Al-Mansour, Haifaa - La bicicletta verde

El_tipo

Surrealistic member
Che la condizione della donna nel mondo arabo sia qualcosa di difficile da accettare per il mondo occidentale non è certo un mistero, ma che alla donna fosse vietato addirittura l'uso della bicicletta questo no, non ci risultava, e nello stesso tempo ci fa ridere e ci fa paura. Ci sono molti motivi per cui vedere questo film: è il primo film di una regista donna saudita girato interamente in arabia saudita, con un occhio lucido e critico ma mai inquisitorio di chi conosce molto bene quella realtà. Il mondo femminile è completamente distaccato da quello maschile, e vive nei riguardi di esso una condizione di subalternanza, e questo film riesce nella difficile impresa di affrontare l'argomento senza essere pesanti o cadere nella solita retorica. Mentre le vicende che accadono sono dure da accettare per come intendiamo noi la libertà di espressione nel mondo occidentale, sono del tutto normali in quel contesto. Quella stessa donna a cui non è permesso mangiare allo stesso tavolo col marito, che non puo essere guardata nel volto da altri uomini, che ha serie difficoltà ad integrarsi nel mondo del lavoro, soffre quando il marito sposa (legalmente!) anche un'altra donna, ma non si ribella, così sono le cose e co le accettiamo, non si fa nulla per cercare di cambiare, non si puo fare nulla e nulla si puo cambiare. La donna non ha nessuna tensione verso l'emancipazione. Solo la bambina non ci sta, e quasi cerca di sfruttare il mondo in cui vive per ottenere quella bicicletta, che è sinonimo di libertà, di felicità.
5/5
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Molto bello questo film, che parte da un'idea semplicissima, per noi banale, come il desiderio di una bicicletta per sottolineare in modo insolito ed efficace la difficile situazione delle donne all'interno di un certo contesto. Donne a cui la privazione della libertà individuale, e la sottomissione al sesso maschile, appaiono in certi casi naturali, in altri da accettare senza alternativa pur se, come scrive Eltipo, fanno soffrire.
Non la pensa così, per fortuna, la giovane, vivace e coraggiosa protagonista, disposta a fare di tutto per avere quella bicicletta, ma proprio di tutto, anche studiare il Corano come una matta, anche ingannare, per poi, alla fine...
Non dico altro, ma ciò che mi ha colpito è anche il gesto finale della madre nei confronti della bambina, che smentisce il suo comportamento abituale e le opinioni da lei espresse fino a quel momento. I figli, e i giovani in genere, possono fare molto per cambiare la mentalità degli adulti.
 
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