Dallolio
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L'eterno ritorno è una dottrina greca degli stoici che sostiene che la natura è destinata a conflagrare e a finire nel fuoco, in un grande incendio (ecpirosi). Da tale incendio tutto tornerà identico a prima, torneranno i nostri dolori, le nostre paure e questo attimo in cui stiamo leggendoci è accaduto infinite volte e infinite si ripeterà.
Nieztsche riprese questa dottrina, intuendola con versi immortali
"E questo ragno che indugia strisciando al chiaro di luna, e persino questo chiaro di luna e io e tu bisbiglianti a questa porta, di cose eterne bisbiglianti non dobbiamo tutti esserci stati un'altra volta? e ritornare a camminare in quell'altra via al di fuori, davanti a noi, in questa lunga orrida via non dobbiamo ritornare in eterno?"
Per motivarla addusse anche una ragione scientifica, in quanto fece notare che in un sistema finito (l'universo) l'infinità del tempo non può quindi portare che alla ripetizione all'infinito degli stessi esseri e delle stesse situazioni, così come tre dadi gettati infinite volte danno origine infinitamente alle stesse combinazioni.
« La misura della forza del cosmo è determinata, non è “infinita”: guardiamoci da questi eccessi del concetto! Conseguentemente, il numero delle posizioni, dei mutamenti, delle combinazioni e degli sviluppi di questa forza è certamente immane e in sostanza “non misurabile”; ma in ogni caso è anche determinato e non infinito. È vero che il tempo nel quale il cosmo esercita la sua forza è infinito[8], cioè la forza è eternamente uguale ed eternamente attiva: fino a questo attimo, è già trascorsa un’infinità, cioè tutti i possibili sviluppi debbono già essere esistiti. Conseguentemente, lo sviluppo momentaneo deve essere una ripetizione, e così quello che lo ha generato e quello che da esso nasce, e così via: in avanti e all’indietro! Tutto è esistito innumerevoli volte, in quanto la condizione complessiva di tutte le forze ritorna sempre »
Cosa ne pensate dell'infinità di questo attimo e di questa suprema possibilità?
Nieztsche riprese questa dottrina, intuendola con versi immortali
"E questo ragno che indugia strisciando al chiaro di luna, e persino questo chiaro di luna e io e tu bisbiglianti a questa porta, di cose eterne bisbiglianti non dobbiamo tutti esserci stati un'altra volta? e ritornare a camminare in quell'altra via al di fuori, davanti a noi, in questa lunga orrida via non dobbiamo ritornare in eterno?"
Per motivarla addusse anche una ragione scientifica, in quanto fece notare che in un sistema finito (l'universo) l'infinità del tempo non può quindi portare che alla ripetizione all'infinito degli stessi esseri e delle stesse situazioni, così come tre dadi gettati infinite volte danno origine infinitamente alle stesse combinazioni.
« La misura della forza del cosmo è determinata, non è “infinita”: guardiamoci da questi eccessi del concetto! Conseguentemente, il numero delle posizioni, dei mutamenti, delle combinazioni e degli sviluppi di questa forza è certamente immane e in sostanza “non misurabile”; ma in ogni caso è anche determinato e non infinito. È vero che il tempo nel quale il cosmo esercita la sua forza è infinito[8], cioè la forza è eternamente uguale ed eternamente attiva: fino a questo attimo, è già trascorsa un’infinità, cioè tutti i possibili sviluppi debbono già essere esistiti. Conseguentemente, lo sviluppo momentaneo deve essere una ripetizione, e così quello che lo ha generato e quello che da esso nasce, e così via: in avanti e all’indietro! Tutto è esistito innumerevoli volte, in quanto la condizione complessiva di tutte le forze ritorna sempre »
Cosa ne pensate dell'infinità di questo attimo e di questa suprema possibilità?