Wang Quan'an - Il matrimonio di Tuya

2006

Orso d'oro al 57esimo festival internazionale di Berlino. E' un film che ho scoperto un per caso, mentre cercavo un film che parlasse della Mongolia. Racconta di una donna bellissima, Tuya, forte e sensibile, che si trova, a causa di una grave invalidità del marito, a fare tutto da sola: badare ai figli, al marito, all'approvvigionamento d'acqua, alla casa, al bestiame. Stremata dal lavoro, sentendo di non farcela più, trova una soluzione, supportata dal marito e dalla sorella di lui: divorziare e trovare un nuovo sposo. Ma condizione fondamentale è che quest'ultimo accetti in casa anche il marito di Tuya. Iniziano così ad arrivare i vari pretendenti, e iniziano così anche nuove vicissitudini. Chi accetterà in sposa Tuya?
Il film è una fotografia della Mongolia, una parte ovviamente, in tutta la sua bellezza, relativa al paesaggio, al modo di vivere, alla semplicità del popolo, alle usanze. Ma anche relativamente ai problemi che ha questo paese. La sofferenza dei Mongoli è la sofferenza di noi Occidentali quando ci troviamo di fronte a situazioni difficili. Allo stesso modo inneschiamo comportamenti che sembrano far parte più del genere umano che della cultura di appartenenza.
Ma qui troviamo anche la rappresentazione di una donna, della sua forza. Tuya è splendida, è lei la protagonista. I pretendenti faticano a capirla, a capire la sua situazione. Ci riuscirà, se ci riuscirà, soltanto chi sarà in grado di liberarsi di alcune barriere mentali pur di averla accanto. Ma sarà sempre Tuya a risaltare fra tutti, come un fiore nel deserto: bellissima, forte, attraente, piena d'amore, in grado di far sbocciare la vita.
Un film delicato, un film bellissimo!
Ho ancora in mente l'ultima immagine di lei, alla fine del film, mentre guarda fuori...

Ho trovato anche io questo film straordinario, sia per le immagini di luoghi dove la natura è ancora incontaminata sia per la figura di Tuya, donna eroica nella sua visione della vita che è amore e lealtà.