Il regista tedesco gira questo film nel 1970 in Africa, soprattutto sahariana e nelle Canarie. E' una via di mezza tra documentario e film filosofico-religioso diviso in tre capitoli, ispirato al Popol Vuh, che inizia con "La creazione" e poi prosegue con "Il paradiso" e "L'età dell'oro". A parte alcune scene girate tipo interviste alla fine a uomini che studiano i varani o le tartarughe giganti, il film ha una colonna sonora molto variegata, l'ultimo episodio si avvale delle canzoni di Leonard Cohen e una voce fuori campo che alterna brani tratti dal Popol Vuh o scritti dal regista stesso, spesso molto ironici.
Le immagini poi sono un susseguirsi di pesaggi lunari e desertici meravigliosi prima della creazione dell'uomo, per poi man mano mostrare l'intervento umano o la vita nalturale, animale soprattutto, ed ecco che le carcasse sono sia di animali morti che di macchinari morti sullo sfondo di pozzi petroliferi che bruciano. Il paradiso poi non cambia, con le consuete distese di baracche e di miseria, di solitudine e morte. La creazione dell'uomo non è stata qualcosa che ha portato felicità ma solo obbrobrio e tristezza, e quindi un fallimento per i creatori.
E' un'opera complessa che va vista da chi ama il regista o da chi cerca nuovi stimoli di riflessione e ama cose originali e inconsuete. Sicuramente ne vale la pena.
Le immagini poi sono un susseguirsi di pesaggi lunari e desertici meravigliosi prima della creazione dell'uomo, per poi man mano mostrare l'intervento umano o la vita nalturale, animale soprattutto, ed ecco che le carcasse sono sia di animali morti che di macchinari morti sullo sfondo di pozzi petroliferi che bruciano. Il paradiso poi non cambia, con le consuete distese di baracche e di miseria, di solitudine e morte. La creazione dell'uomo non è stata qualcosa che ha portato felicità ma solo obbrobrio e tristezza, e quindi un fallimento per i creatori.
E' un'opera complessa che va vista da chi ama il regista o da chi cerca nuovi stimoli di riflessione e ama cose originali e inconsuete. Sicuramente ne vale la pena.
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