La morte. Fine o transito?

Dallolio

New member
Cos'è la morte? E' essa la fine di tutto? E' l'ascensore che precipita? Il nulla che ci divora? La possibilità che chiude tutte le altre possibilità? E' il pianto senza madre?

C'è un'altra possibilità. E' essa un transito, un cambiamento, una soglia? E' forse un cambio ferroviario, un esame di fine scuola? E' l'anticamera di una crescita? O di una diminuzione?

Io sono della prima opinione, la morte è semplicemente e irrevocabilmente, la fine di tutto, un giudizio senza appello... tuttavia... Tuttavia. A voi la parola.
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
E se fossimo fondamentalmente esseri spirituali, pressochè eterni, un tutt'uno con l'universo e dio ...
la vita -o le molte vite- sarebbero solo fasi transitorie di esperienza relazionale con componente materiale/fisica.
Niente nascite, niente morti ... Solo temporanee incarnazioni.

:?
 

Dallolio

New member
Se vi fosse la reincarnazione come ipotizza wireless io sarei felice e tutte le mie ansie sarebbero placate... tuttavia devo dire che mi è sempre sembrato difficile da accettare... non è terribile vivere con queste ipotesi che non diventeranno mai certezza?
Inoltre una riflessione. Se anche ci reincarnassimo eternamente in ogni vita noi avremmo il dubbio della possibilità di una vita dopo la morte... ciò significa nel mio caso temere la morte eternamente... non è una condanna più terribile della non esistenza? E se esistesse la reincarnazione a che pro questo ciclo eterno di rinascite?
Nascere infinite volte, rendersi un conto infinite volte che si deve morire, morire infinite volte, perdere per sempre la nostra amata infinite volte... quale demonio può aver desiderato per noi questo inferno?
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Se vi fosse la reincarnazione come ipotizza wireless io sarei felice e tutte le mie ansie sarebbero placate... tuttavia devo dire che mi è sempre sembrato difficile da accettare... non è terribile vivere con queste ipotesi che non diventeranno mai certezza?
Inoltre una riflessione. Se anche ci reincarnassimo eternamente in ogni vita noi avremmo il dubbio della possibilità di una vita dopo la morte... ciò significa nel mio caso temere la morte eternamente... non è una condanna più terribile della non esistenza? E se esistesse la reincarnazione a che pro questo ciclo eterno di rinascite?
Nascere infinite volte, rendersi un conto infinite volte che si deve morire, morire infinite volte, perdere per sempre la nostra amata infinite volte... quale demonio può aver desiderato per noi questo inferno?

a parte il concetto finale, che condivido 100%, sul fatto che non un dio ma un demonio sarebbe l'autore di tanta assurdità ...

non mi sono espresso esaurientemente; o forse una parte del discorso lascia ritenere poi logico sentirsi indirizzati in quello che è il preconcetto imperante della reincarnazione ...

Non ho inteso parlare di "quella" re-incarnazione (che del resto non conosco, non avendo mai letto come venga concepita dalle religioni che la considerano).
Ma di ipotetiche temporanee incarnazioni della nostra natura spirituale.
Che è (sarebbe) la nostra forma di vita eterna. Perfetta come dio. Perchè lo spirito altro può essere che dio.

E a completamento della perfezione: una serie di esperienze umane in corpi costretti a misurarsi con la convivenza, il sacrificio, la filosofia concreta della vita terrena.

Prove che non sono percepite durante il loro avvenire; che dipendono (e lo verificano) dal livello di conoscenza e empatia raggiunto, e che andranno via via a migliorare e completare la nostra essenza "divina" ...

Magari riservate a chi ancora non è del tutto "perfezionato" ... (tipo ulteriori livelli di apprendimento o corsi di recupero).

Quindi, ancora una volta, non si tratta di vita dopo la morte, ma l'esatto contrario; temporanea/e esistenza/e corporale/i nell'ambito di quella spirituale eterna (per quanto possa essere concepito questo termine dalla nostra limitata natura temporaneamente umana).

Aggiungo che, a differenza del nostro amico, questa scoperta (ipotesi per assurdo, essendoci come visto preclusa) non mi renderebbe affatto felice; in quanto prendendone atto durante la transitoria esistenza terrena, a essa potrei reagire solo secondo concetti umani: nascere vivere morire, con tutto ciò che comportano.
Potrei capire veramente solo nella mia forma vera: quella spirituale. E desiderando ciò, non vedo l'ora di poterlo fare.
Arrivandoci ovviamente dopo essermi realizzato nella parte terrena, con una vita degna ...
Nell'auspicio che altre non servano.

Scusate, non sono un filosofo, perciò sono solo idee abbozzate (come quella del mio racconto sul videogame ...).

Ma in mancanza di prove, non credo di dire più fesserie di un qualunque rinomato pensatore: in fin dei conti si tratta solo di essere più o meno accreditati, dato che la verità non la conoscono neppure loro.
Sanno solo girarci intorno molto meglio.

:wink:
 
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ila78

Well-known member
Oh! Un bel post del Prof sulla morte, mancava un po' eh......:mrgreen: Prof, vedi mai Bonolis la sera prima di cena? Chissà perchè quando esce lo Iettatore penso a te.....scherzo eh.....:mrgreen:
Comunque io penso che sarebbe bello se esistesse un qualcosa dopo ma realisticamente credo che la morte sia la fine di tutto. :boh:
 

zanblue

Active member
Preferisco pensare che sia una fine.
Vorrei arrivare ad accettare, senza ansie questo evento.Sarebbe bello pensare alla possibilità, della reincarnazione,trasformarmi in qualcosa di biologicamente diverso, ma ne avrei poi la percezione? Credo di no.Quindi vivo il presente, preferendo non pensare a cosa accadrà domani o cosa ci potrà essere dopo.​
 

Lauretta

Moderator
Sarebbe bello pensare alla possibilità, della reincarnazione,trasformarmi in qualcosa di biologicamente diverso, ma ne avrei poi la percezione? Credo di no.​

direi di no. altrimenti o per tutti è la prima vita, oppure qualcuno dovrebbe ricordarsi della vita precedente!!!!
io non so bene cosa pensare a riguardo.
nonostante la mia giovane età ho già pensato a questo tema molto spesso e mi aspetto che ci sia effettivamente un dopo. un dopo che noi, qui ed ora, non possiamo riuscire ad immaginare. lo vogliamo chiamare paradiso o altro, non saprei. io lo chiamo così. però non so bene che cosa può essere, credo qualcosa che vada al di là dei concetti di spazio e tempo.

speriamo bene! :mrgreen:
 

Yamanaka

Space's Skeleton
Per me, dopo molti anni di riflessioni sull'argomento, non è nè l'una nè l'altra cosa. Provo a spiegarmi meglio.
La morte come fine definitiva dell'individuo è certa esclusivamente se ci mettiamo in un'ipotesi di totale scientismo (quindi in soldoni realtà = quello che siamo in grado di descrivere quantitativamente tramite modelli creati dalla mente) oppure se facciamo coincidere la totalità dell'individuo con il suo ego, cosa che sappiamo essere falsa anche rimanendo in un ambito prettamente laico come la psicologia.

Parlare di transito come fate in questo topic presuppone sempre la centralità dell'io (infatti si passa da un io a un altro io diverso, senza apparente soluzione di continuità o coerenza fra le due cose) e quindi alla stessa maniera e per i stessi motivi è un'ipotesi che scarto...come la vedo allora?

Non è facile rispondere. A livello puramente intuitivo percepisco una continuità fra la vita e la morte, sento che la partita non si chiude qui e che comunque ciò che potrebbe esserci dall'altra parte non dovrebbe differire, nei fondamentali, da ciò che c'è qui. Anche un'eventuale reincarnazione, altro non sarebbe che un'altra faccia dell'individuo, un lato non manifestato nella coscienza di questa vita...gli indù a riguardo parlano di Atman, verò sè, che raccoglie e va oltre tutte le manifestazioni. Ma con l'intuizione pura non si fa molto, purtroppo. :)

A un livello maggiormente speculativo, possiamo dire che già in vita l'ego muore e si trasforma molte volte e che è impossibile ridurre al puro fisicalismo ciò che ci caratterizza come esseri umani, cioè la coscienza. Infatti anche per la scienza la coscienza è una proprietà emergente, il che è un modo sofisticato per dire che non si sa nulla su di essa.
Quindi, se usciamo da una prospettiva riduzionista...perchè no? Gli antichi miti, leggende e religioni e anche esperienze concrete come l'intuizione, il sogno e l'esperienza diretta suggeriscono che potrebbe esserci una continuità. E quindi perchè buttare via a priori questa possibilità?
 

Mofos 4ever

New member
Un'altra discussione interessante(nonchè argomento filosofico).
Condivido con HOTWIRLESS il fatto che nessuno, nemmeno i "veri" filosofi(che poi in realatà lo sia un po' ttutti, una dimostrazione sono certe discussioni presenti nel forum e i relativi commenti degli utenti), e che quindi ogni idea, possibilità può(e dovrebbe) essere considerata come un'altra(anche se il nostro pensiero è l'esatto contrario rispetto a quella teoria).

Mi pare impossibile che tutto possa svanire con la morte, trovo sia un concetto difficile da accettare.
Lavoisire diceva che:"In natura nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma". Se prendiamo per vero questo principio(che credo sia, con un esempio banalissimo: quando utilizziamo la gomma, anche una volta terminata di lei rimarrà sempre la "cancellatura"; se accendiamo una candela, anche se si consuma,di lei rimarrà sempre la cera; se bruciamo un pezzo di legno, di lui rimarrà sempre la cenere; ec. ec), ci possiamo porre questa domanda:siamo parte della Natura? Direi di sì.
Quindi questo principio può essere visto in due diversi modi: 1) L'uomo(come ogni altro essere vivente), si decompone e quindi si trasformerà in altra materia 2) L'uomo si trasforma, nel senso che dopo la morte, trascorso un certo periodo, potrà reincarnarsi(o vivere una vita eterna). Siccome egli era uno scienziato, credo che probabilmente intendesse la prima, ma chi ci vieta di interpretarne il significato in altro modo, prendendo in considerazione la seconda? Per quanto io ne sappia nessuno(dato che c'è libertà di pensiero). Questo potrebbe essere una motivazione valida? E' soltanto una scusa?
Se questa non è soddisfacente, ne vorrei proporre un'altra(che forse non ha molto significato, forse sono parole vane), ma le scriverò comunque. Se la vita terminasse eternamente, che pro avrebbe avuto la nostra esistenza? Qualcuno(e non potrei dargli torto), potrebbe rispondere: semplicemente ad aiutare le future generazioni, od i nostri amici o parenti, a fare del bene agli altri durante il corso della vita, anche solo per regalare un sorriso, oppure per il semplice piacere di vivere e di vedere il Mndo, la Terra con tutte le sue bellezze. Dettò ciò sorge un'altra domanda:e quando terminerà anche il mondo? Quando la vita smetterà definitivamente di esistere? Sarebbe triste aver vissuto quiei momenti di vita(anche avendo fatto del bene) sapendo che alla fine di Tutto ogni nostro sforzo è stato vano(se non nei momenti in cui ancora esisteva l'Universo). Ecco quindi un'altra motivazione.
E per chi proprio non è convinto, c'è una terza motivazione(anche se forse è infondata). Non è possibile che l'idea di reincarnazione o di vita eterna sia nata dal nulla, soprattutto perchè alcune società sono fondate proprio su questo concetto. Anche le religioni NON possono non avere significato alcuno, per il medesimo motivo che hho scritto prima. Può essere "un'idea"(quella di religione e di vita dopo la morte), che per Natura ha l'uomo, proprio perchè il divino esiste e gliel'ha "trasmessa".
Quindi credo che dopo la Morte, qualchecosa esista(che sia reincarnazione, che sia vita eterna,...).
 

Mofos 4ever

New member
Se vi fosse la reincarnazione come ipotizza wireless io sarei felice e tutte le mie ansie sarebbero placate... tuttavia devo dire che mi è sempre sembrato difficile da accettare... non è terribile vivere con queste ipotesi che non diventeranno mai certezza?
Inoltre una riflessione. Se anche ci reincarnassimo eternamente in ogni vita noi avremmo il dubbio della possibilità di una vita dopo la morte... ciò significa nel mio caso temere la morte eternamente... non è una condanna più terribile della non esistenza? E se esistesse la reincarnazione a che pro questo ciclo eterno di rinascite?
Nascere infinite volte, rendersi un conto infinite volte che si deve morire, morire infinite volte, perdere per sempre la nostra amata infinite volte... quale demonio può aver desiderato per noi questo inferno?

Ricollegando a ciò che ha scritto Dallolio, vorrei aggiungere degli apetti.
La morte è un po' come addormentarsi, pensa che quando giunga(anche se per dolorosi motivi), non ce ne possiamo accorgere, o meglio, non possiamo percepire le sensazioni, le emozioni che proveremo quando morremo. Appunto come l'addormentarsi: per quanta attenzione qualcuno ci presti, non ce ne accorgiamo, se qualciìuno ci chiedesse: cosa hai provato nell'esatto momento in cui ti sei addormentato? Penso che niuno sarebbe in grado di rispondere. Possiamo quindi paragonare la reincarnazione ad una giornata. Il giorno(occupato da lavoro, studio, sofferenze, qualche gioia, delusioni, passioni, ec. ec.) corrisponde a tutta la vita. La sera è il momento in cui giunge la morte, mentre la notte è il periodo di transizione tra la precedente vita e la nuava vita, un periodo di riposo e pace. Poi il giorno seguente corrisponderà appunto a quella nuova vita. Non è forse un giiorno dolori, gioie, passioni insieme? Non è forse perdere un Amore? Non è forse un nuovo sorriso o una nuova lacrima? Non è forse vita?
Direi quindi che l'idea della reincarnazione non è triste(a meno che si consideri triste e/o infelice l'inizio del nuovo giorno), e che quindi possa essere valida, ed è forse, secondo me, una delle più plausibili "soluzioni":wink:
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
... oppure se facciamo coincidere la totalità dell'individuo con il suo ego, cosa che sappiamo essere falsa anche rimanendo in un ambito prettamente laico come la psicologia.

Parlare di transito come fate in questo topic presuppone sempre la centralità dell'io (infatti si passa da un io a un altro io diverso, senza apparente soluzione di continuità o coerenza fra le due cose) e quindi alla stessa maniera e per i stessi motivi è un'ipotesi che scarto...

E se l'ego esistesse solo nella forma "umana", essendo questa invece soltanto una incarnazione (senza il "re"), in forme e individui multipli, vivi solamente in quanto contenenti ciascuno un piccolo quantitativo dello spirito globale ... Quello che alcune religioni chiamano il "soffio vitale di dio", che anima con la vita i nostri involucri.
Tutti saremmo un'emanazione di dio, (a sua immagine e somiglianza), vivi solo per realizzare un suo disegno che a noi è ignoto a livello conscio, ma radicato "geneticamente" nel nostro sub/inconscio, non a caso "collettivo".
Le nostre vite sarebbero quindi uniche e senza reincarnazione (ecco aggirato l'ego che ci faceva scartare il concetto di reincarnazione), in quanto i nuovi uomini sarebbero altri individui originali.
Come noi perchè contenenti un quantitativo dello stesso spirito divino, ma diversi da noi come corpi viventi.
Qui l'unico ego è quello spirito eterno che chiamiamo magari anche dio, quella parte spirituale che prende vita in miliardi di creature umane ...
poi possiamo anche discutere sulla natura di questa entità:
(un dio, un satana, un bimbo viziato che gioca coi suoi avatar a un videogame ...),
tanto nessuno potrà mai stabilire quale sia la verità.
 

apeschi

Well-known member
Una variante alla domanda. E prima che fossimo nati?
Non esistevamo, non avevamo una percezione del fatto che saremmo esistiti.

Un bel giorno improvvisamente ci siamo trovati in questo mondo. Un giorno non ci saremo piu'.

Come non avevamo percezione del mondo e dell'esitenza prima di venire al mondo (o comunque prima di acquisire percezione del mondo, intendo prima di diventare capaci di intendere e di volere e di porci domande), non avremo alcuna percezione del mondo dopo.

Quindi spesso concludo. A che pro viviamo?

Per quale motivo ogni giorno ci incavoliamo, ce la prendiamo, ci sbattiamo, siamo arroganti, vogliamo fare carriera, vogliamo guadagnare di piu', facciamo guerre, facciamo anche tante cose positive, belle, viviamo storie d'amore, momenti di gioia, momenti di disperazione, di tristezza, facciamo azioni di solidarieta'. Facciamo tanto bene, facciamo tanto male.

Che senso ha tutto questo?

Come non avevamo percezione del mondo prima di nascere, non ne avremo nemmeno il ricordo dopo essere morti.

Ma siamo realmente vivi? La percezione dell'esistenza dura solo un breve periodo, non c'era prima e non ci sara' dopo.
E se non fossimo mai nati? Il mondo ci sarebbe stato ugualmente? E prima che nascessimo? Studiando la storia sembra di si'. E quando non ci saremo piu' il mondo proseguira'?
 

Dallolio

New member
Una variante alla domanda. E prima che fossimo nati?
Non esistevamo, non avevamo una percezione del fatto che saremmo esistiti.

Un bel giorno improvvisamente ci siamo trovati in questo mondo. Un giorno non ci saremo piu'.

Come non avevamo percezione del mondo e dell'esitenza prima di venire al mondo (o comunque prima di acquisire percezione del mondo, intendo prima di diventare capaci di intendere e di volere e di porci domande), non avremo alcuna percezione del mondo dopo.

Quindi spesso concludo. A che pro viviamo?

Per quale motivo ogni giorno ci incavoliamo, ce la prendiamo, ci sbattiamo, siamo arroganti, vogliamo fare carriera, vogliamo guadagnare di piu', facciamo guerre, facciamo anche tante cose positive, belle, viviamo storie d'amore, momenti di gioia, momenti di disperazione, di tristezza, facciamo azioni di solidarieta'. Facciamo tanto bene, facciamo tanto male.

Che senso ha tutto questo?

Come non avevamo percezione del mondo prima di nascere, non ne avremo nemmeno il ricordo dopo essere morti.

Ma siamo realmente vivi? La percezione dell'esistenza dura solo un breve periodo, non c'era prima e non ci sara' dopo.
E se non fossimo mai nati? Il mondo ci sarebbe stato ugualmente? E prima che nascessimo? Studiando la storia sembra di si'. E quando non ci saremo piu' il mondo proseguira'?

La penso come te, tuttavia la prospettiva è agghiacciante e toglie ogni senso residuo al nostro agire: anche vivere per gli altri o non commettere il male non avrebbe alcun senso, in quanto il nostro "essere attimo" prima e dopo due agghiaccianti silenzi revocherebbe tutto in dubbio, persino la nostra esistenza.
Coerentemente, alla nostra morte, sparirebbe anche il mondo stesso, stante che già non esisteva prima della nostra nascita, invalidando anche la scienza, la matematica e la storia (che senso avrebbero le "matematiche del nulla?" Cosa ne sappiamo dell'esistenza autonoma delle altre menti? ).
Quando sono in un paradiso artificiale invece tengo conto del mio "tuttavia" e prendo in considerazione ipotesi alternative.
 

Mofos 4ever

New member
Una variante alla domanda. E prima che fossimo nati?
Non esistevamo, non avevamo una percezione del fatto che saremmo esistiti.

Un bel giorno improvvisamente ci siamo trovati in questo mondo. Un giorno non ci saremo piu'.

Come non avevamo percezione del mondo e dell'esitenza prima di venire al mondo (o comunque prima di acquisire percezione del mondo, intendo prima di diventare capaci di intendere e di volere e di porci domande), non avremo alcuna percezione del mondo dopo.

Quindi spesso concludo. A che pro viviamo?

Per quale motivo ogni giorno ci incavoliamo, ce la prendiamo, ci sbattiamo, siamo arroganti, vogliamo fare carriera, vogliamo guadagnare di piu', facciamo guerre, facciamo anche tante cose positive, belle, viviamo storie d'amore, momenti di gioia, momenti di disperazione, di tristezza, facciamo azioni di solidarieta'. Facciamo tanto bene, facciamo tanto male.

Che senso ha tutto questo?

Come non avevamo percezione del mondo prima di nascere, non ne avremo nemmeno il ricordo dopo essere morti.

Ma siamo realmente vivi? La percezione dell'esistenza dura solo un breve periodo, non c'era prima e non ci sara' dopo.
E se non fossimo mai nati? Il mondo ci sarebbe stato ugualmente? E prima che nascessimo? Studiando la storia sembra di si'. E quando non ci saremo piu' il mondo proseguira'?

E prima che fossimo nati? Gli studiosi dicono che non c'era nulla, è che da li il mondo si sia creato. Dicono anche che tra miliardi di anni non ci sarà più il nulla(con la fine del mondo, dello "spazio"). Detto questo, come possiamo sapere che questo non sia già avvenuto?Nel senso che questo fenomeno di nascita dal nulla e di distruzione sino al nulla, potrebbe già esseresi verificato, chissà quanti miliardi di miliardi di anni fa. In quel caso però quella domanda iniziale potrebbe ripetersi all'infinito.
Immaginiamo che un Dio esista veramente, esisterebbe da sempre? Sempre è un concettò defficile da percepire. E se si, da che cosa è stato creato? E' possibile che sia nato dal nulla? E se fosse stato creato da qualche cosa, da dov'era nata quella "cosa"? Non mi dilungherò perchè si potrebbe continuare all'infinito, comunque credo che, se non dopo la morte, queste cose non potremo mai saperle, se non facendocene noi un'idea, sviluppando un nostro pensiero sull'argomento(come stiamo facendo in questa discussione).
Il secondo punto: a che scopo viviamo?Penso che la nostra esistenza abbia veramente uno scopo, dato che ogni cosa ha una sua motivazione(anche se questa potrebbe essere misteriosissima, impensabile, stravagante, complessissima ec. ec.). I sentimenti sono uno dei grandi misteri, che forse potranno essere una delle risposte a questa domanda(io pro, non ho grandi idee al momento). Comunque l'uomo è l'unico animale in grado di provare sentimanti, Gioia,Amore,Tristezza,Odio,Disprezzo,Passione; anzi, che riesce vivamente a percepirli(gli altri animali possiedono solamente l'istinto, e questo può dar loro una lieve sensazione di "non-gradimento" o viceverrsa). Non pensate che possa esserci una motivazione?
Lo scopo, credo come altri, non lo conosco, ma credo che facciamo tutte quelle cose(che hai elencato), poichè spinti dalla ragione e dall'istinto(dato che anche noi siamo degli animali). Se non avessimo istinto di sopravvivenza, non ceercheremmo cibo, acqua, un riparo dda minacce ed intemperie ec. ec. e la ragione ci spinge a trovare il modo più semplice per ottenerli, ed anche a ricercare la verità. Quindi poco per volta, con l'istinto e la ragione, siamo giunti a sviluppare la società in cui viviamo ed a scoprire tutto ciò che oggi conosciamo, a che pro? In fondo, se prima o poi ci sarà la fine d'ogni cosa, nessuno, ma lo facciamo ugualmente, poichè possediamo istinto e ragione.
Il senso della vita è il più grande mistero, noi uomini, non potremo mai scoprirlo, ma proprio per questo motivo lo ricerchiamo, poichè ci affascina, infondo desideriamo sempre ciò che nonn possiamo avere e/o conoscere, ma proviamo ugualmente ad ottenerlo/conoscerlo, con le nostre ipotesi. E' la Natura dell'uomo, non c'è un vero perchè, al massimo potremmo chiederci: chi ci ha dato queste caratteristiche? Ed egli/ella, com'è nato?
 

Yamanaka

Space's Skeleton
Un'ottima riflessione sul prima e sul dopo, secondo me, è quella che faceva Thich Nat Hanh. Mostrava un fiammifero, lo accendeva e poi spegneva domandando: la fiamma dov'era prima che si accendesse il fiammifero? E dopo che è stata spenta? La fiamma non c'era prima e non è sparita dopo...semplicemente si è manifestata per un periodo. Ma il fatto che ora non sia manifestata non ci dice nulla sull'effettiva natura della fiamma.
Non possiamo fare affermazioni certe nè a favore, nè contro: possiamo solo constatare il fatto e da lì trarre delle riflessioni.

Riguardo il senso della vita, secondo me non può avere un senso inteso come fine da raggiungere, altrimenti il cardine dell'essenza umana, la libertà, si frantumerebbe e con essa l'unicità dell'individuo: sarebbe possibile essere solo bianchi o neri, riusciti o non riusciti a raggiungere l'unico scopo. Il senso è qualcosa che a mio parere si costruisce con la vita stessa, così come un pittore dipinge un quadro. Ma che senso ha dipingere il quadro se si muore e non si sa nulla dell'effettiva valenza della vita, direte voi. Semplicemente è il modo migliore per vivere, se si rifiuta questo si vive male (o almeno, io vivrei molto male) e da questo punto di vista esistenziale l'esistenza di una vita oltre o meno risulta indifferente.
 

Dallolio

New member
@Yamanaka

Il concetto stesso di libertà non mi pare che sia fondato... se dobbiamo essere coerenti anche il concetto di libertà presuppone la libertà di un'esistente e quindi data la possibilità del non essere, non si può nemmeno nominare la libertà, anzi non si può nemmeno nominare alcun concetto: il non essere implica la caduta del significato stesso.
Lo spegnimento del fiammifero presuppone che comunque esista qualcosa del fiammifero quindi non c'è totale analogia tra i due esempi: nel caso del soggetto lo spegnimento implica lo spegimento anche di un potenziale osservatore e quindi in un certo senso non è mai avvenuto...
 

Dallolio

New member
a parte il concetto finale, che condivido 100%, sul fatto che non un dio ma un demonio sarebbe l'autore di tanta assurdità ...

non mi sono espresso esaurientemente; o forse una parte del discorso lascia ritenere poi logico sentirsi indirizzati in quello che è il preconcetto imperante della reincarnazione ...

Non ho inteso parlare di "quella" re-incarnazione (che del resto non conosco, non avendo mai letto come venga concepita dalle religioni che la considerano).
Ma di ipotetiche temporanee incarnazioni della nostra natura spirituale.
Che è (sarebbe) la nostra forma di vita eterna. Perfetta come dio. Perchè lo spirito altro può essere che dio.

E a completamento della perfezione: una serie di esperienze umane in corpi costretti a misurarsi con la convivenza, il sacrificio, la filosofia concreta della vita terrena.

Prove che non sono percepite durante il loro avvenire; che dipendono (e lo verificano) dal livello di conoscenza e empatia raggiunto, e che andranno via via a migliorare e completare la nostra essenza "divina" ...

Magari riservate a chi ancora non è del tutto "perfezionato" ... (tipo ulteriori livelli di apprendimento o corsi di recupero).

Quindi, ancora una volta, non si tratta di vita dopo la morte, ma l'esatto contrario; temporanea/e esistenza/e corporale/i nell'ambito di quella spirituale eterna (per quanto possa essere concepito questo termine dalla nostra limitata natura temporaneamente umana).

Aggiungo che, a differenza del nostro amico, questa scoperta (ipotesi per assurdo, essendoci come visto preclusa) non mi renderebbe affatto felice; in quanto prendendone atto durante la transitoria esistenza terrena, a essa potrei reagire solo secondo concetti umani: nascere vivere morire, con tutto ciò che comportano.
Potrei capire veramente solo nella mia forma vera: quella spirituale. E desiderando ciò, non vedo l'ora di poterlo fare.
Arrivandoci ovviamente dopo essermi realizzato nella parte terrena, con una vita degna ...
Nell'auspicio che altre non servano.

Scusate, non sono un filosofo, perciò sono solo idee abbozzate (come quella del mio racconto sul videogame ...).

Ma in mancanza di prove, non credo di dire più fesserie di un qualunque rinomato pensatore: in fin dei conti si tratta solo di essere più o meno accreditati, dato che la verità non la conoscono neppure loro.
Sanno solo girarci intorno molto meglio.

:wink:

La prospettiva è affascinante ma non riesce a persuadermi, non riesco proprio a sentirla mia... inoltre ti chiedo: tali accrescimenti di spirito nell'alveo della divinità verrebbero percepiti dal singolo uomo o questo dovrebbe sempre e solo subire la vita di nascita e morte, pieno di incertezze e di paura per il futuro?
Ciò che hai poscritto è vero: in questi argomenti non esiste alcun professionista, siamo tutti soli e sperduti e non ci sarà mai la conferma e smentita...
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
mi sorge una considerazione:

la vita non ha un senso, uno scopo.

La vita stessa è sia l'uno che l'altro !

Cioè non viviamo per qualcosa: viviamo per vivere.
 
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