanzia non riescono a voltare pagina...
E a loro vorrei dire: quale che sia la causa, quale che sia la paura, ieri è ieri e oggi è oggi e tu puoi essere una persona nuova.
 

Apart

New member
La spinta a star bene avviene da sè, non da un'imposizione o da un'autoimposizione. Inoltre il bello è pensare che tutto potrebbe rimanere sempre uguale, e nonostante ciò vivere di gusto. Vivere, divertirsi. Divertimento e spontaneità. Lasciarsi andare, con la testa sulle spalle.
 

EgidioN

New member
Condivido un pò tutti.
Ognuno ha la propria risposta (e forse già solo in questo si effettuerebbe un passo deciso verso se stessi, fuori dalle verità collettive) e il momento che veramente va vissuto è il presentissimo. Io non ne sono propriamente capace, la progettualità ormai fa parte di noi, di me, ma cerco le mie risposte nel ricco tempo libero a disposizione. Accresco le mie passioni e nutro la mia curiosità più che posso. Scegliere un lavoro oggi è invece cosa dura, i problemi risiedono già solo nel trovarlo uno straccio di lavoro che consenta introiti stabili. Lì il sogno americano è spezzato dal presente economico, globalizzato e inflazionato di mansioni/lavori. La concorrenza è molta e la pagnotta poca. Il discorso qui deraglia su argomenti diversi, sul lavoro, sullo sviluppo economico, sulle disuguaglianze nord/sud (e qui spunterebbe prezzemolino Baldassarre Embriaco), ecc. Mi taccio. Sull'utilizzo del denaro guadagnato invece condivido Dallolio quando scrive che gli sprechi oggi creano false necessità e generano nuovi sprechi. Ricette per la felicità però non ce ne sono.
 

SALLY

New member
Condivido con Egidio....visto che per cause di forza maggiore(la pagnotta) una gran parte della giornata non si può propriamente scegliere... dedicare il tempo libero alle nostre passioni,alle nostre curiosità, almeno li spogliamoci di inutili fronzoli e pseudo-bisogni.Non ne ho conosciute molte,anzi solo una,di persone che hanno trasformato il loro hobby in lavoro...erano anche altri tempi,però,almeno provarci....
 

sharazad

New member
Condivido in pieno, ma sono un po' più perplessa per la riflessione sul tempo....forse dovremmo imparare a riappropiarcene e non considerarlo più come una merce da "spendere", "guadagnare", "ottimizzare"...non credo che il punto sia ritagliarsi attimi di pace nel proprio tempo "tempo libero"...forse è proprio "il tempo occupato" che andrebbe valutato nel giusto valore, cercando di capire se stiamo veramente facendo quello che vogliamo...è vero c'è il classico discorso della pagnotta...ma non so se, alla fine, varrà più una pagnotta o il tentativo di vivere seguendo quello che realmente desideriamo...altrimenti il rischio è di non vivere più il proprio tempo ma limitarsi a "occuparlo" ... Bè di sicuro non è facile, è risfogliare la lettera a Meneceo fa sempre bene!
 
M

maredentro78

Guest
Io parto sempre dal presupposto che se hai la salute tutto può essere costruito e ci si può lavorare,ma purtroppo pur essendo la base di tutto molti la danno per scontata,grande errore!I veri limiti arrivano dalla mancanza di questa e purtroppo lì non vale la determinazione perché non si può scegliere e conosco persone splendide costrette ad una vita reclusa perché malate.Credo che sia la base di tutto e da cui parta tutto:progetti,volontà e altro.
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Sono tutte cose belle e giuste qll che leggo in qst discussione... Il fatto è che spesso crediamo che la "causa" della nostra incapacità di stare bene con noi stessi sia qlc di esterno: il lavoro che nn ci soddisfa, il poco tempo a disposizione... è certamente vero che in una situazione di equilibrio precario il modo in cui conduciamo la nostra vita può fare una differenza enorme! però spesso, troppo spesso, se non stiamo bene con noi stessi è perchè nn siamo ancora in grado di accettarci pienamente per come siamo! e se il problema è qst, è molto più profondo e difficile da risolvere, perchè anche se riuscissimo a trovare un lavoro che ci piace o ad avere un sacco di tempo libero, non riusciremmo comunque a vivere serenamente... Riesco a spiegarmi? Fin quando non impareremo a convivere con le nostre debolezze, i nostri limiti, i nostri fallimenti, non riusciremo mai a trovare davvero un equilibrio!
 

Nerst

enjoy member
Fin quando non impareremo a convivere con le nostre debolezze, i nostri limiti, i nostri fallimenti, non riusciremo mai a trovare davvero un equilibrio!


sono assolutamente d' acordo con te, molto spesso si incrociano persone che ai nostri occhi apparentemente sembrano avere tutto, ma gli manca la cosa più importante, la serenità nel cuore. Credo che questo dipenda dal fatto che non si sono mai chiesti che cos' è che gli piace veramente o di cui hanno relamente bisogno, molte volte si fanno cose per essere accettati dagli altri e questo vortice annulla il libero arbitrio delle proprie deisioni
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Ho appena letto la lettera e aggiunto il link così sarà più facile per tutti leggerla.
Studiando Epicuro mi colpì il suo modo di concepire il dolore: secondo lui è sempre sopportabile perchè l’intensità è inversamente proporzionale alla sua durata,cioè un dolore intenso dura poco.Poi il dolore cessa oppure porta alla morte,che pone fine al dolore stesso,essendo la morte il nulla.
Il concetto esatto è: Se il male è lieve, il dolore fisico è sopportabile (e non è mai tale da offuscare la gioia dell'animo); se è acuto,passa presto;se è acutissimo,conduce presto alla morte, la quale non è che assoluta insensibilità.
Peccato che io sia piuttosto intollerante alla sofferenza fisica e nonostante mi ripeta spesso questa frase quando provo dolore, non riesco a trarne beneficio :boh:.
Per il commento della lettera,ripasserò.
 

Dallolio

New member
Ho appena letto la lettera e aggiunto il link così sarà più facile per tutti leggerla.
Studiando Epicuro mi colpì il suo modo di concepire il dolore: secondo lui è sempre sopportabile perchè l’intensità è inversamente proporzionale alla sua durata,cioè un dolore intenso dura poco.Poi il dolore cessa oppure porta alla morte,che pone fine al dolore stesso,essendo la morte il nulla.
Il concetto esatto è: Se il male è lieve, il dolore fisico è sopportabile (e non è mai tale da offuscare la gioia dell'animo); se è acuto,passa presto;se è acutissimo,conduce presto alla morte, la quale non è che assoluta insensibilità.
Peccato che io sia piuttosto intollerante alla sofferenza fisica e nonostante mi ripeta spesso questa frase quando provo dolore, non riesco a trarne beneficio :boh:.
Per il commento della lettera,ripasserò.

Purtroppo è un punto debole di Epicuro, l'ho pensato spesso... il dolore emotivo, per un lutto ad esempio, o il lancinante dolore di alcune malattie gravi, sono lunghi e tormentosi... Giovanni Reale sostiene che anche il discorso sulla morte sia semplicistico e non efficace per lenirne il pensiero
 

Yamanaka

Space's Skeleton
E' un modo un po' rozzo per far disidentificare l'individuo con il dolore, ma il concetto di per sè di fondo, con i dovuti aggiustamenti, non è completamente sbagliato...
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Grazie anche da parte mia Minerva, la leggerò. E grazie a Dallolio, come sempre interessante.

Io non ho propriamente questo tipo di problema. Nel senso che mi voglio bene, direi che quasi mi stimo, pur nella coscienza dei miei difetti. Volersi bene è importante.

A scanso di retorica, dirò che il mio problema è che faccio fatica, e non poco, a rapportarmi con le ipocrisie e i classici rapporti basati su amicizie e conoscenze. E' una cosa che non sopporto e dentro la quale non sono mai riuscito a ricavare qualcosa. Non ho mai rufianato nessuno, pur avendo sempre rispettato tutti. Lavoro in una grande azienda e, se solo mi "fossi fatto furbo", oggi sarei dirigente a 5.000 euro al mese.

Invece sono un impiegato dal modesto stipendio, che fa il suo con grande senso del lavoro, e non lecca i piedi a nessuno.

Credo, modestia a parte, che meriterei di più, ma il fatto di non aver mai fatto cose che passassero sopra la mia dignità, mi abbia penalizzato.

Non so se sono veramente contento di non guadagnare cifre importanti, dico la verità.

Ciò che so è che mi posso guardare allo specchio ogni mattina e di ciò vado molto fiero.
 
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