XXXV Cineforum - Orwell 1984 di Michael Radford

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alessandra

Lunatic Mod
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Eccoci qui virtualmente riuniti per guardare tutti insieme il film vincitore del XXXV Cineforum



Orwell 1984

di Michael Radford


tratto dall'omonimo romanzo di George Orwell.
TUNZZZTUNZZZ
Buona visione!



 
Ultima modifica:

elisa

Motherator
Membro dello Staff
ho corretto il titolo perchè il film si chiama Orwell 1984 e non solo 1984 come il libro. Oggi lo guardo, spero che altri lo facciano :)
 

Des Esseintes

Balivo di Averoigne
Il titolo nella fase "sondaggio" era riportato correttamente! :)
Una info: visto il film, il commento lo riporto nell'apposita sezione o pure in questo topic? Grazie a chi risponderà! :D
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Il titolo nella fase "sondaggio" era riportato correttamente! :)
Una info: visto il film, il commento lo riporto nell'apposita sezione o pure in questo topic? Grazie a chi risponderà! :D

il commento lo puoi inserire qui così si può aprire un confronto tra tutti quelli che lo guardano, poi anche nella Piccola cineteca, funziona un po' come nei gdl.
Prego.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
primi commenti a caldo del film:


  • la prova di John Hurt nei panni di Winston Smith è superlativa, superiore alla qualità del film stesso, tanta bravura offusca un po' il film, lo raffredda invece di dargli colore e calore, tanto da sembrare una biografia dello stesso.
  • il film è buono la prima mezz'ora, riesce a comunicare quell'inquietudine e quel dubbio che si insinua nel protagonista tanto da portarlo alla ricerca delle risposte alle tante domande che si pone attraverso il proprio pensiero silenzioso.
  • l'ora e mezza successiva tendenzialmente noiosetta e ripetiva, Radford non è proprio un regista che sa misurare i vari livelli del film, per cui rischia di andare in eccesso, cosa che invece a mio parere doveva limitare, ad esempio troppi i filmati di propaganda.
  • è un ottimo prodotto sicuramente, confezionato con la consueta professionalità inglese dove anche l'ultima comparsa è perfetta ma gli manca la genialità che era presente nel romanzo, quel senso di profezia che si perde completamente nel film.

una curiosità molto british, è il secondo film del regista, l'altro è Il postino, che vede l'attore principale, qui Richard Burton là Massimo Troisi, al loro ultimo film.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
ho corretto il titolo perchè il film si chiama Orwell 1984 e non solo 1984 come il libro. Oggi lo guardo, spero che altri lo facciano :)

Ops...hai ragione...errore mio! :oops:
Ero tutta contenta per essere riuscita a procurarmelo, ma è in francese e non capisco una parola :W Però ho visto alcune immagini e sono già sotto choc..del resto non potevo aspettarmi niente di diverso :mrgreen: Continuo a cercarlo :)
 

Des Esseintes

Balivo di Averoigne
La recensione integrale l'ho messa nel topic apposito..
Posso dire che purtroppo a mio parere questa pellicola differisce troppo in alcune scene rispetto al romanzo originale. Avrei fatto diverse scelte di sceneggiatura!
Quel che mi pare manchi è che il tutto non possieda una forte "personalità", m'è parso un lavoro impersonale, troppo neutro!
John Hurt bravissimo! :D
Il reparto tecnico invece ha fornito una prestazione buonissima|!
Mi piacerebbe molto qualcuno producesse oggi una nuova riduzione dal libro originale! :D
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
di solito il cinema inglese mi piace per accuratezza tecnica e ispirazione ma forse qui Radford ha voluto fare altro rispetto al libro ma non gli è riuscito, restandoci alla fine attaccato in modo più didascalico di quanto avrebbe voluto. Amo molto chi stravolge il romanzo a cui si ispira facendolo diventare proprio, la propria visione dell'opera così come l'immaginazione del lettore spesso stravolge leggendola. Un grande regista fa un grande film anche se si discosta dall'opera originaria, anzi ancor più se si discosta, chi è troppo didascalico arriva ad annoiare ma chi ha il guizzo di genio e legge a modo suo spesso sorprende.
Forse qui Radford ha voluto disegnare la solitudine in cui il protagonista si ritrova a vivere e soprattutto il non potersi fidare neanche di sè stessi, cosa che ben sanno tutti quelli che hanno dovuto sottoporsi agli interrogatori staliniani. Forse Radford si è ispirato anche a Buio a mezzogiorno di Arthur Koestler, forse questo film gli assomiglia di più nell'impianto generale, dove 1984 era una visione distopica e quindi complessa mentre Buio a mezzogiorno è il singolo impotente schiacciato dal sistema che lui stesso ha determinato a creare.
 
G

giovaneholden

Guest
Da un romanzo così importante,il rischio di far diventare in un certo qual modo "digeribile" il controllo esasperato dell'individuo attraverso fascinose diavolerie tecnologiche è stato fortunatamente scongiurato da una regia non di alto livello,ma condivisibile per scelta stilistica,con quel mondo postbellico da paesi della cortina di ferro,dove in pratica la seconda guerra mondiale non era mai finita,almeno dal punto di vista ideologico. In questo la cosa ricorda il capolavoro di Kusturica Underground,dove,lì per opportunismo,un gruppo di personaggi facevano credere che la guerra non fosse mai finita,salvo poi alla fine del film,scoprire che alla seconda guerra mondiale si era sostituito la guerra balcanica nell'ex Yugoslavia. Il problema dell'altro grande capolavoro Orwelliano,La fattoria degli animali,era stato risolto nell'unico modo possibile,in epoca pre animatronic,vale a dire con un cartone animato di pregevole fattura. Anche in questo caso forse uno schema alla graphic novel,come il bellissimo film Valzer con Bashir,avrebbe giovato,ma sarebbe stata troppo una soluzione d'avanguardia per l'epoca. Allora giusto apprezzare le maiuscole prove attoriali di John Hurt e Richard Burton,l'aderenza persino eccessivamente schematica alle atmosfere del romanzo,le scenografie dimesse ma accurate. Il rischio di spettacolarizzare quella società oppressiva con delle atmosfere alla Blade Runner era dietro l'angolo...
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
mi pare che la vedova di Orwell avesse chiesto specificatamente di non utilizzare effetti speciali e che l'idea originale di Radford fosse quella di girare il film in bianco e nero. Credo che il film alla fine sia stato un compromesso tra produzione, post produzione e la moglie. Teniamo poi presente che il regista inglese girerà poi Il postino, Il Mercante di Venezia e pure Michel Petrucciani, confermando così la sua ricerca di un personaggio che già in 1984 ha potuto trovare e incarnare in John Hurt.
 
G

giovaneholden

Guest
Elisa,potresti chiarire il concetto che hai accennato nel tuo intervento?
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
volevo dire che qui Radford sembra più interessato a descrivere un personaggio che a raccontare il romanzo nel suo evolversi, interesse per i personaggi che poi affronterà anche nei film successivi che ho citato. A distanza di tempo dalla visione resta impresso Winston più che il film in toto, anche perché ben tratteggiato e ben diretto oltre che essere interpretato da un fior fiore di attore. Io credo che il regista metta delle sottolineature proprio a questo personaggio.
 
G

giovaneholden

Guest
Grazie della puntualizzazione,avevo capito che ci fosse un leit motiv che unisse questi personaggi e mi chiedevo quale,mentre era invece era l'interesse sul personaggio piuttosto che sulla coralità del film.
 
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