Tratto dall'omonimo romanzo di Paolo Giordano, il film parte dalle storie parallele di due bambini: Alice, figlia di un padre soffocante e di una madre depressa, brava sciatrice più per via dell'ostinazione del padre che di una vera passione, e Mattia, bambino intellettualmente molto dotato e cresciuto troppo in fretta per via delle responsabilità che gli derivano dal fatto di avere una sorellina che soffre di una grave forma di autismo. Il regista procede con un continuo susseguirsi di ansiogeni e taglienti sbalzi temporali che ci mostrano l'infanzia dei due e gli eventi che poi porteranno al loro isolamento e al loro evolversi in "numeri primi divisibili solo per se stessi e per uno", l'adolescenza problematica che li vedrà incontrarsi e conoscersi, e infine l'età adulta. Ho letto tantissime recensioni negative su questo film e non le condivido. Claustrofobico e angosciante più del libro stesso, con l'aiuto delle musiche martellanti, rende perfettamente la solitudine dei protagonisti e allo stesso tempo il rapporto simbiotico e irripetibile che li lega. Il finale mi ha lasciato un po' perplessa perchè è stato un po' modificato, insinua nello spettatore dubbi a cui il libro non lascia spazio. Mi ha dato un po' fastidio il continuo sussurrare e sospirare di Alba Rohrwacher, pur perfetta nella parte di Alice adulta, ma in generale il film mi è piaciuto.