El_tipo
Surrealistic member
Capolavoro assoluto su cui ci sono parecchie parole da spendere, e tutte a lodare.
Il film è una parabola della vita dell'uomo contemporaneo. Nel perseguire i ritualismi e le apparenze, i personaggi, o meglio, il prototipo di quelli che sarebbero i personaggi, vivono in una condizione di quasi anaffettività. Le emozioni sono fugaci e transitorie, sia nel bene che nel male coinvolgono poco, rimangono fini a se stesse. Non solo l'amore tra uomo e donna, ma anche i rapporti tra genitori e figli, tra fratello e sorella sono superficiali e usurati. Nella prima parte del film un matrimonio comincia nel momento in cui inizia. La protagonista sembra sfociare in un delirio depressivo, ma forse non è solo quello, o non è per niente quello. E' la risposta di un uomo vero alla società, la sua totale negazione e quindi un esilio psicologico volontario. Ed è nella seconda parte quando la minaccia di questo pianeta si fa incombente che ci viene da chiedere se forse è la conclusione migliore l'epilogo catastrofico. Von Trier sostiene di aver aperto il film con la scena finale per suscitare l’interesse dello spettatore nel conoscere l’itinerario narrativo della vicenda. E per l'appunto i personaggi sono la rappresentazione di loro stessi: è difficile affezionarsi a loro, qualcuno potrebbe risentirsi del loro cinismo e quasi desiderarlo quell'epilogo.
La fotografia è eccezionale, con delle sequenze vivamente affascinanti come quella della protagonista nuda distesa su una roccia illuminata dal chiarore del pianeta che sembra quasi una luna.
La telecamera a mano libera, uno dei principi del dogma, è volutamente accentuata per tutta la durata dell'opera, ma soprattutto negli ambienti interni, dove il continuo cambiamento di fuoco puo essere un po fastidioso per lo spettatore.
Da vedere assolutamente
Il film è una parabola della vita dell'uomo contemporaneo. Nel perseguire i ritualismi e le apparenze, i personaggi, o meglio, il prototipo di quelli che sarebbero i personaggi, vivono in una condizione di quasi anaffettività. Le emozioni sono fugaci e transitorie, sia nel bene che nel male coinvolgono poco, rimangono fini a se stesse. Non solo l'amore tra uomo e donna, ma anche i rapporti tra genitori e figli, tra fratello e sorella sono superficiali e usurati. Nella prima parte del film un matrimonio comincia nel momento in cui inizia. La protagonista sembra sfociare in un delirio depressivo, ma forse non è solo quello, o non è per niente quello. E' la risposta di un uomo vero alla società, la sua totale negazione e quindi un esilio psicologico volontario. Ed è nella seconda parte quando la minaccia di questo pianeta si fa incombente che ci viene da chiedere se forse è la conclusione migliore l'epilogo catastrofico. Von Trier sostiene di aver aperto il film con la scena finale per suscitare l’interesse dello spettatore nel conoscere l’itinerario narrativo della vicenda. E per l'appunto i personaggi sono la rappresentazione di loro stessi: è difficile affezionarsi a loro, qualcuno potrebbe risentirsi del loro cinismo e quasi desiderarlo quell'epilogo.
La fotografia è eccezionale, con delle sequenze vivamente affascinanti come quella della protagonista nuda distesa su una roccia illuminata dal chiarore del pianeta che sembra quasi una luna.
La telecamera a mano libera, uno dei principi del dogma, è volutamente accentuata per tutta la durata dell'opera, ma soprattutto negli ambienti interni, dove il continuo cambiamento di fuoco puo essere un po fastidioso per lo spettatore.
Da vedere assolutamente
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